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VESCOVI ITALIANI, «IL DIALOGO PREVALGA SUL CONFLITTO ARMATO»

Trovare vie alternative all’ipotesi di una guerra preventiva in Iraq. Dopo l’appello lanciato dal card. Camillo Ruini, anche i vescovi italiani – riuniti a Roma dal 16 al 19 settembre in Consiglio permanente – tornano a chiedere alla comunità internazionale di “adoperarsi per far prevalere il dialogo per la pace sul conflitto armato”. In un comunicato finale diffuso martedì mattina, i vescovi hanno espresso “forte preoccupazione per la situazione mondiale che, a un anno dai tragici attentati dell’11 settembre 2001, evidenzia persistenti minacce alla pace e alla sicurezza”.

Oltre a rinnovare “viva preoccupazione per il conflitto, ormai cronico, che coinvolge i popoli palestinese e israeliano in Terra Santa”, i vescovi hanno auspicato “l’individuazione di percorsi alternativi all’ipotesi di una guerra preventiva nei confronti dell’Iraq”, una guerra – aveva detto il card. Ruini in apertura dei lavori – che “avrebbe inaccettabili costi umani e gravissimi effetti destabilizzanti sull’intera area medio orientale e, probabilmente su tutti i rapporti internazionali”.

I vescovi chiedono di “rafforzare il ruolo dissuasivo dell’Onu, nonché il convergente impegno di Paesi in grado di esercitare un’influenza concreta sul Governo iracheno, che per parte sua dovrà manifestare una reale disponibilità a ricercare intese e a rispettarle”.

Sempre a riguardo della situazione internazionale e in riferimento alle problematiche emerse negli ultimi vertici mondiali – quello promosso dalla Fao sull’alimentazione (Roma, 10-13 giugno) e quello dell’Onu sullo sviluppo sostenibile (Johannesburg, 26 agosto-4 settembre) – i vescovi hanno richiamato a “non abbandonare la via della remissione o riduzioni del debito internazionale” e si sono appellati ai Paesi membri di questi organismi affinché si impegnino ad “aprire progressivamente gli sbocchi commerciali, ridimensionando quei sistemi di sussidi e di dogane che tengono i prodotti dei paesi poveri lontano dai nostri mercati”.Sir