Cet Notizie
Viaggio apostolico in Polonia (16-19 agosto 2002)
CERIMONIA DI BENVENUTO ALL’AEROPORTO INTERNAZIONALE DI KRAKÓW-BALICE
SANTA MESSA E DEDICAZIONE DEL SANTUARIO DELLA MISERICORDIA A KRAKÓW-ŁAGIEWNIKI
SANTA MESSA E BEATIFICAZIONE DI QUATTRO SERVI DI DIO NEL PARCO DI BLONIE A KRAKÓW
SANTA MESSA NEL 400° ANNIVERSARIO DELLA DEDICAZIONE DEL SANTUARIO DI KALWARIA ZEBRZYDOWSKA
CERIMONIA DI CONGEDO ALL’AEROPORTO INTERNAZIONALE DI KRAKÓW-BALICE
Giovanni Paolo II è arrivato all’aeroporto internazionale di Kraków-Balice alle 18.15 di venerdì 16 agosto, accolto dal Presidente della Repubblica Aleksander Kwaśniewski, numerose autorità politiche e civili; dai Cardinali Józef Glemp, Primate di Polonia e Arcivescovo di Warszawa; Franciszek Macharski, Arcivescovo di Kraków e Henryk Roman Gulbinowicz, Arcivescovo di Wrocław. Dopo i saluti del Presidente della Repubblica e dell’Arcivescovo di Kraków, card. Franciszek Macharski, il Papa ha pronunciato questo discorso:
1. Di nuovo saluto la Polonia e tutti i miei Connazionali. Lo faccio con gli stessi sentimenti di commozione e di gioia che provo ogni volta che mi ritrovo in Patria. Ringrazio vivamente il Signor Presidente per le parole di saluto che poc’anzi mi ha rivolto a nome proprio e delle autorità civili della Repubblica Polacca. Sono grato al Cardinale Franciszek Macharski per le espressioni di benevolenza indirizzatemi a nome della Metropolia di Cracovia a me tanto vicina, nonché a nome dell’Episcopato Polacco e di tutto il Popolo di Dio che vive nella nostra Patria.
Questa volta vengo soltanto a Cracovia, ma con un pensiero cordiale abbraccio l’intera Polonia e tutti i Connazionali. Saluto il Signor Cardinale Primate, gli altri Cardinali, i Fratelli nell’Episcopato, i sacerdoti, i rappresentanti delle Famiglie religiose maschili e femminili, i seminaristi e tutti i fedeli laici. Una parola di saluto rivolgo ai rappresentanti delle Autorità statali e locali; ai membri del Corpo Diplomatico con il loro decano, il Nunzio Apostolico; alle autorità civili delle città di Cracovia, di Kalwaria Zebrzydowska e di Wadowice.
In modo particolare, voglio salutare la mia città di Cracovia e tutta l’Arcidiocesi. Saluto il mondo della scienza e della cultura, gli ambienti universitari e quanti con un lavoro intenso nell’industria, nell’agricoltura e negli altri settori contribuiscono a costruire lo splendore materiale e spirituale della città e della regione.
Voglio abbracciare i bambini e i giovani. Ringrazio questi ultimi per la testimonianza di fede che pochi giorni fa hanno dato a Toronto durante l’indimenticabile XVII Giornata Mondiale della Gioventù. In modo particolare, saluto coloro che portano il peso della sofferenza: i malati, le persone sole, gli anziani, coloro che vivono nella povertà e nell’indigenza. Durante questi giorni continuerò a raccomandare le vostre sofferenze alla Misericordia di Dio, e a voi chiedo di pregare, affinché il mio ministero apostolico sia fruttuoso e colmi ogni aspettativa.
Con rispetto e deferenza mi rivolgo ai fratelli Vescovi e ai fedeli della Chiesa Ortodossa, della Chiesa Evangelica Luterana e ai fedeli delle altre Chiese e Comunità ecclesiali. Saluto la comunità degli Ebrei, i seguaci dell’Islam e tutti gli uomini di buona volontà.
2. Fratelli e Sorelle! “Dio ricco di misericordia“. Ecco il motto di questo pellegrinaggio. Ecco il suo proclama. È stato preso dall’Enciclica Dives in misericordia, però qui, a Cracovia, a Łagiewniki questa verità ha trovato la sua particolare rivelazione. Da qui, grazie all’umile servizio di un’insolita testimone santa suor Faustina risuona il messaggio evangelico dell’amore misericordioso di Dio. Ecco perché la prima tappa del mio pellegrinaggio e il primo scopo è la visita al Santuario della Divina Misericordia. Sono lieto di avere la possibilità di dedicare il nuovo tempio, che diventa un centro mondiale del culto di Gesù misericordioso.
La Misericordia di Dio trova il suo riflesso nella misericordia degli uomini. Da secoli Cracovia si è gloriata di grandi personaggi che, fidando nell’amore divino, testimoniarono la misericordia tramite concreti atti d’amore verso il prossimo. Basti menzionare santa Edvige, san Giovanni di Kęty, Padre Piotr Skarga o san Fra’ Alberto. A Dio piacendo, ora a loro si uniranno i servi di Dio che eleverò alla gloria degli altari durante la Santa Messa nel Parco di Błonie. La beatificazione di Sigismondo Felice Feliński, Jan Beyzym, Sancja Szymkowiak e Jan Balicki costituisce il secondo scopo del mio pellegrinaggio. Sin d’ora auspico che questi nuovi Beati, i quali hanno dato l’esempio di un servizio di misericordia, ci ricordino il grande dono dell’amore di Dio e ci dispongano a praticare quotidianamente l’amore del prossimo.
