Vita Chiesa

VESCOVO ARRESTATO IN CINA: SANTA SEDE, NESSUN DUBBIO SULLA SUA INNOCENZA

“Preoccupazione e tristezza” per la notizia dell’arresto in Cina del vescovo di Qiqihar mons. Wei Jingyi è stata espressa oggi dal portavoce della Sala Stampa della Santa Sede Joaquìn Navarro-Valls: “La Santa Sede ha appreso con preoccupazione e tristezza la notizia, trasmessa dalle agenzie internazionali, dell’arresto in Cina di un vescovo cattolico nella regione dello Helongjiang, ha detto Navarro-Valls. Qualora esistessero capi d’accusa a carico del vescovo arrestato, dovrebbero essere resi pubblici, come avviene in ogni stato di diritto. La Santa Sede, da parte sua, non ha alcun motivo di dubitare dell’innocenza del presule”. Il vescovo è stato arrestato il 5 marzo, ma ancora non sono noti i motivi dell’arresto.

Mons. Wei Jingyi, 46 anni, è sacerdote dal 1985 e vescovo della diocesi di Qiqihar dal 1995. In passato è stato arrestato due volte e condannato alla detenzione nei campi di lavoro: una prima volta dal 1987 al 1989 e una seconda volta dal 1990 al 1992. “E’ fra i più giovani vescovi della chiesa clandestina – spiega l’agenzia Asianews – che non accetta il controllo asfissiante del governo sulle attività religiose. Per il governo, sottrarsi al suo controllo equivale a dichiararsi nemico dell’ordine pubblico”.

La diocesi di Qiqihar, evangelizzata dai missionari betlemiti svizzeri agli inizi del ‘900, conta oggi oltre 50 mila fedeli cattolici e decine di preti e suore. Secondo diverse fonti, attualmente vi sono diversi vescovi in prigione o impediti nel loro ministero. Circa 20 sacerdoti sono in prigione o nei lager. I vescovi sotterranei di Baoding, mons. Su Zhimin e il suo ausiliario An Shuxin sono in prigione dal 1996. Anche nella chiesa ufficiale vi è persecuzione: a causa dell’avvicinamento e della riconciliazione con Roma – che ormai coinvolge più dell’80% dei vescovi – molti pastori e seminari subiscono controlli e sessioni per aderire alla politica religiosa del Partito Comunista.Sir