Italia
Welfare, quante incognite
Ma veniamo al Dpef appena approvato. E leggiamolo sul versante delle politiche sociali e di welfare. I passaggi più significativi riguardano «la riforma del welfare al fine di garantire una maggiore equità sociale, sia in termini di distribuzione territoriale e intergenerazionale che in termini di rispetto del principio di sussidiarietà orizzontale, con particolare riferimento ai valori della famiglia e della solidarietà». Una priorità è «il sostegno alle pari opportunità prosegue il documento secondo il principio del main streaming, il contrasto alle discriminazioni e promozione dell’inclusione sociale, le politiche per incrementare la presenza delle donne nel mercato del lavoro favorendo la conciliazione famiglia-lavoro». Altri capitoli: l’immigrazione, letta però all’interno del capitolo «sicurezza»; il rilancio dei servizi educativi per l’infanzia e l’implementazione della legge di riforma della scuola. Passaggi tutti in gran parte condivisibili. Il punto cruciale rimane la quantità di risorse che saranno messe a disposizione. Nel Dpef si annuncia una manovra di 16 miliardi di euro (1/3 «razionalizzazioni» e il resto «una tantum»).
La seconda direttrice riguarda le politiche fiscali: rimangono strategiche le richieste più volte fatte anche ai Governi precedenti. Detassazione delle donazioni di singoli ed imprese verso le organizzazioni non profit; deducibilità delle spese sociali sostenute dalle famiglie (educazione, formazione, assistenza e cura .); un sistema fiscale che tenga conto del nucleo familiare e sostenga la natalità (le una tantum paventate nel Dpef sanno ancora di vecchio!); sostegno alle imprese sociali (in Parlamento giace ancora un disegno di legge governativo) così da sperimentare concretamente nei territori un welfare comunitario e municipale, che veda la presenza determinante dell’Ente locale nei servizi gestiti, nel coordinamento della rete e del piano di zona, nella tutela dei diritti e nel garantire l’accesso a tutti… con quella dei soggetti del non profit (associazionismo, imprese sociali, volontariato, fondazioni, ipab ), per un sistema che davvero diventi «cantiere creativo e innovativo» di quel principio di sussidiarietà evocato anche nel Dpef del Governo.