Vita Chiesa

VESCOVI EUROPEI (CCEE): A NAMUR, BELGIO, SI PARLA DI SALVAGUARDIA DEL CREATO E DI AMBIENTE

Si è aperta, oggi a Namur, in Belgio, con una meditazione biblica sul tema della Terra, proposta da Gloria Mari, dell’associazione per la salvaguardia del creato, “Nocetum”, la consultazione del Ccee, il Consiglio delle Conferenze episcopali europee, sulla responsabilità per il creato, cui partecipano i responsabili nazionali per l’ambiente degli episcopati europei. Si tratta del sesto incontro sui temi della salvaguardia del creato. Quest’anno la riflessione si concentra sul tema ecumenico e interreligioso, sulla “responsabilità delle chiese e delle religioni per la creazione”. Gloria Mari ha evocato anzitutto due atteggiamenti con cui accostarsi al tema della Terra: “stupore e contemplazione. Dovrebbero – ha detto – prendere il sopravvento rispetto alle valutazioni dei danni e dei mali nei confronti dell’ambiente. Perché questa terra, pure abusata, e dove ci troviamo a vivere un po’ tutti è stata dal Creatore molto amata e considerata indispensabile per l’uomo e fonte di relazione con le altre creature”. Ed è questa la prospettiva entro cui si muoveranno i lavori dei partecipanti, intrecciando i temi della relazione e della condivisione di quella terra sulla quale anzitutto “aleggia lo Spirito di vita” e nello stesso tempo quelli della responsabilità comune perché possa ancora oggi, e domani, essere “abitata e vivibile per gli uomini”.

“Certamente – ha detto Gloria Mari – oggi ci sono intere nazioni che non sono sensibili a questo tema: non applicano uno sviluppo sostenibile e danneggiano l’ecosistema; ma possiamo ringraziare Dio per tutte quelle strade nuove e originali che talora sembrano piccole e insignificanti, intraprese da uomini e donne un po’ di tutte le nazioni, i quali si fanno promotori di una responsabilità autentica per il creato”. Alcune di queste strade verranno messe a confronto durante l’incontro, occasione per condividere anche pratiche concrete di responsabilità verso il creato adottate nelle diverse comunità cristiane”.

“La sfida dell’ambiente è stata ed è un’occasione importante per il cammino ecumenico dei cristiani”. Lo sostiene Lukas Vischer, della chiesa riformata svizzera, intervenuto alla sesta consultazione Ccee sulla responsabilità per il creato, a Namur, in Belgio. “Le chiese – ha spiegato Vischer a confronto nel pomeriggio con un rappresentante ortodosso del Patriarcato ecumenico e l’arcivescovo Patrick Kelly, di Liverpool, sul contributo delle Chiese per lo sviluppo sostenibile – hanno scoperto la questione dell’ambiente e si sono confrontate con la crisi ecologica, anzitutto in chiave ecumenica”. “In un certo senso, si tratta di una questione post-confessionale? è una questione di approccio: non si deve parlare in primo luogo di contributo confessionale”, insiste il dottor Vischer. E aggiunge: “La mia esperienza è che abbiamo scoperto una prospettiva di testimonianza cristiana sull’ambiente nel contesto del movimento ecumenico. Ogni confessione, certo, ha risposto poi con le sue caratteristiche, ma all’interno del movimento ecumenico”. Così, allora, il contributo particolare delle chiese protestanti, per l’esponente svizzero, “è stato ed è quello dello sforzo di reinterpretazione delle Scritture. E la nostra peculiarità, senza la Bibbia non si può andare da nessuna parte”. Sul ruolo delle Chiese nei confronti della questione ambientale insiste anche il vescovo di Brugge, mons. Roger Vangheluwe: “Siamo coscienti delle minacce alla terra e del grande interesse che il tema dell’ambiente riserva soprattutto per i giovani. Insieme possiamo giocare un ruolo importante, con gli attori politici e istituzionali. Il nostro impegno per mantenere la creazione è responsabilità comune per il futuro”.Sir