Cet Notizie

Viaggio apostolico in Polonia (16-19 agosto 2002)

CERIMONIA DI BENVENUTO ALL’AEROPORTO INTERNAZIONALE DI KRAKÓW-BALICE

SANTA MESSA E DEDICAZIONE DEL SANTUARIO DELLA MISERICORDIA A KRAKÓW-ŁAGIEWNIKI

SANTA MESSA E BEATIFICAZIONE DI QUATTRO SERVI DI DIO NEL PARCO DI BLONIE A KRAKÓW

SANTA MESSA NEL 400° ANNIVERSARIO DELLA DEDICAZIONE DEL SANTUARIO DI KALWARIA ZEBRZYDOWSKA

CERIMONIA DI CONGEDO ALL’AEROPORTO INTERNAZIONALE DI KRAKÓW-BALICE

Giovanni Paolo II è arrivato all’aeroporto internazionale di Kraków-Balice alle 18.15 di venerdì 16 agosto, accolto dal Presidente della Repubblica Aleksander Kwaśniewski,  numerose autorità politiche e civili; dai Cardinali Józef Glemp, Primate di Polonia e Arcivescovo di Warszawa; Franciszek Macharski, Arcivescovo di Kraków e Henryk Roman Gulbinowicz, Arcivescovo di Wrocław. Dopo i saluti del Presidente della Repubblica  e dell’Arcivescovo di Kraków, card. Franciszek Macharski, il Papa ha pronunciato questo discorso:

Signor Presidente della Repubblica Polacca, Signor Cardinale Primate, Signor Cardinale Metropolita di Cracovia, Carissimi Fratelli e Sorelle!

1. Di nuovo saluto la Polonia e tutti i miei Connazionali. Lo faccio con gli stessi sentimenti di commozione e di gioia che provo ogni volta che mi ritrovo in Patria. Ringrazio vivamente il Signor Presidente per le parole di saluto che poc’anzi mi ha rivolto a nome proprio e delle autorità civili della Repubblica Polacca. Sono grato al Cardinale Franciszek Macharski per le espressioni di benevolenza indirizzatemi a nome della Metropolia di Cracovia a me tanto vicina, nonché a nome dell’Episcopato Polacco e di tutto il Popolo di Dio che vive nella nostra Patria.

Questa volta vengo soltanto a Cracovia, ma con un pensiero cordiale abbraccio l’intera Polonia e tutti i Connazionali. Saluto il Signor Cardinale Primate, gli altri Cardinali, i Fratelli nell’Episcopato, i sacerdoti, i rappresentanti delle Famiglie religiose maschili e femminili, i seminaristi e tutti i fedeli laici. Una parola di saluto rivolgo ai rappresentanti delle Autorità statali e locali; ai membri del Corpo Diplomatico con il loro decano, il Nunzio Apostolico; alle autorità civili delle città di Cracovia, di Kalwaria Zebrzydowska e di Wadowice.

In modo particolare, voglio salutare la mia città di Cracovia e tutta l’Arcidiocesi. Saluto il mondo della scienza e della cultura, gli ambienti universitari e quanti con un lavoro intenso nell’industria, nell’agricoltura e negli altri settori contribuiscono a costruire lo splendore materiale e spirituale della città e della regione.

Voglio abbracciare i bambini e i giovani. Ringrazio questi ultimi per la testimonianza di fede che pochi giorni fa hanno dato a Toronto durante l’indimenticabile XVII Giornata Mondiale della Gioventù. In modo particolare, saluto coloro che portano il peso della sofferenza: i malati, le persone sole, gli anziani, coloro che vivono nella povertà e nell’indigenza. Durante questi giorni continuerò a raccomandare le vostre sofferenze alla Misericordia di Dio, e a voi chiedo di pregare, affinché il mio ministero apostolico sia fruttuoso e colmi ogni aspettativa.

Con rispetto e deferenza mi rivolgo ai fratelli Vescovi e ai fedeli della Chiesa Ortodossa, della Chiesa Evangelica Luterana e ai fedeli delle altre Chiese e Comunità ecclesiali. Saluto la comunità degli Ebrei, i seguaci dell’Islam e tutti gli uomini di buona volontà.

2. Fratelli e Sorelle! “Dio ricco di misericordia“. Ecco il motto di questo pellegrinaggio. Ecco il suo proclama. È stato preso dall’Enciclica Dives in misericordia, però qui, a Cracovia, a Łagiewniki questa verità ha trovato la sua particolare rivelazione. Da qui, grazie all’umile servizio di un’insolita testimone – santa suor Faustina – risuona il messaggio evangelico dell’amore misericordioso di Dio. Ecco perché la prima tappa del mio pellegrinaggio e il primo scopo è la visita al Santuario della Divina Misericordia. Sono lieto di avere la possibilità di dedicare il nuovo tempio, che diventa un centro mondiale del culto di Gesù misericordioso.

La Misericordia di Dio trova il suo riflesso nella misericordia degli uomini. Da secoli Cracovia si è gloriata di grandi personaggi che, fidando nell’amore divino, testimoniarono la misericordia tramite concreti atti d’amore verso il prossimo. Basti menzionare santa Edvige, san Giovanni di Kęty, Padre Piotr Skarga o san Fra’ Alberto. A Dio piacendo, ora a loro si uniranno i servi di Dio che eleverò alla gloria degli altari durante la Santa Messa nel Parco di Błonie. La beatificazione di Sigismondo Felice Feliński, Jan Beyzym, Sancja Szymkowiak e Jan Balicki costituisce il secondo scopo del mio pellegrinaggio. Sin d’ora auspico che questi nuovi Beati, i quali hanno dato l’esempio di un servizio di misericordia, ci ricordino il grande dono dell’amore di Dio e ci dispongano a praticare quotidianamente l’amore del prossimo.

C’è un terzo scopo del pellegrinaggio a cui voglio accennare. È la preghiera di ringraziamento per i 400 anni del Santuario di Kalwaria Zebrzydowska, al quale sono legato fin dall’infanzia. Lì, sui sentieri percorsi nella preghiera, ho cercato ispirazione per il mio servizio alla Chiesa di Cracovia e in Polonia, e lì ho preso varie difficili decisioni pastorali. Lì appunto, tra il popolo fedele e orante, ho appreso la fede che mi è di guida anche sulla Sede di Pietro. Per l’intercessione della Madonna di Kalwaria voglio ringraziare Dio per questo dono.

3. Il pellegrinaggio e la meditazione sul mistero della Divina Misericordia non possono svolgersi senza riferimento alle vicende quotidiane di coloro che vivono in terra polacca. Perciò di esse desidero con particolare attenzione farmi carico e raccomandarle a Dio, fiducioso che Egli moltiplicherà con la sua benedizione i successi, e che le difficoltà e i problemi troveranno felice soluzione grazie al suo aiuto.

Le vicende polacche mi stanno molto a cuore. So quanto è cambiata la nostra Patria dal tempo della mia prima visita nel 1979. Questo è un nuovo pellegrinaggio, durante il quale posso osservare come i polacchi gestiscono la riconquistata libertà. Sono convinto che il nostro Paese si diriga coraggiosamente verso nuovi orizzonti di sviluppo nella pace e nella prosperità.

Sono lieto che, nello spirito dell’insegnamento sociale della Chiesa, molti miei Connazionali si impegnino nel costruire la comune casa della Patria sul fondamento della giustizia, dell’amore e della pace. So che tanti osservano e valutano con sguardo critico il sistema, che pretende di governare il mondo contemporaneo secondo una visuale materialista dell’uomo. La Chiesa ha sempre ricordato che non si può costruire un futuro felice della società sulla povertà, sull’ingiustizia, sulla sofferenza di un fratello. Gli uomini che si muovono nello spirito dell’etica sociale cattolica non possono restare indifferenti di fronte alle sorti di coloro che rimangono senza lavoro, vivono in uno stato di crescente povertà senza alcuna prospettiva di miglioramento della propria situazione e del futuro dei loro figli.