C’è un terzo scopo del pellegrinaggio a cui voglio accennare. È la preghiera di ringraziamento per i 400 anni del Santuario di Kalwaria Zebrzydowska, al quale sono legato fin dall’infanzia. Lì, sui sentieri percorsi nella preghiera, ho cercato ispirazione per il mio servizio alla Chiesa di Cracovia e in Polonia, e lì ho preso varie difficili decisioni pastorali. Lì appunto, tra il popolo fedele e orante, ho appreso la fede che mi è di guida anche sulla Sede di Pietro. Per l’intercessione della Madonna di Kalwaria voglio ringraziare Dio per questo dono.
3. Il pellegrinaggio e la meditazione sul mistero della Divina Misericordia non possono svolgersi senza riferimento alle vicende quotidiane di coloro che vivono in terra polacca. Perciò di esse desidero con particolare attenzione farmi carico e raccomandarle a Dio, fiducioso che Egli moltiplicherà con la sua benedizione i successi, e che le difficoltà e i problemi troveranno felice soluzione grazie al suo aiuto.
Le vicende polacche mi stanno molto a cuore. So quanto è cambiata la nostra Patria dal tempo della mia prima visita nel 1979. Questo è un nuovo pellegrinaggio, durante il quale posso osservare come i polacchi gestiscono la riconquistata libertà. Sono convinto che il nostro Paese si diriga coraggiosamente verso nuovi orizzonti di sviluppo nella pace e nella prosperità.
Sono lieto che, nello spirito dell’insegnamento sociale della Chiesa, molti miei Connazionali si impegnino nel costruire la comune casa della Patria sul fondamento della giustizia, dell’amore e della pace. So che tanti osservano e valutano con sguardo critico il sistema, che pretende di governare il mondo contemporaneo secondo una visuale materialista dell’uomo. La Chiesa ha sempre ricordato che non si può costruire un futuro felice della società sulla povertà, sull’ingiustizia, sulla sofferenza di un fratello. Gli uomini che si muovono nello spirito dell’etica sociale cattolica non possono restare indifferenti di fronte alle sorti di coloro che rimangono senza lavoro, vivono in uno stato di crescente povertà senza alcuna prospettiva di miglioramento della propria situazione e del futuro dei loro figli.
So che tante famiglie polacche, soprattutto le più numerose, tanti disoccupati e persone anziane portano il peso dei cambiamenti sociali ed economici. A tutti costoro voglio dire che condivido il loro fardello e la loro sorte. Condivido le loro gioie e le loro sofferenze, i progetti e gli impegni protesi verso un futuro migliore. Ogni giorno li sostengo nelle loro buone intenzioni con una fervida preghiera.
A loro e a tutti i miei Connazionali porto oggi il messaggio della speranza che scaturisce dalla Buona Novella: Dio ricco di misericordia rivela ogni giorno in Cristo il suo amore. Lui, Cristo risorto, dice a ognuno e ognuna di voi: “Non temere! Io sono il Primo e l’ Ultimo, il Vivente. Io ero morto, ma ora vivo per sempre” (Ap 1, 17-18). Ecco il proclama della Divina Misericordia, che porto oggi alla mia Patria e ai miei Connazionali: “Non temere”! Confida in Dio che è ricco di misericordia. È con te Cristo, l’infallibile Datore della speranza.
Carissimi Fratelli e Sorelle! I tre giorni del mio soggiorno in Patria facciano rinascere in noi una profonda fede nella potenza della misericordia di Dio. Ci uniscano ancor di più nell’amore; ci stimolino alla responsabilità per la vita di ogni uomo e ogni donna e per le loro esigenze quotidiane; ci predispongano alla bontà, alla reciproca comprensione, affinché diventiamo ancor più vicini nello spirito della misericordia. La grazia della speranza riempia i vostri cuori!
Ancora una volta cordialmente saluto quanti sono qui presenti e tutti benedico di cuore.
Carissimi Fratelli e Sorelle!
1. Ripeto oggi queste semplici e sincere parole di Santa Faustina, per adorare assieme a lei e a tutti voi il mistero inconcepibile ed insondabile della misericordia di Dio. Come lei, vogliamo professare che non esiste per l’uomo altra fonte di speranza, al di fuori della misericordia di Dio. Desideriamo ripetere con fede:
Di questo annuncio, che esprime la fiducia nell’amore onnipotente di Dio, abbiamo particolarmente bisogno nei nostri tempi, in cui l’uomo prova smarrimento di fronte alle molteplici manifestazioni del male. Bisogna che
2. Stiamo per dedicare questo nuovo tempio alla Misericordia di Dio. Prima di questo atto voglio
Saluto di cuore tutti i partecipanti a questa celebrazione, e, in modo particolare, i rappresentanti della Fondazione del Santuario della Divina Misericordia che ne ha curato la costruzione, e le maestranze delle varie imprese. So che molti qui presenti hanno con generosità sostenuto materialmente questa costruzione. Prego Dio perché ricompensi la loro magnanimità e il loro impegno con la sua benedizione!
