Italia
Viareggio, l’assurdità di quelle bare
di Mario Pellegrini
I funerali di Stato non dovrebbero esistere, perché a monte c’è sempre una tragedia, dovuta sia per cause naturali perché c’è sempre un sia pur minimo concorso di colpa quanto e soprattutto per responsabilità diretta o indiretta dell’uomo. Ebbene, i funerali di Stato che si sono svolti martedì scorso allo Stadio dei Pini di Viareggio, di fronte all’assurdità di quindici bare allineate sul prato di cui due bianche perché contenenti i corpi straziati di due bambini rientrano in questa seconda categoria, visto che la morte per alcuni immediata, per altri dopo indicibili sofferenze è piombata improvvisa senza un perché o per tanti, troppi perché – su quindici innocenti (altri sette erano già volati per la loro terra di origine: il Marocco. Sotto un sole cocente, migliaia e migliaia di persone venti, venticinquemila? hanno atteso pazientemente l’arrivo del Capo dello Stato Giorgio Napolitano e dei presidenti del Senato Schifani e della Camera Fini, a loro volta accompagnati dai ministri Ronchi e Matteoli.
Ma al di là del commovente incontro del Presidente della Repubblica con i più stretti familiari delle vittime, il momento più toccante è stato il minuto di silenzio richiesto prima che iniziasse la cerimonia ufficiale. D’improvviso, una folla enorme già composta e consapevole del particolare momento che stava vivendo, ha fatto precipitare tutto lo Stadio in un’atmosfera irreale poi sfociata nel prolungato applauso che ha finito col rompere l’irreale incantesimo.
Prima del rito religioso l’Arcivescovo di Lucca Italo Castellani ha dato lettura del messaggio del Papa inviato dal Segretario di Stato Vaticano Cardinale Tarcisio Bertone e poi del Presidente della Cei cardinale Angelo Bagnasco per conto di tutta la Chiesa italiana. Quindi, nel palco innalzato di fronte alle bare, alle tende dove avevano preso posto i familiari delle vittime, ed alla tribuna centrale, riservata a tutte le altre autorità presenti ed ai sindaci di gran parte della Toscana, ha avuto inizio la solenne Concelebrazione Eucaristica presieduta dall’Arcivescovo, Italo Castellani, con la partecipazione del vescovo emerito di Lucca Bruno Tommasi e dei vescovi di Pistoia Mansueto Bianchi, di San Miniato Fausto Tardelli (ambedue provenienti dalla Diocesi di Lucca) e di Massa-Carrara-Pontremoli Eugenio Binini (tre delle vittime erano parenti di un suo sacerdote), oltre che di una quarantina di sacerdoti delle parrocchie versiliesi, sia della Diocesi di Lucca che di Pisa e Massa Carrara-Pontremoli.
Particolarmente toccante è poi risultata l’omelia-preghiera dell’arcivescovo Castellani che, alternando momenti di illuminata lucidità ad altri di intensa commozione, dopo aver ricordato l’altra tragedia dell’Abruzzo, si è soffermato sul valore della vita umana, su quello della sofferenza – di cui ancora molti provano nel corpo e dei congiunti che all’ improvviso hanno perduto una parte di loro – ma anche su quello della solidarietà, di cui Viareggio è stata splendida testimone attraverso l’opera dei Volontari di Protezione Civile, dei Vigili del Fuoco e delle Forze dell’Ordine che nell’occasione hanno anche fatto la scorta d’onore a quanti hanno perduto la vita nella tragica notte fra il 29 e il 30 giugno.
Con il canto di Panis angelicus da parte di Andrea Bocelli e quindi con il corteo dei quindici carri funebri che hanno percorso la pista dello Stadio per far ricevere agli scomparsi l’ultimo caloro applauso da parte della folla che, malgrado il caldo afoso, è rimasta composta al proprio posto fino all’ultimo istante. E qui ha avuto termine l’ufficialità della cerimonia di Stato, poi proseguita privatamente dal Presidente Napolitano all’Ospedale Versilia, dove si è recato al capezzale dei feriti qui ricoverati e incontrare i familiari che seguono con apprensione il decorrere della degenza.
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