So che tante famiglie polacche, soprattutto le più numerose, tanti disoccupati e persone anziane portano il peso dei cambiamenti sociali ed economici. A tutti costoro voglio dire che condivido il loro fardello e la loro sorte. Condivido le loro gioie e le loro sofferenze, i progetti e gli impegni protesi verso un futuro migliore. Ogni giorno li sostengo nelle loro buone intenzioni con una fervida preghiera.

A loro e a tutti i miei Connazionali porto oggi il messaggio della speranza che scaturisce dalla Buona Novella: Dio ricco di misericordia rivela ogni giorno in Cristo il suo amore. Lui, Cristo risorto, dice a ognuno e ognuna di voi: “Non temere! Io sono il Primo e l’ Ultimo, il Vivente. Io ero morto, ma ora vivo per sempre” (Ap 1, 17-18). Ecco il proclama della Divina Misericordia, che porto oggi alla mia Patria e ai miei Connazionali: “Non temere”! Confida in Dio che è ricco di misericordia. È con te Cristo, l’infallibile Datore della speranza.

Carissimi Fratelli e Sorelle! I tre giorni del mio soggiorno in Patria facciano rinascere in noi una profonda fede nella potenza della misericordia di Dio. Ci uniscano ancor di più nell’amore; ci stimolino alla responsabilità per la vita di ogni uomo e ogni donna e per le loro esigenze quotidiane; ci predispongano alla bontà, alla reciproca comprensione, affinché diventiamo ancor più vicini nello spirito della misericordia. La grazia della speranza riempia i vostri cuori!

Ancora una volta cordialmente saluto quanti sono qui presenti e tutti benedico di cuore.

Sabato 17 agosto Giovanni Paolo II ha celebrato l’Eucarestia nel Santuario della Divina Misericordia nel quartiere Łagiewniki di Cracovia per la dedicazione della nuova chiesa, che sorge accanto al convento della Congregazione delle Suore della Beata Vergine Maria della Misericordia, dove è sepolta Suor Faustina Kowalska, la Santa “Apostola della Divina Misericordia”. Ecco il testo dell’omelia:

O inconcepibile ed insondabile Misericordia di Dio, Chi Ti può adorare ed esaltare in modo degno? O massimo attributo di Dio Onnipotente, Tu sei la dolce speranza dei peccatori (Diario, 951 – ed. it. 2001, p. 341).

Carissimi Fratelli e Sorelle!

1. Ripeto oggi queste semplici e sincere parole di Santa Faustina, per adorare assieme a lei e a tutti voi il mistero inconcepibile ed insondabile della misericordia di Dio. Come lei, vogliamo professare che non esiste per l’uomo altra fonte di speranza, al di fuori della misericordia di Dio. Desideriamo ripetere con fede: Gesù, confido in Te!

Di questo annuncio, che esprime la fiducia nell’amore onnipotente di Dio, abbiamo particolarmente bisogno nei nostri tempi, in cui l’uomo prova smarrimento di fronte alle molteplici manifestazioni del male. Bisogna che l’invocazione della misericordia di Dio scaturisca dal profondo dei cuori pieni di sofferenza, di apprensione e di incertezza, ma nel contempo in cerca di una fonte infallibile di speranza. Perciò veniamo oggi qui, nel Santuario di Łagiewniki, per riscoprire in Cristo il volto del Padre: di Colui che è “Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione” (2 Cor 1, 3). Con gli occhi dell’anima desideriamo fissare gli occhi di Gesù misericordioso per trovare nella profondità di questo sguardo il riflesso della sua vita, nonché la luce della grazia che già tante volte abbiamo ricevuto, e che Dio ci riserva per tutti i giorni e per l’ultimo giorno.

2. Stiamo per dedicare questo nuovo tempio alla Misericordia di Dio. Prima di questo atto voglio ringraziare di cuore coloro che hanno contribuito alla sua costruzione. Ringrazio in modo speciale il Cardinale Franciszek Macharski, che tanto si è adoperato per questa iniziativa, manifestando la sua devozione alla Divina Misericordia. Con affetto abbraccio le Suore della Beata Vergine Maria della Misericordia e le ringrazio per la loro opera di diffusione del messaggio lasciato da Santa Suor Faustina. Saluto i Cardinali e i Vescovi della Polonia, con a capo il Cardinale Primate, nonché i Vescovi provenienti da varie parti del mondo. Mi rallegra la presenza dei sacerdoti diocesani e religiosi nonché dei seminaristi.

Saluto di cuore tutti i partecipanti a questa celebrazione, e, in modo particolare, i rappresentanti della Fondazione del Santuario della Divina Misericordia che ne ha curato la costruzione, e le maestranze delle varie imprese. So che molti qui presenti hanno con generosità sostenuto materialmente questa costruzione. Prego Dio perché ricompensi la loro magnanimità e il loro impegno con la sua benedizione!

3. Fratelli e Sorelle! Mentre dedichiamo questa nuova chiesa, possiamo porci la domanda che travagliava il re Salomone, quando stava consacrando come abitazione di Dio il tempio di Gerusalemme: “Ma è proprio vero che Dio abita sulla terra? Ecco, i cieli e i cieli dei cieli non possono contenerti, tanto meno questa casa che io ho costruita!” (1 Re 8, 27). Sì, a prima vista, legare determinati “spazi” alla presenza di Dio potrebbe sembrare inopportuno. Tuttavia bisogna ricordare che il tempo e lo spazio appartengono interamente a Dio. Anche se il tempo e tutto il mondo possono considerarsi il suo “tempio”, tuttavia ci sono tempi e luoghi che Dio sceglie, affinché in essi gli uomini sperimentino in modo speciale la sua presenza e la sua grazia. E la gente, spinta dal senso della fede, viene in questi luoghi, sicura di porsi veramente davanti a Dio presente in essi.

Con questo stesso spirito di fede sono giunto a Łagiewniki per dedicare questo nuovo tempio, convinto che esso sia un luogo speciale scelto da Dio per spargere la grazia della sua misericordia. Prego affinché questa chiesa sia sempre un luogo di annuncio del messaggio sull’amore misericordioso di Dio; un luogo di conversione e di penitenza; un luogo di celebrazione dell’Eucaristia, fonte della misericordia; un luogo di preghiera e di assidua implorazione della misericordia per noi e per il mondo. Prego con le parole di Salomone: “Volgiti alla preghiera del tuo servo e alla sua supplica. Signore mio Dio; ascolta il grido e la preghiera che il tuo servo oggi innalza dinanzi a te! Siano aperti i tuoi occhi notte e giorno verso questa casa… Ascolta la preghiera che il tuo servo innalza in questo luogo. Ascolta la supplica del tuo servo e di Israele tuo popolo, quando pregheranno in questo luogo. Ascoltali dal luogo della tua dimora, nel cielo; ascolta e perdona!” (1 Re 8, 28-30).

4. “È giunto il momento, ed è questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in Spirito e verità; perché il Padre cerca tali adoratori” (Gv 4, 23). Quando leggiamo queste parole del Signore Gesù nel Santuario della Divina Misericordia, ci rendiamo conto in modo tutto particolare che non ci si può presentare qui se non in Spirito e verità. È lo Spirito Santo, Consolatore e Spirito di Verità, che ci conduce sulle vie della Divina Misericordia. Egli, convincendo il mondo “quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio” (Gv 16, 8), nello stesso tempo rivela la pienezza della salvezza in Cristo. Questo convincere quanto al peccato avviene in una duplice relazione alla Croce di Cristo. Da una parte lo Spirito Santo ci permette, mediante la Croce di Cristo, di riconoscere il peccato, ogni peccato, nell’intera dimensione del male, che in sé contiene e nasconde. Dall’altra lo Spirito Santo ci permette, sempre mediante la Croce di Cristo, di vedere il peccato alla luce del mysterium pietatis, cioè dell’amore misericordioso e indulgente di Dio (cfr Dominum et vivificantem, 32).