3. Fratelli e Sorelle! Mentre dedichiamo questa nuova chiesa, possiamo porci la domanda che travagliava il re Salomone, quando stava consacrando come abitazione di Dio il tempio di Gerusalemme: “Ma è proprio vero che Dio abita sulla terra? Ecco, i cieli e i cieli dei cieli non possono contenerti, tanto meno questa casa che io ho costruita!” (1 Re 8, 27). Sì, a prima vista, legare determinati “spazi” alla presenza di Dio potrebbe sembrare inopportuno. Tuttavia bisogna ricordare che il tempo e lo spazio appartengono interamente a Dio. Anche se il tempo e tutto il mondo possono considerarsi il suo “tempio”, tuttavia ci sono tempi e luoghi che Dio sceglie, affinché in essi gli uomini sperimentino in modo speciale la sua presenza e la sua grazia. E la gente, spinta dal senso della fede, viene in questi luoghi, sicura di porsi veramente davanti a Dio presente in essi.
Con questo stesso spirito di fede sono giunto a Łagiewniki per dedicare questo nuovo tempio, convinto che esso sia un luogo speciale scelto da Dio per spargere la grazia della sua misericordia. Prego affinché questa chiesa sia sempre un luogo di annuncio del messaggio sull’amore misericordioso di Dio; un luogo di conversione e di penitenza; un luogo di celebrazione dell’Eucaristia, fonte della misericordia; un luogo di preghiera e di assidua implorazione della misericordia per noi e per il mondo. Prego con le parole di Salomone: “Volgiti alla preghiera del tuo servo e alla sua supplica. Signore mio Dio; ascolta il grido e la preghiera che il tuo servo oggi innalza dinanzi a te! Siano aperti i tuoi occhi notte e giorno verso questa casa… Ascolta la preghiera che il tuo servo innalza in questo luogo. Ascolta la supplica del tuo servo e di Israele tuo popolo, quando pregheranno in questo luogo. Ascoltali dal luogo della tua dimora, nel cielo; ascolta e perdona!” (1 Re 8, 28-30).
4. “È giunto il momento, ed è questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in Spirito e verità; perché il Padre cerca tali adoratori” (Gv 4, 23). Quando leggiamo queste parole del Signore Gesù nel Santuario della Divina Misericordia, ci rendiamo conto in modo tutto particolare che
E così il “convincere quanto al peccato” diventa al tempo stesso un convincere che
Credo fermamente che questo nuovo tempio rimarrà per sempre un luogo dove le persone si presenteranno davanti a Dio in Spirito e verità. Verranno con la fiducia che assiste quanti umilmente aprono il cuore all’azione misericordiosa di Dio, a quell’amore che anche il più grande peccato non può sconfiggere. Qui, nel fuoco dell’amore divino, i cuori arderanno bramando la conversione, e chiunque cerca la speranza troverà sollievo.
5. “Eterno Padre, Ti offro il Corpo e il Sangue, l’Anima e la Divinità del tuo dilettissimo Figlio e Nostro Signore Gesù Cristo, per i peccati nostri e del mondo intero; per la Sua dolorosa Passione, abbi misericordia di noi e del mondo intero” (Diario, 476 – ed. it. p. 193).
Perciò oggi, in questo Santuario, voglio
Bisogna accendere questa scintilla della grazia di Dio. Bisogna trasmettere al mondo questo fuoco della misericordia.
Domenica 18 agosto il Papa ha celebrato l’Eucarestia nel Parco di Błonie, per la beatificazione dei Servi di Dio: Zygmunt Szczęsny Feliński (1822-1895), Arcivescovo di Warszawa, Fondatore della Congregazione delle Suore Francescane della Famiglia di Maria; Jan Balicki (1869-1948), sacerdote della diocesi di Przemyśl; Jan Beyzym (1850-1912), sacerdote professo della Compagnia di Gesù, missionario tra i lebbrosi in Madagascar; Sancja Szymkowiak (1910-1942), suora professa della Congregazione della Beata Vergine Maria Addolorata (Suore Serafiche). Nel corso della solenne liturgia, dopo il Rito di Beatificazione e la lettura del Santo Vangelo, Giovanni Paolo II ha pronunciato la seguente omelia:
“Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati” (Gv 15, 12).
Carissimi Fratelli e Sorelle!
1. Le parole del Signore Gesù, che abbiamo appena ascoltato, si iscrivono in modo particolare nel tema dell’odierna assemblea liturgica nei Błonia di Cracovia: “
Quando siamo coscienti di questa verità, ci rendiamo conto che l’invito di Cristo ad amare gli altri, come Egli ha amato noi,
2. L’invito a testimoniare la misericordia risuona con singolare eloquenza qui, nell’amata Cracovia, sovrastata dal Santuario della Divina Misericordia di Łagiewniki e dal nuovo tempio, che ieri ho avuto la gioia di consacrare. Qui, quest’invito risuona familiare, perché si richiama alla secolare tradizione della Città, di cui nota particolare è stata sempre
Ringrazio il Cardinale Franciszek Macharski che, con le sue parole di saluto, ha voluto ricordarci questa tradizione. Sono riconoscente per l’invito a visitare la mia Cracovia e per l’ospitalità offertami. Saluto tutti i presenti, ad iniziare dai Cardinali e Vescovi, nonché coloro che partecipano a questa Eucarestia attraverso la radio e la televisione.
