Prato

Vescovo da vent’anni

Nel giorno dell’Epifania del 1992, mons. Gastone Simoni veniva ordinato vescovo in San Pietro per le mani di Papa Giovanni Paolo II. Era stato ufficialmente nominato Vescovo di Prato il 7 dicembre 1991. Nell’occasione dei venti anni di episcopato di mons. Simoni, abbiamo richiesto un ricordo di quei mesi che precedettero l’ordinazione episcopale a mons. Luciano Giovannetti, allora Vescovo di Fiesole, diocesi della quale, al momento della nomina, mons. Simoni era vicario generale. Nella foto sopra, l’abbraccio fra Papa Wojtyla e Simoni dopo l’ordinazione episcopale, sotto (foto Augusto Biagini) l’Ostensione dell’8 settembre 2011 celebrata proprio dal vescovo emerito di Fiesole, Giovannetti.

di mons. Luciano Giovannettivescovo emerito di Fiesole La domenica 17 novembre 1991 tornando a notte inoltrata da una visita pastorale, trovai sul tavolo dello studio un appunto nel quale la mia mamma mi comunicava che il Nunzio Apostolico chiedeva di mettermi in contatto con lui a qualsiasi ora.Come subito avevo pensato, il Nunzio mi disse che il Santo Padre Giovanni Paolo II aveva nominato mons. Gastone Simoni vescovo di Prato e mi chiese di fare più del possibile perché la risposta fosse «positiva e sollecita», in quanto il Papa desiderava fare l’ordinazione nella prossima Epifania.Quindi mi pregò di recarmi a Roma giovedì 21 a ritirare il biglietto di nomina. Quella notte fu per me singolare: con animo commosso ripensavo a quando, circa dieci anni prima, venendo a Fiesole, avevo trovato fra i vari doni preziosi la presenza di mons. Simoni.Già dai primi contatti avevo compreso il valore di questo sacerdote e la stima grande che riscuoteva in tutta la diocesi, per cui durante la Santa Messa dell’inizio del mio ministero pastorale, l’avevo nominato Vicario generale, confermando quanto avevano fatto i miei due predecessori; rivivevo questo tempo in cui avevo goduto della sua collaborazione generosa, leale, intelligente, propositiva; spontaneamente il pensiero andava a mons. Pietro Fiordelli il quale durante la visita ad limina nel mese di marzo, di notte, era venuto a trovarmi pregandomi di impegnarmi perché il suo successore fosse mons. Simoni. Nello stesso tempo avvertivo il vuoto che questa partenza avrebbe creato nella mia persona e in tutta la diocesi. Ed ero preoccupato per quella risposta «positiva e sollecita» tenendo conto che all’assemblea della Cei, a maggio, avevo dovuto consegnare al Nunzio una lettera nella quale mons. Simoni lo supplicava di non presentarlo come candidato per il governo di una diocesi.Perciò la mattina del lunedì, mostrandomi comprensivo, ma anche sicuro comunicai all’eletto che il Santo Padre, tenendo conto di tutto, lo riteneva idoneo per l’episcopato e che aveva già stabilito la data della ordinazione.Una volta ricevuto l’assenso scritto, nei giorni successivi cercai di non incontrarlo, evitando la tentazione di un ripensamento e, così, quando mi presentai al Nunzio, ricevetti le sue congratulazioni!

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A mezzogiorno del sabato 7 dicembre, memoria del Vescovo Sant’Ambrogio e vigilia della Festa dell’Immacolata, nella cripta della cattedrale di Fiesole fu dato l’annuncio.Appena finita la lettura del documento della Congregazione dei Vescovi, mons. Antonio Bagnoli, vescovo emerito, sempre molto riservato, ad alta voce intonò l’Alleluja ripreso dai presenti con viva soddisfazione. Con l’esplosione di quel canto, l’anziano Padre sembrò dire a tutti: Finalmente! Era esaudito il suo desiderio e come l’antico Simeone cantava il suo «Nunc dimittis», rendendo grazie a Dio. A lui si univa la Chiesa diocesana consapevole dell’importanza che questo suo degno figlio veniva scelto a svolgere il servizio nella successione apostolica.

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Dopo l’ordinazione episcopale, avvenuta nella Basilica di San Pietro, alla quale partecipò anche una larga rappresentanza della diocesi fiesolana, nel pomeriggio della domenica 12 gennaio, festa del Battesimo del Signore, ci fu la solenne concelebrazione eucaristica presieduta dal Vescovo eletto di Prato. Fu nuovamente una grande festa di popolo per rendere lode al Signore ed esprimere al vescovo Gastone affetto e gratitudine per quanto aveva donato con zelo, umiltà, carità, pazienza, come Vicario generale per 25 anni, come responsabile del seminario, come animatore del laicato, con particolare competenza sui problemi sociali, come amico premuroso dei sacerdoti, dei religiosi e delle religiose.In questa partecipazione corale, ognuno portava nel cuore i ricordi di una presenza costante e capillare nel tessuto diocesano.

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Questi ricordi e sentimenti non si affievoliscono con il passare del tempo, ma vengono alimentati dalla constatazione del tanto bene che il vescovo Gastone continua a compiere nella Chiesa di Prato. Perciò, mi unisco alla preghiera della sua famiglia diocesana, riunita intorno al suo amato Padre.Quando una vita eminente per doti e per virtù non si chiude in breve svolgere di tempo, ma si protrae per lunghi anni, la visione di un tesoro di opere e di fatti, di parole e di consigli, di intelligenza e di cuore, risplende di una più intensa e vasta luce e circonda la paternità del Vescovo di una venerazione profonda.È l’intera comunità che vede nel Padre la propria gloria secondo l’espressione biblica: «I padri sono la gloria dei figli» (Prov. 17,6).(dal numero 1 dell’8 gennaio 2012)