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Vittime delle mafie: Mattarella, “battere la mafia è possibile, efferato omicidio di don Diana è stato un detonatore di coraggio e volontà di riscatto”

“È un fatto umano – ha detto Mattarella – e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine. Casal di Principe lo ha dimostrato. L’efferato omicidio di don Peppino Diana è stato un detonatore di coraggio e di volontà di riscatto. Ha prodotto un’ondata di sdegno, di partecipazione civile, una vera battaglia di promozione della legalità. Lo ha ricordato il Sindaco poc’anzi, rammentando la grande partecipazione popolare che ha accompagnato il feretro di don Diana”.

“La popolazione ha detto basta alla sopraffazione e alla prepotenza, agevolando, in modo decisivo, l’azione delle forze dell’ordine, degli inquirenti e della magistratura”, ha osservato il Capo dello Stato, aggiungendo che “sono stati tagliati – con l’entusiasmo, con la resistenza, con il rifiuto dei metodi mafiosi, persino con l’ironia – quei fili di complicità, di connivenze, di paura che tenevano incatenati ideali, sogni, energie positive e creative”.

“Nei bunker pieni di lusso dove, asserragliati, vivevano i capi della camorra di Casal di Principe oggi si trovano attività di assistenza, di volontariato, di creatività, di imprenditoria solidale”, ha proseguito Mattarella, riconoscendo che “la città rappresenta un modello virtuoso di partecipazione civile. La solidarietà, l’inclusività, l’arte, la cultura, l’allegria sono antidoti alla mentalità mafiosa, che prospera nell’ignoranza, nel disprezzo degli altri, nella paura”.

“La Repubblica Italiana considera prioritaria la lotta a tutte le mafie. Con leggi e strumenti avanzati, grazie all’impegno di inquirenti e forze dell’ordine – ai quali dobbiamo sempre esprimere vicinanza e riconoscenza – sono state disarticolate organizzazioni potenti e minacciose, capi arroganti sono stati assicurati alla giustizia, intere aree sono state liberate dall’oppressione mafiosa”.

“Grazie anche al lavoro prezioso di associazioni di volontariato – ha riconosciuto il Capo dello Stato –, la cultura dell’antimafia, il rigetto dei metodi criminali si sono diffusi in modo straordinario, specialmente tra i giovani, spezzando le catene dell’omertà e della paura”. “Non dobbiamo smettere di vigilare”, ha ammonito Mattarella, sottolineando che “la criminalità organizzata è capace di vivere nascosta, pronta a rialzare la testa al minimo sintomo di cedimento”.

Dal presidente un monito anche alla politica: “Sia autorevole nel fornire risposte alle emergenze e ai problemi socio-economici dei territori. L’amministrazione sia efficiente, trasparente, rapida nelle decisioni”. Inoltre, “le istituzioni sono chiamate ad abbattere le barriere che impediscono ai giovani di realizzare i propri sogni nel territorio dove hanno le radici”.

E rivolgendosi agli studenti Mattarella ha proseguito: “A Casal di Principe ci sono pregiudizi, preconcetti che sovente vengono registrati. Vi comprendo bene: anche la mia città li ha subiti. Ma voi dovete essere fieri di essere nati in questa terra, che ha saputo compiere questa vera, grande, rinascita. Dovete avvertire l’orgoglio di essere concittadini di don Diana”. 

Il Capo dello Stato ha esortato gli studenti: “Dovete rifiutare, fin dai banchi di scuola, la sopraffazione, la violenza, la prepotenza, il bullismo, che sono un brodo di coltura della mentalità mafiosa. Ricordate sempre, ragazze e ragazzi – se posso chiedervelo –, che siete la generazione della speranza, quella a cui don Diana ha passato idealmente il testimone della legalità”.

E poi, richiamando un pensiero di Antonino Caponnetto, Mattarella ha osservato che “in questa scuola, con i vostri docenti, state ponendo le basi per un futuro migliore, per il vostro territorio, per voi, e per la vita delle vostre comunità”. “Sono venuto questa mattina per portarvi l’apprezzamento e l’incoraggiamento della Repubblica”, ha concluso il presidente: “L’Italia guarda a voi con attenzione, con solidarietà, con simpatia, con fiducia”.