Saluto tutta la Polonia. Percorro idealmente il luminoso itinerario, con cui Santa Faustina Kowalska si è preparata ad accogliere il messaggio della misericordia da Warsavia, attraverso Płock, Vilnius, fino a Cracovia ricordando anche quanti in questo itinerario hanno cooperato con l’Apostola della Misericordia. Abbraccio con il cuore i miei Connazionali, e particolarmente quelli colpiti dalla sofferenza e dall’infermità; quanti sono provati da molteplici difficoltà, i disoccupati, i senza tetto, le persone di età avanzata e in solitudine, le famiglie con più figli. Assicuro loro che sono spiritualmente vicino e li accompagno costantemente con la preghiera. Il mio saluto s’estende ai Connazionali sparsi nel mondo. Saluto di cuore anche i pellegrini qui convenuti da diversi Paesi d’Europa e del mondo.
3. Dall’inizio della sua esistenza la Chiesa, richiamandosi al mistero della Croce e della Risurrezione, predica la misericordia di Dio, pegno di speranza e fonte di salvezza per l’uomo. Sembra, tuttavia, che
Dio ha scelto per questo i nostri tempi. Forse perché il ventesimo secolo, nonostante indiscutibili successi in molti campi, è stato segnato, in modo particolare, dal “
Sperimentando questo mistero, l’uomo vive la paura del futuro, del vuoto, della sofferenza, dell’annientamento. Forse proprio per questo è come se Cristo, mediante la testimonianza di un’umile suora, fosse entrato nei nostri tempi per indicare chiaramente la fonte di sollievo e di speranza che si trova nell’eterna misericordia di Dio.
Bisogna
4. La Chiesa desidera annunziare instancabilmente questo messaggio, non solo con fervide parole, ma con una sollecita pratica della misericordia. Per questo ininterrottamente indica stupendi esempi di persone
Il Beato Sigismondo Felice Feliński, Arcivescovo di Varsavia, in un difficile periodo segnato dalla mancanza di libertà nazionale, ha invitato a perseverare nel servire generosamente i poveri, ad aprire istituzioni educative e strutture caritative. Egli stesso fondò un orfanotrofio e una scuola, e fece venire nella Capitale le Suore della Beata Vergine Maria della Misericordia, sostenendo l’opera da loro iniziata. Dopo la caduta dell’insurrezione del 1863, guidato da sentimenti di misericordia verso i fratelli, difese apertamente i perseguitati. Il prezzo pagato per questa fedeltà è stata la deportazione all’interno della Russia, durata vent’anni. Anche lì continuò a ricordarsi delle persone povere e smarrite, mostrando loro grande amore, pazienza e comprensione. È stato scritto di lui che, “durante il suo esilio, oppresso da tutte le parti, nella povertà di preghiera, è rimasto sempre solo ai piedi della Croce, raccomandandosi alla Divina Misericordia”.
È un esempio di ministero pastorale, che oggi in modo speciale
Mosso da questo spirito di carità sociale, l’Arcivescovo Feliński si è impegnato profondamente nella difesa della libertà nazionale. Questo è necessario anche oggi, quando diverse forze, spesso guidate da una falsa ideologia di libertà, cercano di appropriarsi di questo terreno. Quando una rumorosa propaganda di liberalismo, di libertà senza verità e responsabilità, si intensifica anche nel nostro Paese, i Pastori della Chiesa non possono non annunciare l’unica e infallibile filosofia della libertà che è la verità della Croce di Cristo. Tale filosofia di libertà è strutturalmente legata alla storia della nostra nazione.
5. Il desiderio di portare la misericordia ai più bisognosi ha condotto il Beato Giovanni Beyzym nel lontano Madagascar, dove per amore di Cristo ha dedicato la sua vita ai lebbrosi. Servì giorno e notte coloro che vivevano emarginati ed estromessi dalla vita della società. Con le sue opere di misericordia a favore di persone abbandonate e disprezzate, ha dato una testimonianza straordinaria. Testimonianza prima risuonata a Cracovia, poi in Polonia e quindi fra i polacchi all’estero. Sono stati raccolti fondi per costruire l’ospedale intitolato alla Madonna di Częstochowa, che tutt’oggi esiste. Uno dei promotori di questo aiuto è stato il Santo Fratel Alberto.
Mi rallegro che questo
L’opera caritatevole del Beato Giovanni Beyzym era iscritta nella sua missione fondamentale: portare il Vangelo a coloro che non lo conoscono.
6. Dal servizio alla misericordia fu segnata la vita del Beato Giovanni Balicki. Da sacerdote egli ha avuto sempre un cuore aperto ai bisognosi. Il suo ministero di misericordia, oltre all’aiuto ai malati e ai poveri, si è espresso con particolare energia mediante
Ricordandolo, vorrei dire ai sacerdoti e seminaristi: vi prego, Fratelli, non dimenticate che,
7. L’opera della misericordia ha tracciato l’itinerario della vocazione religiosa della Beata Sancja Giannina Szymkowiak, Suora “Serafica”. Già dalla sua famiglia ricevette un fervido amore al Sacro Cuore di Gesù, e in questo spirito fu piena di bontà verso tutti, specialmente verso i più poveri e bisognosi. Cominciò a recare aiuto ai poveri prima come membro del Sodalizio Mariano e dell’Associazione della Misericordia di San Vincenzo, per dedicarsi poi, abbracciata la vita religiosa, al servizio degli altri con più fervore. Accettò i tempi duri dell’occupazione nazista quale occasione per consacrarsi completamente ai bisognosi. Considerava la sua vocazione religiosa un dono della Divina Misericordia.
