Prato

Vivere «il» centro o vivere «in» centro?

Tra le nuove aperture di negozi, che stanno cercando di rivitalizzare la città dentro le mura, e il riassetto urbanistico di punti nevralgici – ne è un esempio significativo piazza delle Carceri – una cosa è certa: il centro storico di Prato non ha mai attirato tanta attenzione quanto adesso. E, insieme all’attenzione, anche i pratesi. In queste sere estive (tempo permettendo), le vie e i vicoli dentro le mura sono tornati mèta per trascorrere qualche ora di relax, tra chiacchiere, musica, buon cibo e qualche bevuta, alla ricerca di un po’ di fresco e di svago.

Sembra, insomma, che i nostri concittadini si siano convinti, dopo anni di latitanza, che il centro storico sia tornato un punto di interesse per i momenti di divertimento non soltanto del venerdì e del sabato sera. Inevitabilmente, però, questo rifiorire della vita notturna in città ha portato non poche polemiche: protagonisti da una parte i residenti della zona e dall’altra i commercianti. I primi, soprattutto in questo periodo, lamentano di non riuscire a dormire nelle ore notturne, con disagi immaginabili soprattutto per le famiglie con figli piccoli; i secondi invece si dicono stanchi di dover fare i conti con continui divieti e multe per disturbo della quiete pubblica.

Inoltre, i titolari di bar, ristoranti e locali difendono la «movida» nel centro storico come antidoto alla criminalità e allo spaccio di droga che che purtroppo affliggono alcune zone della città.Tra i due punti di vista, quale prevarrà?Siamo andati a chiedere ai diretti interessati il loro parere, per capire come la pensa chi in centro ci vive e chi, invece, ci lavora. CI VOGLIONO REGOLE PRECISEVita notturna sì, vita notturna no: i residenti del centro storico hanno la loro personalissima ricetta per poter continuare ad abitare tra le mura cittadine, e a seconda dei trascorsi e delle esperienze quotidiane, la pensano in maniera anche molto diversa.«Ben vengano i locali e la vita serale in centro, – spiega Stefano Ballerini, che oltre ad avere il proprio studio in via del Carmine, vive in via Mazzini dopo diversi anni di residenza in via del Serraglio – ma è necessario regolamentare: deve essere stabilito un orario di chiusura che sia uguale per tutti, con l’obbligo di rispettarlo. I residenti devono permettere alle varie attività di non essere spaventate dall’aprire in centro storico, ma capisco le problematiche dei cittadini e soprattutto delle famiglie con bambini». È di altra opinione Emanuela Pietraroia, abitante di via Cesare Guasti: «Chi vive dento le mura della città – dice – deve mettere in conto che ci deve essere movimento. Il centro va vissuto e, anzi, spero che venga aperto qualche locale anche nella mia strada, che purtroppo è ancora parecchio disabitata. Per questo devono essere favoriti il più possibile locali, ristoranti e bar». E riferendosi all’annosa polemica tra residenti e commercianti, propone: «Diamo vita a un tavolo di confronto tra chi in centro ci vive e chi ci lavora, magari potrebbe essere la soluzione per far rientrare la polemica». Favorevole a trasformare il centro in un luogo da vivere anche Simona Biagianti, residente in piazza Duomo: «Ben vengano le tante presenze serali per le vie del centro storico, – sostiene – ma con giudizio: non si può fare concerti o eventi che durtino fino alle due di notte. Ma sono fiduciosa che una soluzione si possa trovare». E un punto su cui Simona però non transige è quello del traffico: «Via le auto dal centro; – dice senza mezzi termini – secondo me, il più grosso scempio architettonico che è stato fatto dentro le mura è stato quando, nel 2007, sono state tolte le pietre di piazza duomo per lasciare spazio alla colata di asfalto per farci passare gli autobus. È utile far passare i bus dal centro? Forse i commercianti dovrebbero capire che meno traffico c’è dentro le mura e più si agevola il passaggio delle persone».Se ognuno ha il proprio punto di vista sulla cosiddetta «movida», però la pensano esattamente allo stesso modo per quel che riguarda la sicurezza. «Mi è capitato di assistere a episodi di scippi, rapine e situazioni di questo tipo – spiega Emanuela Pietraroia – e più di una volta ho dovuto avvertire le forze dell’ordine». Dello stesso parere Stefano Ballerini: «In centro storico c’è scarsa sicurezza – sottolinea – e francamente non credo che la vita notturna possa risolvere questa cosa: spacciatori e delinquenti si spostano semplicemente in altre zone. Per risolvere la questione ci vorrebbe ben altro». Protagonista di numerosi momenti di tensione è Simona Biaginati, che vive a pochi passi dal Canto alle tre gore, altra zona «calda»: «In centro ci vivo bene, – ammette – ma c’è bisogno di maggior decoro. Mi sono rivolta alla polizia più di una volta e penso che sia necessaria una maggior attenzione da parte dell’amministrazione. I controlli attuali non sono sufficienti».