Vita Chiesa

VITA RELIGIOSA: ASSEMBLEA USMI; ENZO BIANCHI, UNO STILE DI VITA CREDIBILE

“Oggi la vita religiosa conosce una povertà che in qualche caso rasenta la miseria. Ma questa povertà non riguarda la vita spirituale, bensì in alcuni casi il calo delle vocazioni e l’invecchiamento degli istituti”: lo ha detto stamane a Roma il priore della comunità monastica di Bose, Enzo Bianchi, intervenendo alla 56ª assemblea nazionale dell’Usmi (Unione superiore maggiori italiane) con una relazione su “La Vita religiosa, parabola profetica”. Dopo aver affermato che “la società attuale più che ostile appare spesso indifferente rispetto alla vita religiosa”, Bianchi ha esortato le oltre 400 superiore maggiori presenti, e con esse i rispettivi istituti cui in Italia fanno capo 120 mila suore, “a uno stile di vita cristiana affidabile e credibile perché i profeti non si giudicano solo dai loro frutti, ma anche dalla loro stessa vita”. Ha quindi notato che “il primo riferimento per la vita religiosa è la vita di Gesù, di cui i religiosi dovrebbero incarnare gesti e comportamenti”. “In secondo luogo – ha proseguito – la vita dei religiosi dovrebbe essere segnata dalla gratuità perché così facendo si risulta più credibili e graditi anche ai non credenti”. Quanto al celibato, tipico dei religiosi, ha detto che “se non c’è la fecondità fisica, c’è una fecondità diversa, basata su una vita di carità e amore verso tutti gli uomini”. “L’aspetto veramente rivoluzionario della vita religiosa oggi è che, nella attuale situazione di crisi delle vocazioni, è possibile vivere il comandamento dell’amore tra anziane e giovani, tra italiane e religiose che vengono dal terzo mondo, tra intellettuali e religiose più semplici. Il vero miracolo è quando ci si vuole bene”: con queste parole p. Enzo Bianchi, priore della comunità di Bose, ha introdotto la riflessione sulla “vita fraterna” nelle comunità religiose, quale “vera essenza della vita cristiana”. “Essa è una profezia in atto – ha aggiunto – per vivere concretamente il comandamento nuovo dell’amore reciproco. Prima delle ‘opere’ che ogni istituto ha scelto il servizio reciproco nella comunità, l’‘amarsi gli uni gli altri’ insegnato da Gesù costituisce il vero annuncio evangelico che le religiose possono dare al mondo”. Secondo p. Bianchi, “il primo e vero miracolo avviene quando ci si vuole bene davvero, perché questo si nota e permette di testimoniare il Vangelo fino in fondo”. “I religiosi, oggi più di ieri, possono essere considerati un po’ ‘marginali’, ‘dissonanti’, un po’ anche ‘eversivi’ rispetto alla mentalità dominante – ha aggiunto – perché la loro è una sequela radicale del Signore fino all’estremo. Per fare ciò l’ ‘essere’ deve prevalere sul ‘fare’”.Sir