Vita Chiesa

«Vuole farsi prete? Ma che gli sarà preso…»

DI DON FRANCESCO SENSINISto aspettando l’autobus quando sono incuriosito dall’atteggiamento di una signora che quasi con sospetto si avvicina ad un’altra e sottovoce ( ma non abbastanza per non sentire) le dice:Ma lo sai che cosa è successo al figlio della Adriana?No! che cosa è successo ?«Vuole entrare in seminario per farsi prete!»Ma quanti anni ha?ventidue!Che gli sarà preso?

Se avessi il coraggio, risponderei subito anche se la domanda non è rivolta a me.

Gli ha preso… la voglia di mettere ordine nella propria vita. Gi ha preso… il desiderio di fare qualcosa gli altri. Gli ha preso… il bisogno di incontrare Dio. Gli ha preso… l’entusiasmo di essere come Gesù.

E mentre io rispondo (nella mia mente), la signora per render ancora più incomprensibile la scelta del giovane dice all’altra : E pensare che aveva un futuro sicuro, suo padre ha già una attività ben avviata e lui ha studiato per quello…

Immediatamente il mio pensiero va alle due Simona, volontarie a Baghdad.

Chissà se i loro vicini, adesso tutti entusiasti e festanti, quando sono partite hanno pensato: ma che gli sarà preso? Chissà se gli stessi genitori, ora più che orgogliosi, hanno temuto che la loro scelta non fosse allora molto ragionevole.La signora continua: «Non capisco perché per fare il bene uno debba per forza fare il prete».

E io a risponder dentro di me, sempre pensando alle due Simona.

Con tutte le possibilità di essere utili a casa dovevano proprio andare a rischiare la vita in un paese in guerra? Non potevano fare lo stesso del bene in Italia?L’altra ribatte: io non capisco che cosa ci troverà di tanto bello nel fare il prete. Ma come si fa a buttar via la vita così?

E questa volta per rispondere, non penso più alle due Simona, che tra l’altro hanno già ricevuto la loro ricompensa, ma ho bisogno dei tanti missionari, sparsi nel mondo, che nessun riflettore mediatico ha mai illuminato o dei tanti volontari anonimi che rispondono a Telefono Amico o tengono compagnia ai malati di Alzheimer e a cui nessuno ha mai chiesto una dichiarazione o una intervista. Dal Vangelo risulta evidente che il bene non si pesa, non si misura, non si colloca in luoghi particolari e soprattutto non accetta classifiche.