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ZIMBABWE, ELEZIONI: CONSIGLIO DI SICUREZZA DIVISO, SALTA DIBATTITO SU CRISI POLITICA
Le Nazioni Unite sono pronte a sostenere la diplomazia della regione per mettere fine alla crisi politica in Zimbabwe: è riassunto tutto nelle parole del sottosegretario delle Nazioni Unite con delega agli affari politici, Lynn Pascoe, l’esito dell’atteso dibattito sulla situazione in Zimbabwe che si sarebbe dovuto tenere durante la notte al Consiglio di Sicurezza, ma che, dopo l’opposizione della maggioranza dei paesi membri, si è svolto solo parzialmente. Nella nota diffusa dalla sala stampa del Palazzo di Vetro al termine dell’incontro a porte chiuse, Pascoe ha poi espresso grande preoccupazione per le violenze nel paese, addebitate principalmente al governo ma anche all’opposizione, ribadendo comunque fiducia nella mediazione condotta da Unione Africana (UA) e dalla Comunità di sviluppo dei paesi dell’Africa australe (Sadc) e annunciando la disponibilità del segretario generale Onu a collaborare agli sforzi di mediazione in corso, magari attraverso la nomina (da decidere in accordo con Harare) di un inviato speciale. Secondo indiscrezioni, riportate oggi da parte della stampa internazionale e da quella ufficiale zimbabwana, però, la riunione al Consiglio di Sicurezza sarebbe stata molto più vivace, evidenziando una netta spaccatura tra i paesi membri sull’atteggiamento da adottare nei confronti del braccio di ferro politico in corso da un mese tra governo e opposizione. La differenza delle posizioni è emersa subito quando alcuni paesi (Inghilterra e Stati Uniti) hanno tentato di far intervenire due rappresentanti del principale partito d’opposizione dello Zimbabwe, Movimento per il cambiamento democratico (Mdc), di fronte al Consiglio, ricevendo in tutta risposta un no motivato dal fatto che solo i governi possono parlare di fronte al massimo organo decisionale del Palazzo di Vetro. Successivamente i tentativi di Inghilterra, Belgio, Francia e Stati Uniti di inserire nell’agenda dei lavori (sotto la voce varie ed eventuali) una discussione sullo Zimbabwe sono stati respinti da otto dei 15 paesi presenti al tavolo: Sudafrica, Russia, Vietnam, Cina, Burkina Faso, Costa Rica, Libia e Indonesia. La sola cosa su cui tutti i membri sono stati d’accordo è che la Sadc dovrà lavorare con gli zimbabwani, soprattutto con la commissione elettorale per assicurare che i risultati delle elezioni siano pubblicati ha detto l’ambasciatore sudafricano all’Onu, Dumanisi Kumalo, sintetizzando alla stampa l’incontro di ieri. E proprio nelle stesse ore, la Commissione elettorale dello Zimbabwe (Zec) annunciava ufficialmente la nuova data per la verifica dei risultati delle elezioni presidenziali (tenute il 29 marzo scorso) da tenersi alla presenza dei rappresentanti dei quattro candidati in lizza. L’incontro ha precisato la Zec in una nota inizierà alle ore 14.00 del 1 maggio e si terrà nella stanza n° 4 del Centro conferenze di Harare.