Opinioni & Commenti
Volontariato, gettate le basi per riscrivere un patto con le istituzioni
Circa 70 espositori, 143 relatori intervenuti, 1.950 partecipanti addetti ai lavori provenienti da quasi tutta Italia e 7.000 visitatori per 33 eventi culturali: questa è la sintesi in numeri di «Villaggio Solidale», la prima edizione della fiera nazionale dedicata al mondo del volontariato che si è tenuta a Lucca, dal 17 al 20 febbraio. «Villaggio Solidale» nasce per rinnovare un’antica tradizione che ha visto Lucca negli anni Ottanta e Novanta, luogo di riferimento culturale e politico sul volontariato.
I nostri convegni sul volontariato, fecero emergere il volontariato a livello nazionale. La legge 266/91 è nata praticamente a Lucca durante i convegni dove ci si confrontava per cercare di portare più in alto l’asticella della conoscenza del fenomeno, per dare un contributo alla relazione tra volontariato e amministrazioni locali, per progettare nuove presenze e nuove forme di collaborazione tra poteri pubblici e cittadini associati . Il rilancio del Centro nazionale volontariato, dopo l’era di Maria Eletta Martini, di Giuseppe Bicocchi, di Achille Ardigò passava dal tentare di rimettere insieme tutti quelli che fossero interessati al tema, con onestà intellettuale. E siamo riusciti.
Abbiamo ideato e realizzato questi quattro giorni in meno di novanta giorni, durante i quali il «Villaggio» è cresciuto: nella nostra consapevolezza ma anche e soprattutto, all’esterno. Il lavoro è stato tantissimo per cercare intese, ritessere relazioni, costruire presenze e siamo riusciti anche a fare questo. I promotori dell’edizione 2011 sono state le principali reti nazionali. Alla nostra proposta, la reazione e la risposta partecipata di tutti Forum del terzo settore, la Consulta del Forum, la Convol, Csvnet, Cesvot, e di molti altri dimostra che c’era voglia di incontrarsi, di parlare, di approfondire, di ritrovare un luogo «neutro», vero, sostenuto da una storia sana di quasi 30 anni dove potersi confrontare, liberi da condizionamenti e da appartenenze, nell’interesse e per il bene comune.
L’adesione è stata forte da parte dei protagonisti del sociale, ma anche dei mezzi di comunicazione: cartacei, radio e televisivi, che ci hanno dato veramente tanto spazio e attenzione probabilmente perché abbiamo scelto di parlare solamente di volontariato: dove la gratuità, la creatività, la freschezza dell’intuizione e la forza della denuncia ma anche del contemporaneo impegno creativo, sono alcune delle coordinate principali.
Oggi, dopo il Salone 2011, è necessario riprendere i fili per scrivere un nuovo patto tra volontariato e istituzioni in un momento di forte scollegamento tra società civile e politiche. Il volontariato in quanto espressione diretta delle realtà del territorio, delle singole comunità, non può sottrarsi dal compito di riallacciare relazioni, ristabilire forma di collegamento non solo per fare servizi ma per contribuire ad uno sviluppo di una cittadinanza attiva. Le Associazioni sono tra i soggetti più credibili sul territorio: con la crisi dei partiti, con la carenza delle parrocchie, con la sostanziale disattenzione dei sindacati le Associazioni sono tra i pochi punti di riferimento credibili e in grado di catalizzare le disponibilità dei cittadini. È il tempo che le Associazioni e le istituzioni capiscano anche questo: che le associazioni come soggetti di responsabilità sociale in una comunità sono una risorsa e non una «rottura», sono alleati e non nemici. In questo senso è il tempo di gettare le basi culturali e operative per riscrivere un patto tra volontariato e istituzioni. E come Cnv siamo disponibili.