Vita Chiesa
Viareggio, la «missione» di spiaggia
Il sabato sera è stata introdotta una novità rispetto alle passate edizioni della missione. Le varie equipe hanno passato la notte in pub e discoteche. Tutti in maglia nera con lo stesso slogan del pomeriggio, «Annuncia la Parola». Dopo le celebrazione della Messa hanno raggiunto i loro coetanei nei luoghi del divertimento versiliano. «È tutta da inventare la serata di sabato», ha detto Giovanni Turiano alla partenza della missione. Adesso, a conti fatti, non ne è assolutamente pentito. Nelle discoteche due equipe sono state fatte entrare liberamente. Una di esse è riuscita addirittura ad andare in pista a dare l’annuncio della sua presenza.
Sette giorni è durata in tutto la missione. Forse pochi. Di sicuro sette giorni intensi, in cui non ci si è mai risparmiati. A Viareggio adesso al Convento Sant’Antonio rimangono tante stanze vuote dopo questa missione. Alcuni ragazzi vorrebbero prendere il «testimone». Potrebbe nascere una nuova fraternità GiFra in Toscana. Sono alcuni dei frutti di sette giorni passati ad annunciare la Parola.
«Eravamo un fiume di 350 persone davanti a quella che ormai è diventata la “nostra” chiesa, S. Antonio da lì siamo partiti, armati di megafoni, tanta voce e un immenso entusiasmo, pronti per invadere le strade di questa Viareggio». Laura è partita dal Piemonte con Lorena, forse un perplessa all’inizio, «ma la cosa più straordinaria è stata vederci uno, una sola voce, un solo battere di mani, un solo sorriso profuso a tutti coloro che, straniti e un po’ perplessi, ci vedevano arrivare. Sì, perché siamo 350 e proveniamo da tutta Italia; molti di noi conoscevano solo i compagni della propria regione fino due giorni prima eppure i momenti insieme di fronte al Nostro Padre ci hanno fatti scoprire davvero fratelli, compagni di questa avventura che ci ha chiamati fino qui».