E così il “convincere quanto al peccato” diventa al tempo stesso un convincere che il peccato può essere rimesso e l’uomo può di nuovo corrispondere alla dignità di figlio prediletto di Dio. La Croce, infatti, “è il più profondo chinarsi della Divinità sull’uomo [ÿ]. La Croce è come un tocco dell’eterno amore sulle ferite più dolorose dell’esistenza terrena dell’uomo” (Dives in misericordia, 8). Questa verità verrà sempre ricordata dalla pietra angolare di questo Santuario, prelevata dal monte Calvario, in un certo modo dal di sotto della Croce sulla quale Gesù Cristo ha vinto il peccato e la morte.

Credo fermamente che questo nuovo tempio rimarrà per sempre un luogo dove le persone si presenteranno davanti a Dio in Spirito e verità. Verranno con la fiducia che assiste quanti umilmente aprono il cuore all’azione misericordiosa di Dio, a quell’amore che anche il più grande peccato non può sconfiggere. Qui, nel fuoco dell’amore divino, i cuori arderanno bramando la conversione, e chiunque cerca la speranza troverà sollievo.

5. “Eterno Padre, Ti offro il Corpo e il Sangue, l’Anima e la Divinità del tuo dilettissimo Figlio e Nostro Signore Gesù Cristo, per i peccati nostri e del mondo intero; per la Sua dolorosa Passione, abbi misericordia di noi e del mondo intero” (Diario, 476 – ed. it. p. 193). Di noi e del mondo intero… Quanto bisogno della misericordia di Dio ha il mondo di oggi! In tutti i continenti, dal profondo della sofferenza umana, sembra alzarsi l’invocazione della misericordia. Dove dominano l’odio e la sete di vendetta, dove la guerra porta il dolore e la morte degli innocenti occorre la grazia della misericordia a placare le menti e i cuori, e a far scaturire la pace. Dove viene meno il rispetto per la vita e la dignità dell’uomo, occorre l’amore misericordioso di Dio, alla cui luce si manifesta l’inesprimibile valore di ogni essere umano. Occorre la misericordia per far sì che ogni ingiustizia nel mondo trovi il suo termine nello splendore della verità.

Perciò oggi, in questo Santuario, voglio solennemente affidare il mondo alla Divina Misericordia. Lo faccio con il desiderio ardente che il messaggio dell’amore misericordioso di Dio, qui proclamato mediante Santa Faustina, giunga a tutti gli abitanti della terra e ne riempia i cuori di speranza. Tale messaggio si diffonda da questo luogo nell’intera nostra amata Patria e nel mondo. Si compia la salda promessa del Signore Gesù: da qui deve uscire “la scintilla che preparerà il mondo alla sua ultima venuta” (cfr Diario, 1732 – ed. it. p. 568).

Bisogna accendere questa scintilla della grazia di Dio. Bisogna trasmettere al mondo questo fuoco della misericordia. Nella misericordia di Dio il mondo troverà la pace, e l’uomo la felicità! Affido questo compito a voi, carissimi Fratelli e Sorelle, alla Chiesa che è in Cracovia e in Polonia, e a tutti i devoti della Divina Misericordia che qui giungeranno dalla Polonia e dal mondo intero. Siate testimoni della misericordia!

6. Dio, Padre misericordioso, che hai rivelato il Tuo amore nel Figlio tuo Gesù Cristo, e l’hai riversato su di noi nello Spirito Santo, Consolatore, Ti affidiamo oggi i destini del mondo e di ogni uomo. ChinaTi su di noi peccatori, risana la nostra debolezza, sconfiggi ogni male, fa’ che tutti gli abitanti della terra sperimentino la tua misericordia, affinché in Te, Dio Uno e Trino, trovino sempre la fonte della speranza. Eterno Padre, per la dolorosa Passione e la Risurrezione del tuo Figlio, abbi misericordia di noi e del mondo intero! Amen. Al termine della Santa Messa, prima di impartire la Benedizione Apostolica, Giovanni Paolo II ha rivolto ai fedeli le seguenti parole:Alla fine di questa solenne liturgia desidero dire che molti dei miei ricordi personali sono legati a questo luogo. Venivo qui soprattutto durante l’occupazione nazista quando lavoravo nel vicino stabilimento Solvay. Ancora oggi ricordo la via che porta da Borek Fałęcki a Dębniki. La percorrevo tutti i giorni andando a lavorare in diversi turni, con le scarpe di legno ai piedi. Allora si portavano quelle. Come era possibile immaginare che quell’uomo con gli zoccoli un giorno avrebbe consacrato la basilica della Divina Misericordia a Łagiewniki di Cracovia?Mi rallegro per la costruzione di questo bel tempio dedicato alla Misericordia Divina. Affido al Cardinale Macharski e a tutta l’Arcidiocesi di Cracovia e alle Suore della Beata Vergine Maria della Misericordia la cura materiale e soprattutto quella spirituale di questo santuario. Che questa collaborazione nell’opera della diffusione del culto di Gesù Misericordioso dia frutti benedetti nei cuori dei fedeli in Polonia e in tutto il mondo.Dio Misericordioso benedica abbondantemente tutti i pellegrini che vengono e verranno qui in futuro.

Domenica 18 agosto il Papa ha celebrato l’Eucarestia nel Parco di Błonie, per la beatificazione dei Servi di Dio: Zygmunt Szczęsny Feliński (1822-1895), Arcivescovo di Warszawa, Fondatore della Congregazione delle Suore Francescane della Famiglia di Maria; Jan Balicki (1869-1948), sacerdote della diocesi di Przemyśl; Jan Beyzym (1850-1912), sacerdote professo della Compagnia di Gesù, missionario tra i lebbrosi in Madagascar; Sancja Szymkowiak (1910-1942), suora professa della Congregazione della Beata Vergine Maria Addolorata (Suore Serafiche). Nel corso della solenne liturgia, dopo il Rito di Beatificazione e la lettura del Santo Vangelo, Giovanni Paolo II ha pronunciato la seguente omelia:

Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati” (Gv 15, 12).

Carissimi Fratelli e Sorelle!

1. Le parole del Signore Gesù, che abbiamo appena ascoltato, si iscrivono in modo particolare nel tema dell’odierna assemblea liturgica nei Błonia di Cracovia: “Dio ricco di misericordia“. Questo motto riassume in un certo modo tutta la verità sull’amore di Dio, che ha redento l’umanità. “Dio, ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amati, da morti che eravamo per i peccati, ci ha fatti rivivere con Cristo” (Ef 2, 4-5). La pienezza di questo amore si è rivelata nel sacrificio della Croce. Infatti: “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici” (Gv 15, 13). Ecco la misura dell’amore di Dio! Ecco la misura della misericordia di Dio!

Quando siamo coscienti di questa verità, ci rendiamo conto che l’invito di Cristo ad amare gli altri, come Egli ha amato noi, propone a tutti noi questa stessa misura. Ci sentiamo in un certo modo spinti ad offrire di giorno in giorno la nostra vita, usando misericordia verso i fratelli, avvalendoci del dono dell’amore misericordioso di Dio. Ci rendiamo conto che Dio, concedendoci misericordia, si attende che noi siamo testimoni della misericordia nel mondo di oggi.

2. L’invito a testimoniare la misericordia risuona con singolare eloquenza qui, nell’amata Cracovia, sovrastata dal Santuario della Divina Misericordia di Łagiewniki e dal nuovo tempio, che ieri ho avuto la gioia di consacrare. Qui, quest’invito risuona familiare, perché si richiama alla secolare tradizione della Città, di cui nota particolare è stata sempre la disponibilità ad aiutare i bisognosi. Non si può dimenticare che di questa tradizione fanno parte numerosi Santi e Beati – sacerdoti, persone consacrate e laici – che dedicarono la vita alle opere di misericordia. A partire dal Vescovo Stanislao, dalla Regina Edvige, da Giovanni da Kęty e da Piotr Skarga, fino a Fra’ Alberto, Angela Salawa e al Cardinale Sapieha, le generazioni dei fedeli di questa Città lungo i secoli si sono tramandate il retaggio della misericordia. Oggi questo retaggio è stato consegnato nelle nostre mani e non deve cadere nell’oblio.

