Pisa

Viareggio: aiutiamoli a rialzarsi

di Caterina Guidi

Una ferita difficile a rimarginarsi. Non solo per via di quei 31 morti – molti dei quali bambini – che Viareggio ha pianto. Non solo per via dei feriti, alcuni dimessi dopo una lunga degenza, cinque ancora oggi ricoverati. Ci sono i danni materiali, alle case, ai magazzini, ai luoghi di lavoro: quei danni che sul momento passano un po’ «in secondo piano», davanti alla tragedia delle vite umane distrutte. Ma che poi si fanno sentire con ripercussioni sull’economia locale e non solo. Così la Caritas si è mossa, ed ha elaborato un progetto ad hoc per «farsi prossima alle vittime più deboli e meno tutelate del disastro di Viareggio», come si legge nel comunicato.

L’impegno della caritasUn aiuto che duri nel tempo – al di là del calo di attenzione dei media – e un’attenzione ai casi «particolari», quelli che rischiano di sfuggire alle competenze degli enti pubblici. Questi gli imperativi che la Caritas di Lucca si è data a quasi sei mesi da quel 29 giugno, in vista del primo Natale post-disastro. Ci sono diversi piani di intervento da considerare: c’è chi ha subito lutti e danni fisici, e necessita di un intervento psicologico per superare i traumi. Ci sono i bambini che hanno perso i genitori e le famiglie che hanno perso l’unico reddito. In agenda c’è la collaborazione con gli enti locali, la costituzione di un fondo di solidarietà per le vittime e l’accordo con i servizi sociali per ridare una stabilità economica a quanti hanno perso la casa e il lavoro. Bisogna tener presente che in via Ponchielli abitavano e lavoravano anche diversi immigrati e i loro guadagni dovevano sostenere le famiglie nei paesi di origine: la Caritas di Lucca vuol farsi carico anche delle loro esigenze. Con loro collabora la Caritas di Pisa, dando la possibilità di destinare a questa iniziativa le offerte della colletta per l’Avvento 2009. Tradotto in cifre, l’investimento totale previsto è di 30mila euro. Le risposte «dall’alto»Ma la solidarietà «privata» dovrebbe viaggiare di pari passo con l’iniziativa pubblica. Nei giorni scorsi il sindaco di Viareggio Luca Lunardini e l’assessore regionale all’Istruzione e al lavoro Gianfranco Simoncini hanno portato alla commissione Lavori pubblici del Senato le richieste della città: «già per questo anno – spiega Lunardini – c’è uno stanziamento di 15 milioni per la ricostruzione, messi a disposizione dal dipartimento di Protezione civile in via diretta e straordinaria. Nel 2010 ci sarà una seconda erogazione, e ne abbiamo richiesto garanzia alla commissione del Senato. Abbiamo domandato inoltre un intervento legislativo per esonerare dal pagamento delle tasse i viareggini colpiti, almeno finchè non sarà ultimata la ricostruzione». Uno sguardo anche al futuro, perché tali drammi non abbiano a ripetersi: «vogliamo che siano estese a tutti i centri abitati le norme di sicurezza oggi in vigore nella stazione di Viareggio: l’abbassamento del limite di velocità da 90 a 50 km orari, l’allontanamento delle case dai binari e la costruzione di un muro di protezione». Nel frattempo l’austriaca Gatx, proprietaria della cisterna che ha dato origine alla sciagura, ha risposto all’appello delle Ferrovie dello Stato, promettendo una liquidazione dei danni in tempi brevi. Viareggio ricordaAllo scadere dei cinque mesi dalla tragedia – il 29 novembre scorso – i viareggini hanno pregato per i loro morti e per i feriti ancora ricoverati, con una Messa alla chiesa della Misericordia. In serata si sono dati appuntamento alla stazione e si sono diretti in corteo fino alle palazzine semi-carbonizzate di via Ponchielli: un modo per ricordare chi non c’è più, per essere vicini a chi ha perso tutto e per chiedere a gran voce che sia fatta giustizia.