Salutando la Congregazione della Beata Vergine Maria Addolorata – le Suore “Serafiche” -, mi rivolgo a tutte le religiose e persone consacrate. La Beata Sancja sia la vostra patrona. Appropriatevi del suo testamento spirituale condensato in una semplice frase: “Se ci si dedica a Dio, bisogna donarsi fino a perdersi totalmente”.
8. Fratelli e Sorelle, contemplando le figure di questi Beati, voglio ricordare ancora una volta quanto ho scritto nell’Enciclica sulla Divina Misericordia: “L’uomo giunge all’amore misericordioso di Dio, alla sua misericordia,
Di fronte alle moderne forme di povertà che, come mi è noto, non mancano nel nostro Paese, è necessaria oggi come l’ho definita nella lettera Novo millennio ineunte una “
C’è bisogno di questo sguardo d’amore per accorgersi del fratello accanto a noi, che con la perdita del lavoro, della casa, della possibilità di mantenere degnamente la famiglia e dare istruzione ai figli, sperimenta un senso di abbandono, smarrimento e sfiducia. C’è bisogno della “fantasia della carità” per poter aiutare un bambino trascurato materialmente e spiritualmente; per non volgere le spalle al ragazzo o alla ragazza irretiti nel mondo delle varie dipendenze o del crimine; per portare consiglio, consolazione, sostegno spirituale e morale a chi intraprende un combattimento interiore con il male. Non manchi la “fantasia” dove un bisognoso supplica: “Dacci oggi il pane nostro quotidiano”. Grazie all’amore fraterno, non manchi mai questo pane. “Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia” (Mt 5, 7).
9. Durante il mio primo pellegrinaggio in Patria nel 1979, qui ai Błonia ho detto che “quando siamo forti dello Spirito di Dio, siamo anche forti della fede nell’uomo forti della fede, della speranza e della carità che sono indissolubili e siamo pronti a rendere testimonianza alla causa dell’uomo di fronte a colui, al quale sta veramente a cuore questa causa”. Perciò vi ho chiesto: “Non disdegnate mai la Carità che è la cosa “più grande”, che si è manifestata attraverso la Croce, e senza la quale la vita umana non ha né radici né senso” (10.06.1979; Insegnamenti di Giovanni Paolo II, II, p. 1521-1522).
Fratelli e Sorelle, oggi ripeto questo invito: apritevi al dono più grande di Dio, al suo amore che, mediante la Croce di Cristo, si è manifestato al mondo quale amore misericordioso. Oggi, che viviamo in altri tempi, all’alba del nuovo secolo e millennio, continuate ad essere “pronti a rendere testimonianza alla causa dell’uomo”. Oggi, con tutta la forza, prego i figli e le figlie della Chiesa e gli uomini di buona volontà di
ANGELUS NEL PARCO DI BLONIE
Al termine della Santa Messa celebrata nel Parco di Błonie a Kraków per la proclamazione di 4 nuovi Beati, prima di recitare l’Angelus Giovanni Paolo II ha rivolto ai presenti le seguenti parole:
Prima di concludere la Liturgia con la preghiera dell’Angelus, voglio rivolgermi ai giovani. Purtroppo durante la visita non è stato possibile un incontro speciale con loro, che ho visto lungo tutto il percorso del pellegrinaggio. So essere qui presente un folto gruppo di membri del movimento Luce e Vita, che ha trascorso la notte in preghiera nella Chiesa dei SS. Pietro e Paolo nella parrocchia di Tutti i Santi, per poter incontrare il Papa durante questa solenne Santa Messa. Mi ricordo che esattamente trent’anni fa, il 16 agosto, a Blyszcz, vicino a Tylmanowa, ebbi modo di partecipare ai cosiddetti “Giorni di Comunione”. Dicevo allora che mi è familiare lo stile di vita proposto ai giovani dal Servo di Dio, Padre Franciszek Blachnicki. E non ho mai cambiato idea.
Ringrazio Dio per questo movimento, che negli anni difficili del passato ha portato tanti frutti spirituali nel cuore dei giovani, e oggi rappresenta un ambiente stimolante per la crescita spirituale della gioventù e delle famiglie. Amati membri dell’Oasi, quando ero Vescovo di Cracovia ho cercato di sostenervi con la mia presenza; come Vescovo di Roma continuo ad accompagnarvi ininterrottamente con la preghiera e la vicinanza spirituale. L’amore per l’Eucaristia e per la Bibbia illumini sempre di luce divina i sentieri della vostra vita.