Ringrazio il Cardinale Franciszek Macharski che, con le sue parole di saluto, ha voluto ricordarci questa tradizione. Sono riconoscente per l’invito a visitare la mia Cracovia e per l’ospitalità offertami. Saluto tutti i presenti, ad iniziare dai Cardinali e Vescovi, nonché coloro che partecipano a questa Eucarestia attraverso la radio e la televisione.

Saluto tutta la Polonia. Percorro idealmente il luminoso itinerario, con cui Santa Faustina Kowalska si è preparata ad accogliere il messaggio della misericordia – da Warsavia, attraverso Płock, Vilnius, fino a Cracovia – ricordando anche quanti in questo itinerario hanno cooperato con l’Apostola della Misericordia. Abbraccio con il cuore i miei Connazionali, e particolarmente quelli colpiti dalla sofferenza e dall’infermità; quanti sono provati da molteplici difficoltà, i disoccupati, i senza tetto, le persone di età avanzata e in solitudine, le famiglie con più figli. Assicuro loro che sono spiritualmente vicino e li accompagno costantemente con la preghiera. Il mio saluto s’estende ai Connazionali sparsi nel mondo. Saluto di cuore anche i pellegrini qui convenuti da diversi Paesi d’Europa e del mondo.

3. Dall’inizio della sua esistenza la Chiesa, richiamandosi al mistero della Croce e della Risurrezione, predica la misericordia di Dio, pegno di speranza e fonte di salvezza per l’uomo. Sembra, tuttavia, che oggi è particolarmente chiamata ad annunciare al mondo questo messaggio. Non può trascurare questa missione, se ad essa la chiama Dio stesso con la testimonianza di Santa Faustina.

Dio ha scelto per questo i nostri tempi. Forse perché il ventesimo secolo, nonostante indiscutibili successi in molti campi, è stato segnato, in modo particolare, dal “mistero dell’iniquità“. Con questa eredità di bene ma anche di male, siamo entrati nel nuovo millennio. Davanti all’umanità si aprono nuove prospettive di sviluppo e, nel contempo, pericoli finora inediti. Sovente l’uomo vive come se Dio non esistesse, e perfino mette se stesso al posto di Dio. Si arroga il diritto del Creatore di interferire nel mistero della vita umana. Vuole decidere, mediante manipolazioni genetiche, la vita dell’uomo e determinare il limite della morte. Respingendo le leggi divine e i principi morali, attenta apertamente alla famiglia. In vari modi tenta di far tacere la voce di Dio nel cuore degli uomini; vuol fare di Dio il “grande assente” nella cultura e nella coscienza dei popoli. Il “mistero dell’iniquità” continua a segnare la realtà del mondo.

Sperimentando questo mistero, l’uomo vive la paura del futuro, del vuoto, della sofferenza, dell’annientamento. Forse proprio per questo è come se Cristo, mediante la testimonianza di un’umile suora, fosse entrato nei nostri tempi per indicare chiaramente la fonte di sollievo e di speranza che si trova nell’eterna misericordia di Dio.

Bisogna far risuonare il messaggio dell’amore misericordioso con nuovo vigore. Il mondo ha bisogno di quest’amore. È giunta l’ora di far giungere il messaggio di Cristo a tutti: specialmente a coloro la cui umanità e dignità sembrano perdersi nel mysterium iniquitatis. È giunta l’ora in cui il messaggio della Divina Misericordia riversi nei cuori la speranza e diventi scintilla di una nuova civiltà: della civiltà dell’amore.

4. La Chiesa desidera annunziare instancabilmente questo messaggio, non solo con fervide parole, ma con una sollecita pratica della misericordia. Per questo ininterrottamente indica stupendi esempi di persone che, nel nome dell’amore di Dio e dell’uomo, “sono andate ed hanno portato frutto”. Oggi aggiunge a loro quattro nuovi Beati. Diversi sono i tempi nei quali essi sono vissuti, diverse sono le loro vicende personali. Li unisce, però, quel particolare tratto di santità che è la dedizione alla causa della misericordia.

Il Beato Sigismondo Felice Feliński, Arcivescovo di Varsavia, in un difficile periodo segnato dalla mancanza di libertà nazionale, ha invitato a perseverare nel servire generosamente i poveri, ad aprire istituzioni educative e strutture caritative. Egli stesso fondò un orfanotrofio e una scuola, e fece venire nella Capitale le Suore della Beata Vergine Maria della Misericordia, sostenendo l’opera da loro iniziata. Dopo la caduta dell’insurrezione del 1863, guidato da sentimenti di misericordia verso i fratelli, difese apertamente i perseguitati. Il prezzo pagato per questa fedeltà è stata la deportazione all’interno della Russia, durata vent’anni. Anche lì continuò a ricordarsi delle persone povere e smarrite, mostrando loro grande amore, pazienza e comprensione. È stato scritto di lui che, “durante il suo esilio, oppresso da tutte le parti, nella povertà di preghiera, è rimasto sempre solo ai piedi della Croce, raccomandandosi alla Divina Misericordia”.

È un esempio di ministero pastorale, che oggi in modo speciale voglio affidare ai miei Fratelli nell’Episcopato. Carissimi, l’Arcivescovo Feliński sostiene i vostri sforzi per creare e mettere in atto un programma pastorale della misericordia. Questo programma costituisca il vostro impegno, nella vita della Chiesa anzitutto e poi, come necessario e opportuno, nella vita sociale e politica della Nazione, dell’Europa e del mondo.

Mosso da questo spirito di carità sociale, l’Arcivescovo Feliński si è impegnato profondamente nella difesa della libertà nazionale. Questo è necessario anche oggi, quando diverse forze, spesso guidate da una falsa ideologia di libertà, cercano di appropriarsi di questo terreno. Quando una rumorosa propaganda di liberalismo, di libertà senza verità e responsabilità, si intensifica anche nel nostro Paese, i Pastori della Chiesa non possono non annunciare l’unica e infallibile filosofia della libertà che è la verità della Croce di Cristo. Tale filosofia di libertà è strutturalmente legata alla storia della nostra nazione.

5. Il desiderio di portare la misericordia ai più bisognosi ha condotto il Beato Giovanni Beyzym nel lontano Madagascar, dove per amore di Cristo ha dedicato la sua vita ai lebbrosi. Servì giorno e notte coloro che vivevano emarginati ed estromessi dalla vita della società. Con le sue opere di misericordia a favore di persone abbandonate e disprezzate, ha dato una testimonianza straordinaria. Testimonianza prima risuonata a Cracovia, poi in Polonia e quindi fra i polacchi all’estero. Sono stati raccolti fondi per costruire l’ospedale intitolato alla Madonna di Częstochowa, che tutt’oggi esiste. Uno dei promotori di questo aiuto è stato il Santo Fratel Alberto.

Mi rallegro che questo spirito di solidarietà nella misericordia continui ad essere vivo nella Chiesa polacca

L’opera caritatevole del Beato Giovanni Beyzym era iscritta nella sua missione fondamentale: portare il Vangelo a coloro che non lo conoscono. Ecco il più grande dono di misericordia: portare gli uomini a Cristo e permettere loro di conoscerne e gustarne l’amore. Perciò vi chiedo: pregate affinché nella Chiesa in Polonia nascano vocazioni missionarie. Sostenete ininterrottamente i missionari con l’aiuto e con la preghiera.

6. Dal servizio alla misericordia fu segnata la vita del Beato Giovanni Balicki. Da sacerdote egli ha avuto sempre un cuore aperto ai bisognosi. Il suo ministero di misericordia, oltre all’aiuto ai malati e ai poveri, si è espresso con particolare energia mediante il ministero del confessionale, pieno di pazienza e umiltà, sempre aperto a riavvicinare il peccatore pentito al trono della divina grazia.

Ricordandolo, vorrei dire ai sacerdoti e seminaristi: vi prego, Fratelli, non dimenticate che, in quanto dispensatori della Divina Misericordia, avete una grande responsabilitàCristo stesso vi conforta con la promessa tramandata attraverso Santa Faustina: “Dì ai miei sacerdoti che i peccatori induriti si inteneriranno alle loro parole, quando essi parleranno della mia sconfinata Misericordia e della compassione che ho per loro nel mio Cuore” (Diario, 1521 – ed. it. 2001, p. 504).

