Cet Notizie
Vescovo Roncari, il saluto alle diocesi di Grosseto e Pitigliano
“Mi porto dentro l'esperienza di una terra veramente bella". "Bisogna lavorare di più insieme"
E’ un richiamo a fare squadra, a frammentarsi meno, a costruire reti quello che lancia mons. Giovanni Roncari alla Maremma, a poche ore dalla ufficializzazione della nomina di don Bernardino Giordano a nuovo vescovo di Grosseto e di Pitigliano-Sovana-Orbetello. Padre Roncari continuerà a guidare le due Chiese maremmane come amministratore apostolico fino all’insediamento del nuovo pastore, ma nelle ore successive all’annuncio c’è tempo già per un primo bilancio a caldo dei nove anni trascorsi in Maremma: i primi sei da vescovo di Pitigliano; gli ultimi tre anche di Grosseto. E il bilancio che trae è positivo: “Mi porto dentro l’esperienza di una terra veramente bella – dice – In chi non la conosce, la Maremma evoca immagini ormai legate al passato e da cui è giusto che sia “spogliata”. L’immagine della Maremma amara, isolata, ignorata non esiste più. “Vanno in Maremma”, scriveva Renato Fucini. Oggi questa terra è ben altra realtà: molto ricca e molto bella. Semmai un po’ troppo frammentata”, osserva ricordando di essersi permesso di dirlo a più riprese non solo ai suoi preti, ma anche agli amministratori locali, invitandoli a fare rete. “Bisogna lavorare di più insieme, perché ci sono ricchezze che altrimenti si perdono e questo non giova a nessuno”. Se un rammarico si porta dietro, mons. Roncari, è l’impossibilità di celebrare il millennio di Gregorio VII a Sovana: era già tutto pronto, addirittura il suo corpo era stato traslato da Salerno all’antica e meravigliosa cattedrale di Sovana, ma il covid ha bloccato. “Certo – commenta con quella bonomia che gli è tipica – è accaduto di peggio, ma quelle mancate celebrazioni hanno lasciato il rammarico, potevano essere una grande occasione per fare memoria a beneficio dell’oggi”. Al vescovo eletto, che non conosce personalmente ma con il quale ha avuto un cordiale scambio telefonico in queste ultime ore, dopo la comunicazione della Nunziatura, non vuol dare consigli, ma solo un incoraggiamento a “girare molto per poter conoscere questa terra”. Un territorio che, dal punto di vista della sua estensione, è secondo solo alla diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, seppure con una popolazione parcellizzata, che invecchia e con pochi figli. Sul proprio domani, invece, non si pronuncia: “Non ho ancora definito nulla sul mio futuro. Ora ho da continuare a lavorare”.