Opinioni & Commenti
Wanna Marchi, la tv e le contraddizioni di una civiltà «superiore»
Nella vicenda di Vanna Marchi c’è un solo protagonista, anzi una protagonista: la televisione, nel bene e nel male.
La conduttrice di televendite, passata attraverso le alghe e i tronchetti della felicità, è stata arrestata insieme al convivente e alla figlia con l’accusa di associazione per delinquere, truffa aggravata ed estorsione.
Tutto partiva dalla tv: da una trasmissione di «paramagia», con numeri da giocare al Lotto, malocchi, negatività e paragnosti brasiliani, rimbalzata nelle case di tutta Italia da un circuito di emittenti senza nessun altro scopo che quello di occupare l’etere ed incassare l’«affitto» di mercanti catodici.
A scoprire raggiri, minacce e ricatti è stata la stessa tv, con un tg satirico: Striscia la notizia, non nuovo ad imprese del genere.
L’unico baluardo, per assurdo, sembrano proprio le trasmissioni dell’assurdo: accanto a Striscia la notizia, un posto d’onore spetta a Le Iene, che da tempo si avventurano, tra frizzi e lazzi, nella denuncia sociale.
Ma queste sono le contraddizioni di una civiltà «superiore», che continua a farsi imbonire da ciarlatani di tutti i tipi purché si affaccino da uno schermo televisivo.
A.F.