Toscana

YouTopic Fest: 4.000 studenti in marcia per la pace

A Rondine inaugurata l’Arena di Janine, realizzata raccogliendo la testimonianza di Liliana Segre, della sua permanenza ad Auschwitz e il messaggio contro l’indifferenza che ha affidato ai giovani di tutto il mondo

La Marcia per la Pace di circa 4.000 giovani ha aperto oggi l’ottava edizione di YouTopic Fest. Il Festival Internazionale sul Conflitto promosso da Rondine Cittadella della Pace, che, giunto alla sua ottava edizione, si svolge nel borgo alle porte di Arezzo fino a sabato 1° giugno riflettendo sul tema “Scommettere sulla fiducia, averla, riceverla, perderla, ritrovarla” (qui il programma: https://youtopicfest.rondine.org/). Liliana SegreClaudio Bisio e PIFMichele SerraPera ToonsDaniele Mencarelli e Gherardo Colombo sono solo alcuni dei protagonisti che animano questa edizione di YouTopic Fest.

“Inaugurare Youtopic Fest con la marcia della pace da Arezzo a Rondine è stato come immergersi in un bagno di giovani, adulti, istituzioni, professori, presidi, persone di tutti i tipi – dice Franco Vaccari, presidente di Rondine Cittadella della Pace -. Rondine vuole essere la casa di tutti coloro che hanno fatto un passo decisivo verso quella che chiamiamo la cultura della pace. I giovani di Rondine tutti i giorni spengono l’odio e rigenerano amicizie impossibili. Coppie di giovani coraggiosi hanno ricevuto l’abbraccio di queste 4.000 persone e sedendosi sull’Arena di Janine, è come se quel prato all’improvviso avesse messo 4.000 fiori, i giovani che si impegnano come Liliana a non prendere la pistola, a non rilanciare l’odio, ma promuovere ostinatamente dialogo”.

La Marcia, promossa dalla Cittadella della Pace in collaborazione con la Consulta Provinciale degli studenti, l’Ufficio Scolastico Regionale per la Toscana e il Parlamento regionale degli studenti, partita da Arezzo, è giunta al borgo di Rondine (10 km circa) con la partecipazione di studenti da tutta la Toscana, che già da anni partecipano e scelgono di fare concretamente il loro passo possibile verso la pace.

La Marcia per la Pace si è svolta in contemporanea anche a Palermo dove il Liceo Danilo Dolci sta festeggiando il centenario della nascita di Danilo Dolci, il cosiddetto “Gandhi d’Italia”, testimone di pace e di speranza. Un ponte virtuale tra i 4.000 giovani toscani e 1.500 ragazzi siciliani che dalla loro scuola hanno camminato insieme fino a una struttura requisita alla mafia, per arrivare alla Croce di don Pino Puglisi, testimoniata dalla presenza sul palco di Rondine della vice preside, Linda Caccamo.  

“Non c’è bisogno di essere eroi, basta ritrovare il coraggio di fare le scelte”: la frase di don Tonino Bello campeggia in cima al serpentone dei marciatori. La Marcia della Pace scatta poco prima delle 10 e colora per centinaia di metri la strada Setteponti. “La politica deve fare la sua parte per aprire sentieri di pace e i sindaci sono le sentinelle più informate del territorio” spiega il sindaco di Arezzo Alessandro Ghinelli, in marcia con gli altri. Poco distante il vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro Andrea Migliavacca, alla marcia si unisce anche l’europarlamentare Renata Polverini. “E’ un momento delicato per il mondo, è doveroso essere presenti a momenti di pace”. “Firenze ha un legame profondo con Rondine, rafforzato dalla recente manifestazione a Palazzo Vecchio. Rondine un’utopia? Tutte le grandi idee all’inizio lo sono state, allora viva l”utopia” dice il sindaco di Firenze Dario Nardella. 

Una volta conclusa la marcia, Gala Ivkovic, responsabile dell’innovazione sociale in Italia per Rondine, rilancia la raccolta fondi per poter aprire l’esperienza della Cittadella ad altri studenti provenienti da paesi in guerra. Alcuni di quegli studenti parlano al termine della marcia, unendosi alle parole di Liliana. “Adesso sono pronta a raccontare alla mia famiglia e ai miei amici l’esperienza di Rondine”.

Alexandra ha 24 anni e arriva dalla Russia. “Rondine ci dà la forza di fare il nostro piccolo passo possibile: esserci l’uno per l’altra”. O per l’altra: come Valeriia che arriva dall’Ucraina. “Sono qui da due anni. Sono stati difficili perché ogni giorno, durante questi anni, persone sono morte in guerra nei nostri paesi e il mondo sembrava impazzire”. La cronaca e la ferita di quegli anni rivive nell’Arena di Janine, appena inaugurata dal presidente di Rondine Franco Vaccari e da Alberto Belli Paci. Tra gli applausi per gli alpini, che hanno messo a disposizione diecimila ore del loro lavoro per quell’area verde che accoglie i marciatori. E sulla quale Liliana Segre si affaccia dalla sua casa di Milano, nel cuore della sua Rondine magica. “Mi sento realizzata dal fatto che lì ci sia l’Arena di Janine”.