7. L’opera della misericordia ha tracciato l’itinerario della vocazione religiosa della Beata Sancja Giannina Szymkowiak, Suora “Serafica”. Già dalla sua famiglia ricevette un fervido amore al Sacro Cuore di Gesù, e in questo spirito fu piena di bontà verso tutti, specialmente verso i più poveri e bisognosi. Cominciò a recare aiuto ai poveri prima come membro del Sodalizio Mariano e dell’Associazione della Misericordia di San Vincenzo, per dedicarsi poi, abbracciata la vita religiosa, al servizio degli altri con più fervore. Accettò i tempi duri dell’occupazione nazista quale occasione per consacrarsi completamente ai bisognosi. Considerava la sua vocazione religiosa un dono della Divina Misericordia.

Salutando la Congregazione della Beata Vergine Maria Addolorata – le Suore “Serafiche” -, mi rivolgo a tutte le religiose e persone consacrate. La Beata Sancja sia la vostra patrona. Appropriatevi del suo testamento spirituale condensato in una semplice frase: “Se ci si dedica a Dio, bisogna donarsi fino a perdersi totalmente”.

8. Fratelli e Sorelle, contemplando le figure di questi Beati, voglio ricordare ancora una volta quanto ho scritto nell’Enciclica sulla Divina Misericordia: “L’uomo giunge all’amore misericordioso di Dio, alla sua misericordia, in quanto egli stesso interiormente si trasforma nello spirito di tale amore verso il prossimo” (Dives in misericordia, 14). Potessimo riscoprire su questa strada, sempre più profondamente, il mistero della Misericordia Divina, e viverlo quotidianamente!

Di fronte alle moderne forme di povertà che, come mi è noto, non mancano nel nostro Paese, è necessaria oggi – come l’ho definita nella lettera Novo millennio ineunte – una “fantasia della carità” nello spirito di solidarietà verso il prossimo, così che l’aiuto sia una testimonianza di “fraterna condivisione” (cfr n. 50). Non manchi questa “fantasia” agli abitanti di Cracovia e di tutta la nostra Patria. Essa tracci il programma pastorale della Chiesa in Polonia. Possa il messaggio della misericordia di Dio rispecchiarsi sempre nelle opere di misericordia dell’uomo!

C’è bisogno di questo sguardo d’amore per accorgersi del fratello accanto a noi, che con la perdita del lavoro, della casa, della possibilità di mantenere degnamente la famiglia e dare istruzione ai figli, sperimenta un senso di abbandono, smarrimento e sfiducia. C’è bisogno della “fantasia della carità” per poter aiutare un bambino trascurato materialmente e spiritualmente; per non volgere le spalle al ragazzo o alla ragazza irretiti nel mondo delle varie dipendenze o del crimine; per portare consiglio, consolazione, sostegno spirituale e morale a chi intraprende un combattimento interiore con il male. Non manchi la “fantasia” dove un bisognoso supplica: “Dacci oggi il pane nostro quotidiano”. Grazie all’amore fraterno, non manchi mai questo pane. “Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia” (Mt 5, 7).

9. Durante il mio primo pellegrinaggio in Patria nel 1979, qui ai Błonia ho detto che “quando siamo forti dello Spirito di Dio, siamo anche forti della fede nell’uomo – forti della fede, della speranza e della carità – che sono indissolubili – e siamo pronti a rendere testimonianza alla causa dell’uomo di fronte a colui, al quale sta veramente a cuore questa causa”. Perciò vi ho chiesto: “Non disdegnate mai la Carità che è la cosa “più grande”, che si è manifestata attraverso la Croce, e senza la quale la vita umana non ha né radici né senso” (10.06.1979; Insegnamenti di Giovanni Paolo II, II, p. 1521-1522).

Fratelli e Sorelle, oggi ripeto questo invito: apritevi al dono più grande di Dio, al suo amore che, mediante la Croce di Cristo, si è manifestato al mondo quale amore misericordioso. Oggi, che viviamo in altri tempi, all’alba del nuovo secolo e millennio, continuate ad essere “pronti a rendere testimonianza alla causa dell’uomo”. Oggi, con tutta la forza, prego i figli e le figlie della Chiesa e gli uomini di buona volontà di non separare mai e poi mai la “causa dell’uomo” dall’amore di Dio. Aiutate l’uomo moderno a sperimentare l’amore misericordioso di Dio! Che nel suo splendore e calore salvi la sua umanità!

ANGELUS NEL PARCO DI BLONIE

Al termine della Santa Messa celebrata nel Parco di Błonie a Kraków per la proclamazione di 4 nuovi Beati, prima di recitare l’Angelus Giovanni Paolo II ha rivolto ai presenti le seguenti parole:

Prima di concludere la Liturgia con la preghiera dell’Angelus, voglio rivolgermi ai giovani. Purtroppo durante la visita non è stato possibile un incontro speciale con loro, che ho visto lungo tutto il percorso del pellegrinaggio. So essere qui presente un folto gruppo di membri del movimento Luce e Vita, che ha trascorso la notte in preghiera nella Chiesa dei SS. Pietro e Paolo nella parrocchia di Tutti i Santi, per poter incontrare il Papa durante questa solenne Santa Messa. Mi ricordo che esattamente trent’anni fa, il 16 agosto, a Blyszcz, vicino a Tylmanowa, ebbi modo di partecipare ai cosiddetti “Giorni di Comunione”. Dicevo allora che mi è familiare lo stile di vita proposto ai giovani dal Servo di Dio, Padre Franciszek Blachnicki. E non ho mai cambiato idea.

Ringrazio Dio per questo movimento, che negli anni difficili del passato ha portato tanti frutti spirituali nel cuore dei giovani, e oggi rappresenta un ambiente stimolante per la crescita spirituale della gioventù e delle famiglie. Amati membri dell’Oasi, quando ero Vescovo di Cracovia ho cercato di sostenervi con la mia presenza; come Vescovo di Roma continuo ad accompagnarvi ininterrottamente con la preghiera e la vicinanza spirituale. L’amore per l’Eucaristia e per la Bibbia illumini sempre di luce divina i sentieri della vostra vita.

Carissimi giovani amici! Recentemente a Toronto, in Canada, si è svolto l’incontro speciale dei giovani di tutto il mondo, che avviene ogni due anni, chiamato Giornata Mondiale della Gioventù. È stato un avvenimento meraviglioso, vissuto con spirito di fede; è la fede il solido fondamento dell’entusiasmo delle aspirazioni e dei propositi giovanili. Come ho già detto, sulle rive del lago Ontario abbiamo rivissuto l’esperienza della gente di Galilea, alla quale Gesù consegnò il messaggio delle Beatitudini sulle sponde del lago di Tiberiade. Oggi ritorno a tale esperienza, tenendo presente il messaggio sulla Divina Misericordia. Tramite santa Faustina Dio lo consegna a voi, affinché nella sua luce possiate meglio capire che vuol dire essere poveri in spirito, misericordiosi, operatori di pace, affamati ed assetati di giustizio, e, infine, perseguitati a causa del nome di Gesù. È necessaria in ogni tempo la testimonianza di uomini che vivono secondo le Beatitudini. Ce n’è bisogno anche oggi. Chiedo a Dio che la vostra vita, vissuta secondo questa esigente divina misura, rappresenti un’attraente testimonianza della misericordia nei nostri tempi.

Desidero anche salutare, in modo speciale, i membri dell’Associazione Amici dei Lebbrosi di P. Jan Beyzym, la quale continua con frutto la sua missione di aiuto ai lebbrosi. Vi chiedo: non cessi mai la vostra opera di misericordia, e il vostro patrono vi sostenga.

Attraverso il Signor Cardinale Armand Gaétan Razafindatandra, Arcivescovo di Atananarivo, saluto tutta la Chiesa che è in Madagascar. Vi conservi sotto la sua protezione la Madonna di Częstochowa, il cui culto costituisce una singolare eredità del beato Jan Beyzym.