Carissimi giovani amici! Recentemente a Toronto, in Canada, si è svolto l’incontro speciale dei giovani di tutto il mondo, che avviene ogni due anni, chiamato Giornata Mondiale della Gioventù. È stato un avvenimento meraviglioso, vissuto con spirito di fede; è la fede il solido fondamento dell’entusiasmo delle aspirazioni e dei propositi giovanili. Come ho già detto, sulle rive del lago Ontario abbiamo rivissuto l’esperienza della gente di Galilea, alla quale Gesù consegnò il messaggio delle Beatitudini sulle sponde del lago di Tiberiade. Oggi ritorno a tale esperienza, tenendo presente il messaggio sulla Divina Misericordia. Tramite santa Faustina Dio lo consegna a voi, affinché nella sua luce possiate meglio capire che vuol dire essere poveri in spirito, misericordiosi, operatori di pace, affamati ed assetati di giustizio, e, infine, perseguitati a causa del nome di Gesù. È necessaria in ogni tempo la testimonianza di uomini che vivono secondo le Beatitudini. Ce n’è bisogno anche oggi. Chiedo a Dio che la vostra vita, vissuta secondo questa esigente divina misura, rappresenti un’attraente testimonianza della misericordia nei nostri tempi.
Desidero anche salutare, in modo speciale, i membri dell’Associazione Amici dei Lebbrosi di P. Jan Beyzym, la quale continua con frutto la sua missione di aiuto ai lebbrosi. Vi chiedo: non cessi mai la vostra opera di misericordia, e il vostro patrono vi sostenga.
Attraverso il Signor Cardinale Armand Gaétan Razafindatandra, Arcivescovo di Atananarivo, saluto tutta la Chiesa che è in Madagascar. Vi conservi sotto la sua protezione la Madonna di Częstochowa, il cui culto costituisce una singolare eredità del beato Jan Beyzym.
Saluto i pellegrini dall’Arcidiocesi di Varsavia, guidati dal Cardinale Primate. La beatificazione dell’Arcivescovo Sigismondo Felice Feliński si è svolta a Cracovia, perché qui egli ha completato la vita, ma per sempre rimarrà patrono della vostra Arcidiocesi, che ha servito per un breve periodo, lasciando però un’impronta indelebile della sua profonda spiritualità. Per sua intercessione, invoco prosperità per la Capitale e per tutti i suoi abitanti.
Non posso dimenticare l’Arcidiocesi di Przemyśl, che oggi si rallegra perché è stato elevato alla gloria dei beati il Padre Jan Balicki. Saluto l’Arcivescovo Józef, il clero e i fedeli, e prego Dio che il culto del nuovo Patrono porti nei cuori di tutti abbondanti frutti di grazia.
Saluto i Padri Gesuiti con il loro Preposito Generale. Oggi avete un nuovo beato: Jan Beyzym. La sua dedizione alla causa di Dio e dell’uomo bisognoso sia per voi esempio che vi sollecita a intraprendere sempre nuovi compiti, secondo le esigenze dei tempi.
Ho già ricordato le Suore Serafiche: ancora una volta le saluto, augurando loro di crescere in numero e nei meriti davanti a Dio e agli uomini.
Infine, bisogna rispettare gli ospiti, giunti da varie parti del mondo. Permettete, dunque, che saluti i pellegrini provenienti dalla Lituania, dalla Russia, dall’Ucraina, dalla Bielorussia, dall’Uzbekistan, dalla Slovacchia, dalla Repubblica Ceca, dall’Ungheria, dall’Italia, dall’Austria, dal Canada, dall’Inghilterra, dalla Francia, dalla Germania, dalla Svizzera, dagli Stati Uniti e dai altri Paesi. La loro presenza testimonia che il culto della Divina Misericordia si espande in tutta la terra. E grazie a Dio! Sono convinto che essi porteranno questo messaggio ai loro familiari e negli ambienti in cui vivono. Prego affinché questo sia un dono di speranza e di pace per tutti gli uomini di buona volontà.
Dopo la recita dell’Angelus con i milioni di fedeli che avevano preso parte alla Santa Messa nel Parco di Błonie a Kraków, Giovanni Paolo II – ascoltando il canto “La barca” eseguito più volte dai giovani presenti – ha pronunciato le seguenti parole:
Per concludere vorrei aggiungere che proprio questo canto delle “Oasi” mi ha accompagnato fuori dalla mia Patria 23 anni fa. Lo avevo nelle mie orecchie. Era il Conclave. E da questo canto delle “Oasi” non mi sono separato durante tutti questi anni. Era come il respiro nascosto della Patria. Era anche la guida sulle diverse strade della Chiesa. E questo canto mi ha condotto spiritualmente molte volte qui, a Błonie di Cracovia, ai piedi della collina di Kościuszko.
Lunedì 19 agosto il Papa ha celebrato la Messa al Santuario di Kalwaria Zebrzydowska nel quarto centenario della fondazione. Il Santuario – molto amato da Giovanni Paolo II fin dalla Sua infanzia – è dedicato alla Passione di Gesù e alla Madonna Addolorata ed è affidato fin dalla sua consacrazione all’Ordine dei Frati Minori, in Polonia detti anche “Bernardini”. Questa l’omelia:
“Salve, Regina, Madre di Misericordia, vita, dolcezza e speranza nostra, salve!“
Carissimi Fratelli e Sorelle!
1. Giungo oggi in questo Santuario da pellegrino, come venivo quando ero bambino e in età giovanile. Mi presento dinanzi alla Madonna di Kalwaria come quando venivo da Vescovo di Cracovia per affidarLe i problemi dell’Arcidiocesi e di coloro che Dio aveva affidato alle mie cure pastorali. Vengo qui e, come allora, ripeto: Salve! Salve, Regina, Madre di Misericordia!
