Arezzo - Cortona - Sansepolcro

«Vi racconto cosa c’è nell’io dentro di me».

« Stiamo andando sempre di più verso il digitale, sempre di più verso il video. La fotografia deve avere per forza di cose degli sviluppi. In questo momento una foto attaccata al muro non mi basta più: voglio mischiare». Bastano queste parole per capire «L’io dentro me», la rassegna dedicata a Monica Silva in mostra a Palazzo Pichi Sforza a Sansepolcro fino al 12 giugno. Quasi 40 ritratti di persone, comuni e famose, riprese in due scatti, in modo che, con un approccio a titolo indagatore del profondo dell’anima, la fotografa arrivasse a «trasformare la persona stessa nel suo io nascosto». Effetti sonori e immagini video integrano l’allestimento e all’avvicinarsi del visitatore sensori di presenza attivano le video istallazioni. L’immagine proiettata rivela gradatamente l’io nascosto dei personaggi e dello spettatore: sarà lui stesso a far apparire l’alter ego visivo, tutti quegli «io dentro me». Monica Silva, dunque, entra nel contemporaneo sperimentale e avvalendosi di diversi media indaga sulla psicologia del soggetto ripreso. Per lei la notorietà di alcuni personaggi non ha valso alcunché: «Non voglio mancare di rispetto a nessuno, ma sono tutti essere umani. Magari qualcuno ha più luce addosso, ha più esponenzialità, ma sono persone. Io distinguo la sensibilità di ognuno di loro, non li ho cercati perché avevano un “nome”. Per me sono state persone che hanno voluto condividere il loro mondo con me». Tutti i soggetti sono stati «fissati» su fondo bianco perché «volevo la purezza delle persone. Devono reggere le storie che trasmettono gli sguardi, i volti. In questo modo molti dei ritratti parlano da soli».Questo è solo il primo di un ciclo di progetti interattivi dell’artista: «La curiosità non si deve fermare. La domanda “E’ tutto qui?” non si deve fermare», conclude Monica lasciandoci con un qualcosa dentro di noi.Margherita Tizzi