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ZINGARI, PONT.CONSIGLIO MIGRANTI: GOVERNI GARANTISCANO ACCESSO ALLA NAZIONALITÀ

I governi dovrebbero garantire agli zingari “i diritti di piena partecipazione nella società, facilitare, per gli stranieri e gli apolidi, l’accesso alla nazionalità e creare le occasioni per imparare ed avere una buona conoscenza della lingua nazionale. Deve essere, inoltre, presa in esame la questione di uno status chiaro delle minoranze”: è una delle richieste contenute nel documento finale – reso noto soltanto oggi – del Congresso mondiale della pastorale per gli zingari, organizzato dal Pontificio Consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti dal 1° al 4 settembre scorso a Freising (Germania), sul tema “I giovani zingari nella Chiesa e nella società”. Nelle nove pagine del documento si fa una cronaca degli interventi al convegno, con alcune conclusioni e raccomandazioni operative. “Ancora oggi gli zingari, tra cui i giovani – osserva il documento -, sono vittime di pregiudizi e stereotipi negativi; essi appartengono al gruppo sociale che ha minor numero di opportunità e deve affrontare problemi di discriminazione e disuguaglianza nel sistema educativo, lavorativo, dell’habitat e della salute”. I 150 partecipanti (tra vescovi, sacerdoti, religiosi, laici e rappresentanti degli zingari) hanno rilevato che, secondo studi recenti, in Europa i nomadi costituiscono il “gruppo meno desiderato come vicini”. “Subiscono quindi una segregazione, in particolare territoriale – si legge nel documento -. La discriminazione, la xenofobia e il razzismo sfociano a volte in atti di violenza che colpiscono, in particolare, i più deboli, i bambini, i giovani e le donne, e si ripercuotono sulle strutture sociali”. Tra le raccomandazioni, oltre alle richieste ai governi, il divieto di inserire i giovani zingari in “scuole speciali” che “generano umiliazione, mentre sono da incoraggiare determinati progetti a loro favore”; garantire loro una buona formazione e “la possibilità di un lavoro dignitoso”; l’uso di mediatori socio-culturali zingari per favorire l’accesso ai diversi diritti fondamentali (alloggio decente, lavoro, insegnamento, cure mediche). Il documento condanna le “sterilizzazioni forzate” delle donne e “le campagne che tendono a destabilizzare la concezione della famiglia presso gli zingari” e punta il dito contro i mass media, che “hanno una grande responsabilità nella formazione dell’opinione pubblica”.“Il loro ruolo – suggeriscono – deve essere quello di sensibilizzazione e formazione per contrastare gli stereotipi e combattere i pregiudizi”. Per favorire la libertà di espressione consiglia di “investire nella formazione di giornalisti di etnia zingara” e di organizzare colloqui e tavole rotonde tra rappresentanti di mass-media e zingari. Il documento invita anche a creare più centri di svago, studio e preparazione professionale, ad organizzare scambi culturali e brevi visite di studio tra giovani zingari di diversi Paesi, a proporre attività di prevenzione per “strapparli” all’inerzia, “alla mancanza di interesse, alla droga, all’alcol”. Importante è poi la responsabilizzazione e la formazione dei leader nelle rispettive comunità e l’istituzione, tramite le organizzazioni umanitarie e la Caritas, di forme di microcredito per le famiglie e comunità più in grado di utilizzarli a favore della loro etnia.Sir