Quante volte ho sperimentato che
2. “Stavano presso la croce di Gesù sua Madre, la sorella di sua Madre, Maria di Cleofa e Maria di Magdala” (Gv 19, 25). Colei che era legata al Figlio di Dio
Poteva in quel momento, sotto la Croce, attendersi che di lì a poco, in tre giorni, la promessa di Dio si sarebbe compiuta? Questo rimarrà per sempre un segreto del suo cuore. Sappiamo, però, una cosa: Lei, la prima fra tutti gli esseri umani,
3.
Durante questi secoli, i pellegrini sono venuti accompagnati fedelmente dai Padri Francescani, detti “Bernardini”, incaricati dell’assistenza spirituale del Santuario di Kalwaria. Oggi voglio esprimere loro gratitudine per questa predilezione per Cristo che ha patito e per sua Madre che ha compatito; una predilezione che con fervore e dedizione riversano nei cuori dei pellegrini. Carissimi Padri e Fratelli “Bernardini”, voglia il buon Dio benedirvi in questo ministero, adesso e in futuro!
4. Nel 1641 il Santuario di Kalwaria è stato arricchito di un dono particolare. La Provvidenza indirizzò verso Kalwaria i passi di Stanisław Paszkowski di Brzezie, perché affidasse alla custodia dei Padri “Bernardini”
Quanto è stato importante questo luogo per la Polonia divisa dalle spartizioni! Lo ha espresso Mons. Dunajewski nel corso dell’incoronazione così pregando: “In questo giorno Maria è stata assunta al cielo ed ivi incoronata. Al ricorrere dell’anniversario di questo giorno, tutti i Santi porgono le loro corone ai piedi della loro Regina, ed oggi anche il popolo polacco porta le corone d’oro, affinché dalle mani del Vescovo siano poste sulla fronte di Maria in quest’immagine miracolosa. Ricompensaci di questo, o Madre, affinché siamo uno fra di noi e con Te”. Così pregava per l’unificazione della Polonia divisa. Oggi, dopo che essa è diventata un’unità territoriale e nazionale, le parole di quel Pastore non perdono d’attualità, ma anzi acquistano un nuovo significato. Bisogna ripeterle oggi, chiedendo a Maria
Al termine della Santa Messa celebrata nel Santuario di Kalwaria Zebrzydowska, prima di impartire la benedizione finale, il Papa ha rivolto ai fedeli le seguenti parole:
Ecco che ora si sta concludendo il mio pellegrinaggio in Polonia, a Cracovia. Sono contento che il coronamento di questa visita avviene proprio a Kalwaria, ai piedi di Maria. Ancora una volta desidero affidare alla sua protezione voi qui riuniti, la Chiesa in Polonia e tutti i connazionali. Che il suo amore sia la fonte di abbondanti grazie per il nostro Paese e i suoi abitanti.
Quando ho visitato questo santuario nel 1979 vi ho chiesto di pregare per me, finché sono vivo e dopo la mia morte. Oggi ringrazio voi e tutti i pellegrini di Kalwaria per queste preghiere, per il sostegno spirituale che ricevo continuamente. E continuo a chiedervi: non cessate di pregare – lo ripeto ancora una volta – finché sono vivo e dopo la mia morte. Ed io, come sempre, ricambierò la vostra benevolenza raccomandando voi tutti a Cristo misericordioso ed a sua Madre.
Lunedì 19, nel pomeriggio, lasciato il Santuario di Kalwaria Zebrzydowska, Giovanni Paolo II si è trasferito all’aeroporto internazionale di Kraków-Balice, dove alle ore 17.30 ha avuto luogo la cerimonia di congedo dalla Polonia, alla presenza delle massime autorità civili e religiose. Ecco il discorso di saluto del Papa:.
1. “Polonia, mia cara patria, […] Dio t’innalza e ti tratta in modo particolare, ma sappi esserGliene riconoscente” (Diario, 1038). Con queste parole, prese dal Diario di santa Faustina, desidero congedarmi da voi, cari Fratelli e Sorelle, miei Connazionali!
Nel momento in cui devo tornare in Vaticano, ancora una volta, con grande gioia, volgo il mio sguardo a tutti voi e ringrazio Dio che mi ha permesso di soggiornare nuovamente in Patria. Con il pensiero ripercorro le tappe del pellegrinaggio di questi tre giorni: Łagiewniki, Błonia di Cracovia, Kalwaria Zebrzydowska. Conservo nella memoria la folla orante dei fedeli, testimonianza della fede della Chiesa in Polonia e della sua fiducia nella potenza della misericordia di Dio. Congedandomi, voglio salutarvi tutti, cari Connazionali. In tanti mi hanno aspettato. In tanti hanno voluto incontrarmi. Non tutti sono riusciti. Forse la prossima volta…
Alle famiglie polacche auguro di trovare nella preghiera la luce e la forza per compiere i loro doveri, seminando in ogni ambiente il messaggio dell’amore misericordioso. Dio, fonte della vita, vi benedica ogni giorno. Saluto coloro che ho incontrato personalmente lungo il mio pellegrinaggio e coloro che hanno partecipato agli incontri del viaggio apostolico mediante i mezzi di comunicazione sociale. Ringrazio, in particolare, i malati e le persone anziane per aver sostenuto la mia missione con la preghiera e con la sofferenza. Auguro che l’unione spirituale con Cristo misericordioso sia per loro fonte di sollievo nelle sofferenze fisiche e spirituali.
