Toscana

Violenza donne. In Toscana, 101 femminicidi in 10 anni. 13 nel 2016

In 10 anni in Toscana sono state 101 le donne uccise dal proprio partner o dall’ex: 75 le italiane, 26 le straniere. Tredici le vittime di femminicidio solo nel 2016. Dal 2009 al 2017, inoltre, sono 18.939 le donne che hanno chiesto aiuto rivolgendosi per la prima volta a uno dei centro antiviolenza regionali. Violenza che nell’83% è stata esercitata dal partner o dall’ex. In 10 anni in Toscana sono state 101 le donne uccise dal proprio partner o dall’ex: 75 le italiane, 26 le straniere. Tredici le vittime di femminicidio solo nel 2016. Dal 2009 al 2017, inoltre, sono 18.939 le donne che hanno chiesto aiuto rivolgendosi per la prima volta a uno dei centro antiviolenza regionali. Violenza che nell’83% è stata esercitata dal partner o dall’ex. Sono solo alcuni dei dati contenuti nel nono «Rapporto sulla violenza di genere in Toscana», presentato a Palazzo Strozzi Sacrati e curato dall’Osservatorio sociale della Regione Toscana che, dal 2009, svolge un ruolo di monitoraggio.

Per quel che riguarda i femminicidi, in 77 casi (76,2%) l’assassino è di nazionalità italiana. Un ulteriore aspetto che emerge dall’analisi di questo fenomeno estremo è quello dei cosiddetti «orfani speciali», cioè i minori rimasti orfani di madre e, il più delle volte, privi anche della presenza del padre omicida: sono almeno 34 legati ai casi registrati tra il 2006 e il 2016. Tra luglio 2016 e giugno 2017 le donne che si sono rivolte ai centri sono state 3.000, il numero più elevato da quando è iniziata la rilevazione, con un incremento del 22,5% rispetto all’annualità precedente. «Questo però- spiega Valentina Pedani, ricercatrice di Rete Sviluppo per Anci che ha lavorato alla redazione del rapporto- non significa che la violenza sulle donne sta aumentando, visto che stiamo parlando di un fenomeno purtroppo strutturato e costante sia in Italia che in Toscana, ma che il problema sta emergendo sempre di più anche grazie al lavoro di prevenzione, ascolto e sostegno sui territori».

La maggior parte delle donne che si rivolge ai centri antiviolenza è italiana (69,9%). «Ma ciò che emerge nell’ultimo periodo- aggiunge Pedani- è un aumento delle giovani ragazze, minori di 18 anni: da 11 casi del 2015-2016 a 23 nel 2016-2017; si tratta quasi esclusivamente di ragazze italiane». Ad oggi donne seguite dai centri sono 4.017, mentre dal 2009 al 2017, sono 16.686 i figli o figlie che hanno visto le proprie madri subire violenza all’interno delle mura domestiche (12.218 minorenni al momento dei fatti). Dal 2013 a giugno 2017, gli accessi al «codice rosa», il percorso di ingresso ai pronto soccorso toscani per le donne vittime di violenza, sono stati 10.219, di cui 2.577 rilevati negli ultimi dodici mesi (+6,7% rispetto al periodo primo luglio 2015-30 giugno 2016). Di queste 1.136 minorenni. Gli stranieri, invece, rappresentano il 32% degli utenti adulti e il 29,2% degli utenti minorenni.

Ci sono poi i centri di recupero per uomini autori di violenza. Da luglio 2016 a giugno 2017 i quattro centri toscani hanno fatto registrare 89 prese in carico; in 67 casi si tratta di uomini italiani. Sono infine 866.789 gli euro messi in campo per istituire nuove case rifugio o di seconda accoglienza, nuovi sportelli di ascolto territoriali gestiti dai centri antiviolenza, azioni di rete (pronto intervento/emergenza; formazione congiunta; sensibilizzazione della cittadinanza; programmi per autori di violenza; comunicazione e informazione sui servizi della rete; adozione/miglioramento linee di indirizzo condivise).

Per quel che riguarda l’aspetto sociale «le straniere- conclude Pedani- sono più fragili economicamente, dipendono più dal partner e sono più giovani». Nelle italiane, invece, «vi sono donne anche con posizioni economiche elevate, quindi più indipendenti, con un alto livello di istruzione».