di Lucia PecorarioEra stato il vescovo Simoni, dopo la morte di Wang Jilan, Wang Donglan e Wang Chenwei le tre donne cinesi annegate nel tragico incidente nel sottopasso di via Ciulli, a dire che «La morte, nella sua dura imparzialità, mette a nudo i nostri pregiudizi, ricordandoci che tutti – pratesi di vecchia origine o di recente venuta, e immigrati anche cinesi – siamo tutti accomunati dalla stessa umanità». Martedì mattina ai funerali con rito buddista la presenza di italiani e cinesi vicini a ricordare le vittime voleva dimostrare proprio questo. E anche la Diocesi ha voluto essere presente: non solo con mons. Eligio Francioni, vicario generale, ma anche con don Francesco Wang, cappellano della comunità cinese e fra’ Simone, della comunità Maria Madre dell’Incontro, che opera in via Pistoiese e che venerdì 15 aveva organizzato una veglia di preghiera nella chiesa di Narnali.«Era importante essere presenti ai funerali», afferma Francioni. «Mi sono avvicinato alle persone che stamani piangevano, anche al console, ho portato la partecipazione intensa del Vescovo e di tutta la diocesi. Portavo la preghiera per quelle donne: ci unisce la fede, e quell’unico Dio che è Padre ci attende nella sua casa e dona pace eterna. Dobbiamo essere sempre vicini a coloro che piangono ha sottolineato il vicario soprattutto quando piangono per la morte di persone care. Queste persone hanno bisogno di sentire al vicinanza dei pratesi: che lo si voglia o no, viviamo insieme, e vivremo insieme anche nel futuro».