La dimensione sacramentale dei religiosi e religiose unisce il compito della testimonianza anche martiriale verso il mondo con la necessità di imparare da esso e dalla sua vicende come oggi declinare l’annuncio di Cristo e proporre la sua qualità di vita: lo ha detto oggi a Roma p. Lorenzo Prezzi, direttore della rivista Il Regno, intervenendo con una relazione sul contesto socio-culturale, alla prima giornata della 56° assemblea nazionale dell’Usmi (Unione Superiore Maggiori d’Italia) dedicata al tema Quale profezia della vita religiosa femminile oggi in ascolto della Parola. Citando l’esortazione apostolica post-sinodale Vita consacrata, p. Prezzi ha ricordato che nel nostro mondo, dove sembrano spesso smarrite le tracce di Dio, si rende urgente una forte testimonianza profetica da parte delle persone consacrate. Questa testimonianza verterà anzitutto sull’affermazione del primato di Dio e dei beni futuri, quale traspare dalla sequela e dall’imitazione di Cristo casto, povero e obbediente, totalmente votato alla gloria del Padre e all’amore dei fratelli e delle sorelle.Parlando dei mass-media che portano a mutare il tradizionale rapporto con la realtà e con gli altri uomini e a far valere nuovi paradigmi e modelli di esistenza, p. Prezzi ha affermato che la cultura mediale ignora il lavoro di strutturazione della coscienza e il corrispettivo ethos civile. Ha quindi aggiunto che affermare il valore della parola e la possibilità di attingere alla verità è oggi una pretesa irrituale e pericolosa. Sul momento politico attuale ha poi detto che la fine della questione cattolica’ come questione democristiana’ cambia la relazione tra politica e voto cattolico: lo secolarizza definitivamente, occupandosi poi del tema della biopolitica, che esprime la pretesa di governare il vivente in quanto vivente, di stabilire quale forma o quali forme di vita si voglia tutelare e promuovere. In questo contesto ha poi detto – ai religiosi e religiose compete il dovere di alimentare le forme del legame sociale, ma soprattutto di vigilare perché la tradizione cristiana e cattolica non scada in una religione civile troppo prossima alla politica per essere davvero utile. Tocca ai laici ha aggiunto la responsabilità diretta del confronto nella polis, mentre i religiosi devono manifestare la Chiesa come creatura della Parola, popolo e comunità che vive sotto il segno della croce.Sviluppando poi considerazioni sulla crisi in corso, p. Prezzi ha affermato che dalla crisi finanziaria siamo passati alla crisi economica. Stiamo attendendo la crisi sociale. Cosa succederà a settembre quando molte famiglie non avranno più alcun cespite economico? Forse ha aggiunto – è opportuno pensare seriamente a come fare fronte alle spinte che vanno nella direzione della violenza. Anche per evitare che dalla crisi sociale si arrivi a una crisi istituzionale. Sperando che nel frattempo sia possibile avvertire qualche segnale di ripresa per tutti, dagli analisti ai politici, dagli economisti ai pastori, è chiaro ha aggiunto – che non si uscirà come nulla fosse. Si impone una riflessione sullo stile di vita, meno segnato dalla vanitas’ e più dalla veritas’. Riferendosi poi alla Conferenza nazionale sulla povertà prevista ad ottobre, ha detto: alle religiose e ai religiosi appare evidente l’impegno di condividere da un lato ciò che hanno a disposizione con i più impoveriti e dall’altro di mostrare la qualità di uno stile di vita non condizionato dagli eccessi del potere, degli istinti e del denaro. Si è infine occupato dell’immigrazione e dei risvolti sul dialogo ecumenico ed interreligioso ribadendo che l’affermazione esistenziale della vita consacrata è l’assoluta centralità di Dio.Sir