L’epidemia di colera che ha colpito lo Zimbabwe, provocando secondo l’Organizzazione mondiale della sanità la morte di quasi 500 persone, è la peggiore che il Paese abbia mai visto. A lanciare l’allarme è Medici Senza Frontiere, che sta facendo il possibile per salvare le vite di chi è stato contagiato per aver bevuto da fonti di acqua inquinate, e sta lavorando in varie aree del Paese in cui sono stati identificati i focolai infettivi. La città meridionale di Beitbridge, al confine con il Sud Africa, è stata una delle più colpite. Dal 15 novembre Msf ha visto più di 1850 casi la città ha una popolazione compresa tra i 40mila e i 50mila abitanti. Inoltre tutti i giorni centinaia di persone vanno e vengono da Beitbridge che è una città di confine: questo movimento continuo, insieme alle condizioni igienico-sanitarie, rende più facile la diffusione dei batteri. Oggi l’Oms ha affermato in un rapporto che l’epidemia sta colpendo gran parte delle regioni del Paese, già colpito dalla crisi economica e politica, con un tasso di mortalità fino al 50% in alcune aree. Su 11.700 casi sono state registrate 473 morti e si tratta di una malattia prevenibile e curabile in condizioni normali.Sir