Saluto i pellegrini dall’Arcidiocesi di Varsavia, guidati dal Cardinale Primate. La beatificazione dell’Arcivescovo Sigismondo Felice Feliński si è svolta a Cracovia, perché qui egli ha completato la vita, ma per sempre rimarrà patrono della vostra Arcidiocesi, che ha servito per un breve periodo, lasciando però un’impronta indelebile della sua profonda spiritualità. Per sua intercessione, invoco prosperità per la Capitale e per tutti i suoi abitanti.

Non posso dimenticare l’Arcidiocesi di Przemyśl, che oggi si rallegra perché è stato elevato alla gloria dei beati il Padre Jan Balicki. Saluto l’Arcivescovo Józef, il clero e i fedeli, e prego Dio che il culto del nuovo Patrono porti nei cuori di tutti abbondanti frutti di grazia.

Saluto i Padri Gesuiti con il loro Preposito Generale. Oggi avete un nuovo beato: Jan Beyzym. La sua dedizione alla causa di Dio e dell’uomo bisognoso sia per voi esempio che vi sollecita a intraprendere sempre nuovi compiti, secondo le esigenze dei tempi.

Ho già ricordato le Suore Serafiche: ancora una volta le saluto, augurando loro di crescere in numero e nei meriti davanti a Dio e agli uomini.

Infine, bisogna rispettare gli ospiti, giunti da varie parti del mondo. Permettete, dunque, che saluti i pellegrini provenienti dalla Lituania, dalla Russia, dall’Ucraina, dalla Bielorussia, dall’Uzbekistan, dalla Slovacchia, dalla Repubblica Ceca, dall’Ungheria, dall’Italia, dall’Austria, dal Canada, dall’Inghilterra, dalla Francia, dalla Germania, dalla Svizzera, dagli Stati Uniti e dai altri Paesi. La loro presenza testimonia che il culto della Divina Misericordia si espande in tutta la terra. E grazie a Dio! Sono convinto che essi porteranno questo messaggio ai loro familiari e negli ambienti in cui vivono. Prego affinché questo sia un dono di speranza e di pace per tutti gli uomini di buona volontà.

[lituano] Saluto ora i fedeli lituani. Carissimi vi esorto ad attingere sempre dalla preghiera la forza per aderire fedelmente al Vangelo, diventando autentici testimoni della misericordia di Dio. Egli è la via, la verità e la vita per ogni uomo e per tutti i popoli. Vi benedico con affetto.

[russo] Saluto con affetto i fedeli della Federazione Russa. Carissimi, tenete fisso lo sguardo su Cristo. Egli dona a ciascuno l’energia necessaria per rispondere alle sfide del nostro tempo. Ascoltate la voce di Dio che vi chiama ad essere figli suoi e templi dello spirito dell’amore. A ciascuno la mia benedizione.

[bielorusso] Saluto cordialmente i Vescovi cattolici della Bielorussia, tutti qui presenti, ed ai fedeli che li accompagnano. Li ringrazio con affetto e auguro a ciascuno ogni bene nel Signore.

[ucraino] Un cordiale saluto rivolgo ai pellegrini provenienti dall’Ucraina. L’esempio dei nuovi beati e la materna intercessione di Maria suscitino in ciascuno una rinnovata fedeltà a Dio, “ricco di misericordia”, e un amore sempre più generoso verso i fratelli. A tutti la mia benedizione.

[slovacco] Un cordiale saluto rivolgo ai pellegrini provenienti dalla Slovacchia. Dio ricco in misericordia, per intercessione dei nuovi beati e di Maria Santissima, susciti nei vostri cuori un rinnovato amore e continuata fedeltà a Cristo Signore e una generosa carità verso il prossimo. A tutti la mia particolare benedizione.

[ceco] Un cordiale saluto ai pellegrini provenienti dalla Repubblica Ceca: il Dio, ricco di Misericordia, protegga e benedica voi e tutta la vostra cara Patria. Sia lodato Gesù Cristo.

[uzbeco] Rivolgo un caro saluto ai pellegrini dell’Uzbekistan e profitto della loro presenza per inviare all’intero popolo uzbeko l’assicurazione della mia spirituale vicinanza.

[ungherese] Saluto cordialmente i fedeli ungheresi. Affidatevi alla misericordia di Dio, perché la sua misericordia è inesauribile. Sia lodato Gesù Cristo!

[francese] Saluto con affetto i pellegrini di lingua francese. Cristo Salvatore faccia di ciascuno di voi dei testimoni vivi di speranza e di pace, lui che ha rivelato pienamente a tutti gli uomini la misericordia infinita del Padre! Di cuore, imparto la Benedizione Apostolica.

[inglese] Saluto cordialmente i pellegrini provenienti dall’Inghilterra, dal Canada e dagli Stati Uniti presenti alla Messa di oggi. Iddio, ricco in misericordia, conceda a voi e alle vostre famiglie ogni benedizione celeste.

[tedesco] Saluto cordialmente i pellegrini di lingua tedesca. La misericordia di Dio è grande. Affidatevi ad essa! A tutti imparto la Benedizione Apostolica.

[italiano] Un cordiale saluto ai pellegrini italiani qui presenti e a quelli uniti a noi attraverso la radio e la televisione. Maria ed i nuovi Beati aiutino ciascuno a seguire fedelmente Dio, “ricco di misericordia”, e ad amare generosamente i fratelli. A tutti la mia benedizione. E ora affidiamo tutte le nostra intenzioni alla Madre di Dio, Madre di misericordia: Angelus Domini

Dopo la recita dell’Angelus con i milioni di fedeli che avevano preso parte alla Santa Messa nel Parco di Błonie a Kraków, Giovanni Paolo II – ascoltando il canto “La barca” eseguito più volte dai giovani presenti – ha pronunciato le seguenti parole:

Per concludere vorrei aggiungere che proprio questo canto delle “Oasi” mi ha accompagnato fuori dalla mia Patria 23 anni fa. Lo avevo nelle mie orecchie. Era il Conclave. E da questo canto delle “Oasi” non mi sono separato durante tutti questi anni. Era come il respiro nascosto della Patria. Era anche la guida sulle diverse strade della Chiesa. E questo canto mi ha condotto spiritualmente molte volte qui, a Błonie di Cracovia, ai piedi della collina di Kościuszko.

Ti ringrazio, canto delle “Oasi”. Ti ringrazio, Błonie di Cracovia, per la tua ospitalità dimostrata tante volte e anche oggi. Dio ti ricompensi. Vorrei aggiungere: arrivederci! Ma questo sta completamente nelle mani di Dio. Affido questo interamente alla misericordia di Dio.

Lunedì 19 agosto  il Papa ha celebrato la Messa al Santuario di Kalwaria Zebrzydowska nel quarto centenario della fondazione. Il Santuario – molto amato da Giovanni Paolo II fin dalla Sua infanzia – è dedicato alla Passione di Gesù e alla Madonna Addolorata ed è affidato fin dalla sua consacrazione all’Ordine dei Frati Minori, in Polonia detti anche “Bernardini”. Questa l’omelia:

Salve, Regina, Madre di Misericordia, vita, dolcezza e speranza nostra, salve!

Carissimi Fratelli e Sorelle!

1. Giungo oggi in questo Santuario da pellegrino, come venivo quando ero bambino e in età giovanile. Mi presento dinanzi alla Madonna di Kalwaria come quando venivo da Vescovo di Cracovia per affidarLe i problemi dell’Arcidiocesi e di coloro che Dio aveva affidato alle mie cure pastorali. Vengo qui e, come allora, ripeto: Salve! Salve, Regina, Madre di Misericordia!

Quante volte ho sperimentato che la Madre del Figlio di Dio rivolge i suoi occhi misericordiosi alle preoccupazioni dell’uomo afflitto e gli ottiene la grazia di risolvere problemi difficili, ed egli, povero di forze, si riempie di stupore per la forza e la saggezza della Divina Provvidenza. Forse non lo hanno sperimentato anche intere generazioni di pellegrini che giungono qui da quattrocento anni? Certamente sì. Altrimenti non ci sarebbe stata oggi questa celebrazione. Non sareste qui voi, carissimi, che percorrete i Sentieri di Kalwaria, seguendo le orme della Passione e della Croce di Cristo e l’itinerario della compassione e della gloria della sua Madre. Questo luogo, in modo mirabile, aiuta il cuore e la mente a penetrare il mistero di quel legame che unì il Salvatore che pativa e sua Madre che compativa. Al centro di questo mistero d’amore, chi viene qui ritrova sé stesso, la sua vita, la sua quotidianità, la sua debolezza e, insieme, la forza della fede e della speranza: quella forza che scaturisce dalla convinzione che la Madre non abbandona il figlio nella sventura, ma lo conduce al suo Figlio e lo affida alla sua misericordia.