Abbraccio con lo sguardo dell’anima l’intera mia amata Patria. Gioisco dei successi, delle buone aspirazioni e delle iniziative coraggiose. Con inquietudine ho parlato delle difficoltà e di quanto costano i cambiamenti, che dolorosamente ricadono sui più poveri e sui più deboli, sui disoccupati, sui senzatetto e su chi è costretto a vivere in condizioni sempre più difficili e nell’incertezza dell’avvenire. Partendo, voglio raccomandare queste precarie situazioni della nostra Patria alla Provvidenza Divina e invitare i responsabili della gestione dello Stato ad essere sempre premurosi per il bene della Repubblica e dei suoi cittadini. Lo spirito di misericordia, di fraterna solidarietà, di concordia e di autentica attenzione al bene della Patria regni tra voi. Spero che, conservando questi valori, la società polacca – che da secoli fa parte dell’Europa – troverà il suo giusto posto nelle strutture dell’Unione Europea, nella quale non solo non perderà la sua identità, ma anzi potrà arricchire con la sua tradizione questo continente e il mondo intero.
2. I giorni di questo breve pellegrinaggio sono stati per me un’occasione per ricordare e riflettere profondamente. Ringrazio Dio che mi ha dato la possibilità di visitare Cracovia e Kalwaria Zebrzydowska. Lo ringrazio per la Chiesa in Polonia, che, con spirito di fedeltà alla Croce e al Vangelo, da mille anni condivide le sorti della Nazione, la serve con zelo e la sostiene nei suoi buoni propositi e aspirazioni. Lo ringrazio perché la Chiesa in Polonia rimane fedele a questa missione e chiedo che sia così sempre.
Desidero esprimere gratitudine a coloro che hanno contribuito al felice svolgimento del pellegrinaggio. Nelle mani del Signor Presidente della Repubblica Polacca pongo ancora una volta il ringraziamento per l’invito e per la cura posta nel preparare la visita. Ringrazio per la collaborazione tra le autorità civili e i rappresentanti della Chiesa. Sono grato per ogni gesto di buona volontà.
Sono grato alle Autorità amministrative, regionali e comunali – soprattutto di Cracovia e di Kalwaria -, per la benevolenza, la premura e lo sforzo compiuto.
Dio ripaghi quanti si sono adoperati nei vari compiti liturgici e pastorali, gli operatori della televisione, della radio e della stampa, i servizi d’ordine – i militari, i poliziotti, i vigili del fuoco, gli operatori sanitari – e coloro che in qualsiasi modo hanno contribuito allo svolgimento del pellegrinaggio. Non voglio trascurare nessuno; quindi a tutti ancora una volta di cuore ripeto: Dio vi ricompensi!
3. Con particolare gratitudine mi rivolgo al Popolo di Dio in Polonia. Ringrazio la Conferenza Episcopale Polacca e, anzitutto, il Cardinale Primate per l’invito rivoltomi, per la preparazione spirituale dei fedeli e per lo sforzo organizzativo che il mio pellegrinaggio ha comportato. Speciali parole di ringraziamento dirigo ai sacerdoti, ai seminaristi e alle religiose. Grazie per la preparazione della liturgia e per l’accompagnamento dei fedeli durante i nostri incontri. Grazie all’intera Chiesa in Polonia per la comune perseveranza nella preghiera, per la calorosa accoglienza e per ogni manifestazione di benevolenza. Cristo misericordioso ricompensi abbondantemente la vostra generosità con la sua benedizione.
Tra i ringraziamenti non può mancare un cenno speciale all’amata Chiesa in Cracovia. Particolari espressioni di gratitudine rivolgo di cuore al Cardinale Franciszek Macharski, Metropolita di Cracovia, per l’ospitalità e per aver così magnificamente preparato la Città agli importanti eventi compiutisi nei giorni scorsi. Grazie di cuore alle Suore della Misericordiosa Madre di Dio a Łagiewniki e a quanti ogni giorno davanti all’effige di Gesù misericordioso elevano preghiere secondo le intenzioni della mia missione apostolica. Mi congratulo con l’Arcidiocesi di Cracovia e con tutta la Polonia per il nuovo tempio, che mi è stato concesso di dedicare. Sono convinto che il Santuario di Łagiewniki costituirà un significativo punto di riferimento ed un efficace centro del culto della Divina Misericordia. I raggi di luce che scendono dalla torre del tempio di Łagiewniki, e che ricordano i raggi dell’immagine di Gesù misericordioso, si irradino con spirituale riflesso sull’intera Polonia: dai Tatra al Baltico, dal Bug all’Oder, e su tutto il mondo!
4. “Dio ricco di misericordia“! Ecco le parole che hanno costituito l’idea principale della visita. Le abbiamo lette come un invito rivolto alla Chiesa e alla Polonia nel nuovo millennio. Auguro ai miei Connazionali che sappiano accogliere con cuore aperto questo messaggio della misericordia e che riescano a portarlo ovunque gli uomini hanno bisogno della luce della speranza.
Conservo nel cuore il bene compiuto nei giorni del pellegrinaggio e di cui ho avuto parte. Grato per tutto, con l’intera comunità ecclesiale in Polonia ripeto davanti a Gesù misericordioso: “Gesù, confido in Te!“. Questa sincera confessione porti sollievo alle future generazioni nel nuovo millennio. Dio ricco di misericordia vi benedica!
Fonte: www.vatican.va