Vita Chiesa
VITA CONSACRATA, MESSAGGIO CEI: IL POPOLO DI DIO SI ATTENDE «UN’EFFICACE TESTIMONIANZA DI SERENITÀ E FIDUCIA»
Il popolo di Dio, nelle sue prove non piccole né rare, attende da coloro che seguono Cristo più da vicino un’efficace testimonianza di serenità e fiducia. In una società, attraversata da una cultura dal cui orizzonte è scomparsa la speranza del futuro di Dio, i figli della Chiesa e, tra loro in modo singolare i consacrati, si sentano abitati dalla speranza. È quanto scrive la Commissione episcopale per il clero e la vita consacrata (Cei) nel messaggio diffuso oggi – in occasione della 10ª Giornata mondiale per la vita consacrata, che la Chiesa celebra domani.
Radicata nella vocazione battesimale e nell’universale chiamata alla santità, la vita consacrata scrivono i vescovi – ha senso nell’essere memoria viva che la Chiesa è sempre in cammino incontro al suo Signore. Ed aggiungono: Se calasse questa tensione, che prende nel tessuto vivo della loro esistenza uomini e donne consacrate, si affievolirebbe la luce della lampada che la stessa vita consacrata è chiamata a diffondere nella Chiesa. Secondo i dati più recenti, i religiosi nel mondo sono circa 1 milione, dei quali 200mila uomini e 800mila donne. La maggior parte di essi (il 44% del totale mondiale), sono in Europa: 63mila religiosi sacerdoti – cui si aggiungono 21mila religiosi non sacerdoti e 366mila religiose. In Italia le religiose sono 80.656, delle quali oltre 7.650 contemplative; i religiosi 21.778.
La Chiesa italiana, in cammino verso il Convegno di Verona, sosta oggi affermano i vescovi nel messaggio per la Giornata per la vita consacrata – in contemplazione e con atteggiamento di gratitudine al Signore per il dono dei consacrati/e che, con la loro presenza capillare nel tessuto delle Chiese locali, tengono accesa la lampada della speranza per rischiarare i passi di noi tutti pellegrini in cammino verso l’incontro con il Signore. I vescovi quindi ricordano che è lo Spirito che conosce le profondità di Dio e fa vedere la sua azione nel mondo. Quindi ciò che conta è accogliere lo Spirito, invocarlo incessantemente e vivere nell’attesa del compimento delle promesse del Signore.
Questa si sottolinea nel messaggio è una stupenda provocazione per le consacrate e i consacrati di oggi, chiamati anch’essi a far riconoscere l’opera di Dio nella storia della Chiesa e del mondo, a vedere ciò che gli altri non vedono, ad alimentare così la speranza che il Signore viene davvero e aiutare umilmente ad attenderlo nella quotidiana e operosa vigilanza.