2. “Stavano presso la croce di Gesù sua Madre, la sorella di sua Madre, Maria di Cleofa e Maria di Magdala” (Gv 19, 25). Colei che era legata al Figlio di Dio da vincoli di sangue e d’amore materno, là, ai piedi della Croce, viveva quest’unione nella sofferenza. Lei sola, malgrado il dolore del cuore di madre, sapeva che tale sofferenza aveva un senso. Lei aveva fiducia – fiducia nonostante tutto – che si stava compiendo l’antica promessa: “Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno” (Gn 3, 15). E la sua fiducia trovò conferma, quando il Figlio agonizzante si rivolse a lei: “Donna!”.

Poteva in quel momento, sotto la Croce, attendersi che di lì a poco, in tre giorni, la promessa di Dio si sarebbe compiuta? Questo rimarrà per sempre un segreto del suo cuore. Sappiamo, però, una cosa: Lei, la prima fra tutti gli esseri umani, compartecipò alla gloria del Figlio risorto. Lei – come crediamo e professiamo – con l’anima e il corpo è stata assunta al cielo per sperimentare l’unione nella gloria, per rallegrarsi accanto al Figlio dei frutti della Divina Misericordia e ottenerli a coloro che cercano rifugio in Lei.

3. Il vincolo misterioso d’amore. Quanto splendidamente lo esprime questo luogo! La storia afferma che agli inizi del XVII secolo Mikołaj Zebrzydowski, il fondatore del Santuario, pose le fondamenta per costruire la cappella del Golgota, sul modello della chiesa della Crocifissione di Gerusalemme. Desiderava in tal modo, sopra ogni altra cosa, rendere vicino a sé stesso e ad altri il mistero della passione e della morte di Cristo. Tuttavia più tardi, progettando la costruzione delle vie della Passione del Signore, dal Cenacolo al Sepolcro di Cristo, condotto dalla devozione mariana e dall’ispirazione di Dio volle collocare su quella via delle cappelle evocatorie degli avvenimenti di Maria. E così sono nati altri sentieri e una nuova pratica religiosa, in un certo modo, a completamento della Via Crucis: la celebrazione detta la Via della Compassione della Madre di Dio. Da quattro secoli, si susseguono generazioni di pellegrini che ripercorrono qui le orme del Redentore e di sua Madre, attingendo abbondantemente a quell’amore che resistette alla sofferenza e alla morte, e nella gloria del cielo trovò il suo coronamento.

Durante questi secoli, i pellegrini sono venuti accompagnati fedelmente dai Padri Francescani, detti “Bernardini”, incaricati dell’assistenza spirituale del Santuario di Kalwaria. Oggi voglio esprimere loro gratitudine per questa predilezione per Cristo che ha patito e per sua Madre che ha compatito; una predilezione che con fervore e dedizione riversano nei cuori dei pellegrini. Carissimi Padri e Fratelli “Bernardini”, voglia il buon Dio benedirvi in questo ministero, adesso e in futuro!

4. Nel 1641 il Santuario di Kalwaria è stato arricchito di un dono particolare. La Provvidenza indirizzò verso Kalwaria i passi di Stanisław Paszkowski di Brzezie, perché affidasse alla custodia dei Padri “Bernardini” l’immagine della Madre Santissima, già diventata famosa per le sue grazie quando si trovava nella cappella di famiglia. Da allora in poi, e particolarmente dal giorno dell’incoronazione, compiuta nel 1887 dal Vescovo di Cracovia, Albin Sas Dunajewski con il beneplacito di Papa Leone XIII, i pellegrini terminano il loro pellegrinaggio per le stradine al suo cospetto. All’inizio venivano qui da tutte le parti della Polonia, ma anche dalla Lituania, dalla Rus’, dalla Slovacchia, dalla Boemia, dall’Ungheria, dalla Moravia e dalla Germania. Si sono affezionati a lei particolarmente gli abitanti della Slesia, che hanno offerto la corona a Gesù, e dal giorno dell’incoronazione ogni anno partecipano alla processione nel giorno dell’Assunzione della Beata Vergine Maria.

Quanto è stato importante questo luogo per la Polonia divisa dalle spartizioni! Lo ha espresso Mons. Dunajewski nel corso dell’incoronazione così pregando: “In questo giorno Maria è stata assunta al cielo ed ivi incoronata. Al ricorrere dell’anniversario di questo giorno, tutti i Santi porgono le loro corone ai piedi della loro Regina, ed oggi anche il popolo polacco porta le corone d’oro, affinché dalle mani del Vescovo siano poste sulla fronte di Maria in quest’immagine miracolosa. Ricompensaci di questo, o Madre, affinché siamo uno fra di noi e con Te”. Così pregava per l’unificazione della Polonia divisa. Oggi, dopo che essa è diventata un’unità territoriale e nazionale, le parole di quel Pastore non perdono d’attualità, ma anzi acquistano un nuovo significato. Bisogna ripeterle oggi, chiedendo a Maria che ci ottenga l’unità della fede, l’unità dello spirito e del pensiero, l’unità delle famiglie e l’unità sociale. Per questo prego oggi insieme a voi: fa’, o Madre di Kalwaria, “che siamo uno fra di noi e con Te”.

5. “Orsù, dunque, Avvocata nostra, rivolgi a noi gli occhi Tuoi misericordiosi. E mostraci, dopo questo esilio, Gesù, il frutto benedetto del Tuo seno. O clemente, o pia, o dolce Vergine Maria!

Rivolgi, o Signora delle grazie, il tuo sguardo a questo popolo che da secoli è rimasto fedele a Te e a tuo Figlio. Rivolgi lo sguardo a questa nazione, che sempre ha riposto la speranza nel tuo amore di Madre. Rivolgi a noi lo sguardo, gli occhi tuoi misericordiosi, ottienici quello di cui i Tuoi figli hanno più bisogno. Apri i cuori dei benestanti ai bisogni dei poveri e sofferenti. Ai disoccupati fa’ incontrare un datore di lavoro. Aiuta coloro che sono sul lastrico a trovare una casa. Alle famiglie dona l’amore che fa superare tutte le difficoltà. Ai giovani addita la strada e le prospettive per il futuro. Avvolgi i bambini con il manto della tua protezione, perché non vengano scandalizzati. Anima le comunità religiose con la grazia della fede, della speranza e della carità.Fa’ che i sacerdoti ricalchino le orme del tuo Figlio nell’offrire ogni giorno la vita per le pecore.Ai Vescovi ottieni la luce dello Spirito Santo, affinché guidino la Chiesa in queste terreverso il Regno del tuo Figlio per una strada unica e dritta.Madre Santissima, Nostra Signora di Kalwaria,ottieni anche a me le forze del corpo e dello spirito,affinché possa compiere fino alla fine la missione assegnatami dal Risorto.A Te rimetto tutti i frutti della mia vita e del mio ministero;a Te affido le sorti della Chiesa;a Te consegno la mia nazione;in Te confido e a Te ancora una volta dichiaro:Totus Tuus, Maria!Totus Tuus. Amen.

Al termine della Santa Messa celebrata nel Santuario di Kalwaria Zebrzydowska, prima di impartire la benedizione finale, il Papa ha rivolto ai fedeli le seguenti parole:

Ecco che ora si sta concludendo il mio pellegrinaggio in Polonia, a Cracovia. Sono contento che il coronamento di questa visita avviene proprio a Kalwaria, ai piedi di Maria. Ancora una volta desidero affidare alla sua protezione voi qui riuniti, la Chiesa in Polonia e tutti i connazionali. Che il suo amore sia la fonte di abbondanti grazie per il nostro Paese e i suoi abitanti.

