Vita Chiesa

Vescovi Calabria: «La ‘ndrangheta è l’antievangelo»

Il testo, una sorta di richiamo a tutti i documenti e pronunciamenti delle Chiese calabresi in materia di contrasto alla criminalità organizzata, è stato voluto dalla Cec ed è curato da don Filippo Curatola, direttore spirituale nel seminario di Reggio Calabria, già direttore di «Avvenire di Calabria», don Enzo Gabrieli, direttore dell’ufficio Comunicazioni sociali dell’arcidiocesi di Cosenza–Bisignano e di «Parola di Vita» e don Giovanni Scarpino, direttore regionale dell’ufficio Comunicazioni sociali e cultura della Cec. I curatori del volume rendono ragione dell’impegno dei presuli calabresi a partire dalla Lettera pastorale per la Quaresima del 1916, fino al Direttorio «Per una nuova evangelizzazione della pietà popolare» del 2015, passando per «Eucarestia e ricostruzione morale della società» per la Quaresima 1947 al documento «L’Episcopato calabro contro la mafia, disonorante piaga della società», del 1975, e altri documenti.

Le Chiese calabresi dell’ultimo cinquantennio – ha sottolineato mons. Vincenzo Bertolone nella presentazione del volume – hanno camminato fra la gente, in una terra «bella e amara», cercando insieme di «individuare percorsi coraggiosi per una purificazione ‘leale e onesta’ della religiosità». Il testo, che ha come sottotitolo «Il percorso comune delle Chiese di Calabria nell’impegno di testimoniare il Vangelo (1916-2016)», riporta i documenti degli ultimi 100 anni delle Chiese calabresi. «La ‘ndrangheta è l’antievangelo» riprende i discorsi pronunciati da Giovanni Paolo II nel corso della sua visita pastorale in Calabria dell’ottobre 1984, visti come «annuncio di speranza», la visita di Benedetto XVI il 9 ottobre 2011 con «l’invito alla fede dei calabresi come antidoto alla criminalità organizzata», il recente intervento di Francesco del 21 giugno 2014 a Cassano allo Jonio. Un’altra parte contiene invece un’intervista a monsignor Salvatore Nunnari, ex presidente della Cec, sotto la cui presidenza era stata pubblicata la nota «Testimoniare la verità del Vangelo. Il tentativo dei Vescovi, si legge ancora nella presentazione, è di «ridare un’anima al popolo di Dio». Perché nessuno in Calabria si faccia «rubare la speranza».

«Quella che, fino alla svolta del Concilio ecumenico Vaticano II veniva da molti ancora definita ‘la Chiesa del silenzio’ è diventata la Chiesa che parla, interpella, invita al rispetto delle leggi degli uomini e di Dio; che ascolta e vede». È uno dei passaggi della presentazione di monsignor Vincenzo Bertolone al volume della Cec. Il vescovo di Catanzaro descrive «una Chiesa che compie una nuova evangelizzazione nel bene e nella pace; che destituisce di senso ogni via o mezzo criminale; che chiama ‘ateismo’ e ‘irreligione’ la sensibilità mafiosa, stigmatizzandone il perverso e diabolico tentativo di scimmiottare riti e linguaggi religiosi, o addirittura di adulterare processioni, solennità religiose, santuari e aggregazioni di fede». Il testo offre il percorso di un insieme di documenti e pronunciamenti dei presuli delle Chiese di Calabria sul fenomeno della criminalità organizzata, a partire dal 1916. «Su questo percorso – scrivono nell’introduzione i curatori don Filippo Curatola, don Enzo Gabrieli e don Giovanni Scarpino – si innestano i documenti prodotti, gli interventi dei singoli Vescovi che, presi singolarmente, potrebbero apparire proclami; le denunce e i periodici interventi legati ai fatti di cronaca sono in realtà frutto di un cammino faticoso, in stile sinodale, di studio e di indicazioni offerte alla luce del Vangelo».