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Yemen: colpito ufficio di Oxfam ad Al Dhale’e, sospesi gli aiuti umanitari nella zona

Intorno all’una di notte del 22 dicembre, due razzi hanno colpito l’ufficio di Oxfam ad Al Dhale’e nel sud est dello Yemen, danneggiando gravemente il tetto e l’ingresso della struttura. L’attacco per fortuna non ha causato vittime anche se non è il primo attacco nella zona diretto verso strutture gestite da agenzie umanitarie ultimamente.

A causa del bombardamento Oxfam, per ragioni di sicurezza, è stata quindi costretta a sospendere temporaneamente le operazioni di soccorso nel Governatorato, dove è al lavoro per garantire l’accesso ad acqua pulita, cibo e servizi igienico ad una popolazione stremata da quasi 5 anni di conflitto. La conseguenza sarà che questo Natale circa 1.359 famiglie non potranno ricevere aiuti economici per l’acquisto di beni alimentari e altre 5.000 non potranno usufruire di interventi per il ripristino di infrastrutture essenziali.

«La nostra priorità in questo momento è garantire la sicurezza dei nostri operatori sul campo – ha detto Muhsin Siddiquey, direttore di Oxfam in Yemen –. Le organizzazioni umanitarie non possono essere un obiettivo e devono essere messe nelle condizioni di operare per soccorrere la popolazione, senza che sia minacciata la loro vita. I primi a fare le spese degli attacchi agli attori umanitari sono uomini, donne e bambini innocenti».

In  questo momento oltre 24 milioni di yemeniti, circa l’80% della popolazione, dipendono totalmente dagli aiuti umanitari anche solo per bere, mangiare, curarsi. «Tutto questo deve finire al più presto. Le parti in conflitto e la comunità internazionale devono garantire l’accesso umanitario e la sicurezza degli operatori umanitari – aggiunge Paolo Pezzati, policy advisor per le emergenze umanitarie di Oxfam Italia –. Paesi come l’Italia che negli ultimi anni hanno autorizzato l’export di miliardi di euro di armamenti verso paesi coinvolti nel conflitto come l’Arabia Saudita o gli Emirati Arabi, hanno responsabilità gravissime, nell’aver alimentato un conflitto che dal marzo 2015 ha causato oltre 12 mila vittime civili». Oxfam chiede alla comunità internazionale e all’Italia di «smettere di girarsi dall’altra parte e agire immediatamente prima che sia troppo tardi per fermare uno dei conflitti più atroci dalla fine della Seconda Guerra mondiale».