Quando ho visitato questo santuario nel 1979 vi ho chiesto di pregare per me, finché sono vivo e dopo la mia morte. Oggi ringrazio voi e tutti i pellegrini di Kalwaria per queste preghiere, per il sostegno spirituale che ricevo continuamente. E continuo a chiedervi: non cessate di pregare – lo ripeto ancora una volta – finché sono vivo e dopo la mia morte. Ed io, come sempre, ricambierò la vostra benevolenza raccomandando voi tutti a Cristo misericordioso ed a sua Madre.

Lunedì 19, nel pomeriggio, lasciato il Santuario di Kalwaria Zebrzydowska, Giovanni Paolo II si è trasferito all’aeroporto internazionale di Kraków-Balice, dove alle ore 17.30 ha avuto luogo la cerimonia di congedo dalla Polonia, alla presenza delle massime autorità civili e religiose. Ecco il discorso di saluto del Papa:.

1. “Polonia, mia cara patria, […] Dio t’innalza e ti tratta in modo particolare, ma sappi esserGliene riconoscente” (Diario, 1038). Con queste parole, prese dal Diario di santa Faustina, desidero congedarmi da voi, cari Fratelli e Sorelle, miei Connazionali!

Nel momento in cui devo tornare in Vaticano, ancora una volta, con grande gioia, volgo il mio sguardo a tutti voi e ringrazio Dio che mi ha permesso di soggiornare nuovamente in Patria. Con il pensiero ripercorro le tappe del pellegrinaggio di questi tre giorni: Łagiewniki, Błonia di Cracovia, Kalwaria Zebrzydowska. Conservo nella memoria la folla orante dei fedeli, testimonianza della fede della Chiesa in Polonia e della sua fiducia nella potenza della misericordia di Dio. Congedandomi, voglio salutarvi tutti, cari Connazionali. In tanti mi hanno aspettato. In tanti hanno voluto incontrarmi. Non tutti sono riusciti. Forse la prossima volta…

Alle famiglie polacche auguro di trovare nella preghiera la luce e la forza per compiere i loro doveri, seminando in ogni ambiente il messaggio dell’amore misericordioso. Dio, fonte della vita, vi benedica ogni giorno. Saluto coloro che ho incontrato personalmente lungo il mio pellegrinaggio e coloro che hanno partecipato agli incontri del viaggio apostolico mediante i mezzi di comunicazione sociale. Ringrazio, in particolare, i malati e le persone anziane per aver sostenuto la mia missione con la preghiera e con la sofferenza. Auguro che l’unione spirituale con Cristo misericordioso sia per loro fonte di sollievo nelle sofferenze fisiche e spirituali.

Abbraccio con lo sguardo dell’anima l’intera mia amata Patria. Gioisco dei successi, delle buone aspirazioni e delle iniziative coraggiose. Con inquietudine ho parlato delle difficoltà e di quanto costano i cambiamenti, che dolorosamente ricadono sui più poveri e sui più deboli, sui disoccupati, sui senzatetto e su chi è costretto a vivere in condizioni sempre più difficili e nell’incertezza dell’avvenire. Partendo, voglio raccomandare queste precarie situazioni della nostra Patria alla Provvidenza Divina e invitare i responsabili della gestione dello Stato ad essere sempre premurosi per il bene della Repubblica e dei suoi cittadini. Lo spirito di misericordia, di fraterna solidarietà, di concordia e di autentica attenzione al bene della Patria regni tra voi. Spero che, conservando questi valori, la società polacca – che da secoli fa parte dell’Europa – troverà il suo giusto posto nelle strutture dell’Unione Europea, nella quale non solo non perderà la sua identità, ma anzi potrà arricchire con la sua tradizione questo continente e il mondo intero.

2. I giorni di questo breve pellegrinaggio sono stati per me un’occasione per ricordare e riflettere profondamente. Ringrazio Dio che mi ha dato la possibilità di visitare Cracovia e Kalwaria Zebrzydowska. Lo ringrazio per la Chiesa in Polonia, che, con spirito di fedeltà alla Croce e al Vangelo, da mille anni condivide le sorti della Nazione, la serve con zelo e la sostiene nei suoi buoni propositi e aspirazioni. Lo ringrazio perché la Chiesa in Polonia rimane fedele a questa missione e chiedo che sia così sempre.

Desidero esprimere gratitudine a coloro che hanno contribuito al felice svolgimento del pellegrinaggio. Nelle mani del Signor Presidente della Repubblica Polacca pongo ancora una volta il ringraziamento per l’invito e per la cura posta nel preparare la visita. Ringrazio per la collaborazione tra le autorità civili e i rappresentanti della Chiesa. Sono grato per ogni gesto di buona volontà.

Sono grato alle Autorità amministrative, regionali e comunali – soprattutto di Cracovia e di Kalwaria -, per la benevolenza, la premura e lo sforzo compiuto.

Dio ripaghi quanti si sono adoperati nei vari compiti liturgici e pastorali, gli operatori della televisione, della radio e della stampa, i servizi d’ordine – i militari, i poliziotti, i vigili del fuoco, gli operatori sanitari – e coloro che in qualsiasi modo hanno contribuito allo svolgimento del pellegrinaggio. Non voglio trascurare nessuno; quindi a tutti ancora una volta di cuore ripeto: Dio vi ricompensi!

3. Con particolare gratitudine mi rivolgo al Popolo di Dio in Polonia. Ringrazio la Conferenza Episcopale Polacca e, anzitutto, il Cardinale Primate per l’invito rivoltomi, per la preparazione spirituale dei fedeli e per lo sforzo organizzativo che il mio pellegrinaggio ha comportato. Speciali parole di ringraziamento dirigo ai sacerdoti, ai seminaristi e alle religiose. Grazie per la preparazione della liturgia e per l’accompagnamento dei fedeli durante i nostri incontri. Grazie all’intera Chiesa in Polonia per la comune perseveranza nella preghiera, per la calorosa accoglienza e per ogni manifestazione di benevolenza. Cristo misericordioso ricompensi abbondantemente la vostra generosità con la sua benedizione.

Tra i ringraziamenti non può mancare un cenno speciale all’amata Chiesa in Cracovia. Particolari espressioni di gratitudine rivolgo di cuore al Cardinale Franciszek Macharski, Metropolita di Cracovia, per l’ospitalità e per aver così magnificamente preparato la Città agli importanti eventi compiutisi nei giorni scorsi. Grazie di cuore alle Suore della Misericordiosa Madre di Dio a Łagiewniki e a quanti ogni giorno davanti all’effige di Gesù misericordioso elevano preghiere secondo le intenzioni della mia missione apostolica. Mi congratulo con l’Arcidiocesi di Cracovia e con tutta la Polonia per il nuovo tempio, che mi è stato concesso di dedicare. Sono convinto che il Santuario di Łagiewniki costituirà un significativo punto di riferimento ed un efficace centro del culto della Divina Misericordia. I raggi di luce che scendono dalla torre del tempio di Łagiewniki, e che ricordano i raggi dell’immagine di Gesù misericordioso, si irradino con spirituale riflesso sull’intera Polonia: dai Tatra al Baltico, dal Bug all’Oder, e su tutto il mondo!

4. “Dio ricco di misericordia“! Ecco le parole che hanno costituito l’idea principale della visita. Le abbiamo lette come un invito rivolto alla Chiesa e alla Polonia nel nuovo millennio. Auguro ai miei Connazionali che sappiano accogliere con cuore aperto questo messaggio della misericordia e che riescano a portarlo ovunque gli uomini hanno bisogno della luce della speranza.

Conservo nel cuore il bene compiuto nei giorni del pellegrinaggio e di cui ho avuto parte. Grato per tutto, con l’intera comunità ecclesiale in Polonia ripeto davanti a Gesù misericordioso: “Gesù, confido in Te!“. Questa sincera confessione porti sollievo alle future generazioni nel nuovo millennio. Dio ricco di misericordia vi benedica!

 

Fonte: www.vatican.va