Emozionato all’apertura dell’arena di Janine il figlio di Liliana Segre, Alberto Belli Paci. “Rondine è un luogo magico per me, tutto il mondo intorno a noi è diverso da Rondine”. Liliana Segre stavolta non è nella cittadella della pace: ma manda un videomessaggio e apre la sua casa da Milano alle migliaia di giovani accorsi nel borgo a piedi, con la Marcia della Pace. “Soltanto a Rondine poteva esserci un luogo che si chiama Arena di Janine”. Rievoca di nuovo quella ragazza, la sua amica conosciuta ad Auschwitz, mandata alle camere a gas solo perché si era ferita lavorando. Rievoca il suo rimorso. “Non ebbi il coraggio di salutarla, di dirle una parola buona, di dirle ciao”. Ora accomuna quel saluto ritrovato a quello che riserva ai giovani che la ascoltano con gli occhi incollati al maxi-schermo. Io vi ringrazio, carissimi ragazzi, che avete scelto a Rondine di portare avanti la vostra libertà, non parlando mai né di odio né di indifferenza”. Dall’Arena si alza un applauso, che continua quando il figlio di Liliana, Alberto Belli Paci, prende la parola per raccogliere il testimone della mamma.  “La sfida è trasformare un dolore spaventoso, e chi è figlio della Segre lo ha respirato con il Dna, in energia positiva. E trovo che Rondine sia un laboratorio speciale di dialogo e di confronto continui. A Rondine l’altro non è più un nemico davanti al quale stare in allerta, ma può diventare una persona, un amico, un qualcuno con il quale poter parlare. Rondine trasmette il dialogo, la comunicazione, il disarmarsi”.

L’Arena di Janine è stata resa possibile grazie al sostegno economico di Regione Toscana, Provincia Autonoma di Trento e Trentino Marketing con menzione d’onore ad Andrea Carbonari della forestale trentina e Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze. All’arrivo anche il Governatore Eugenio Giani. “E’ un’esperienza unica al mondo, è per questo la Regione ha varato una delibera che la nomina agenzia formativa sull’educazione alla pace”. 

“Come sapete – ha detto Giulia Zanotelli, assessore del Trentino all’agricoltura, promozione dei prodotti trentini, ambiente, difesa idrogeologica e enti locali – a causa della tempesta Vaia, i nostri boschi hanno subito una grande ferita che stiamo cercando di rimarginare grazie a tutto il sistema trentino. Un ringraziamento per questo progetto va anche all’Associazione nazionale alpini, con il coordinamento del Consigliere nazionale Maurizio Pinamonti, che ha deciso di donare oltre 10.000 ore di lavoro volontario, a Carbonari di APROFOD e a tutta la sua struttura per aver seguito ogni dettaglio così come  il servizio foreste, a Trentino Marketing per il supporto e a tutti quelli che hanno contribuito alla sua realizzazione con passione. Come saprete, inoltre, alcuni istituti superiori del Trentino hanno aderito al Metodo Rondine nei propri programmi educativi. E’ quindi un onore per la nostra Provincia e per tanti trentini coinvolti aver partecipato a questa iniziativa; un pezzo di cuore del Trentino batte anche da voi”.

Andrea Sassi, della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze: “Siamo molto orgogliosi di aver contribuito a questa inaugurazione, un progetto che esporterà quello che è Rondine nel mondo. L’augurio è quello che progetti simili si possano replicare anche fuori da questi ‘confini’, anche se non ci piace molto come termine e contribuire a migliorare il mondo”.

“Le parole hanno bisogno di luoghi per diventare vere – ha detto mons. Andrea Migliavacca, vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro – Rondine è un luogo dove queste parole che parlano di pace e libertà le si scrive anche nei cuori, anche in quelli di coloro che oggi provengono da paesi in conflitto, ma quando queste parole scolpiscono il cuore cambia la vita e si diventa costruttori di pace. Questi giovani forse più di altri ci possono aiutare a scrivere queste parole nel cuore di ciascuno di noi”.

L’inaugurazione è stata anche occasione per conferire il titolo di Ambassador a Sebastiano Favero, Presidente dell’Associazione Nazionale Alpini e tutti gli operai alpini; Maurizio Pinamonti Consigliere nazionale ANA responsabile lavori Rondine; l’imprenditore trentino Mauro Giacca; il Consigliere Dino Leonesi. Il titolo di Ambassador viene conferito ad amici e sostenitori di Rondine che si siano distinti per l’impegno profuso a favore di Rondine a livello sociale o professionale.