Urbanizzazione, materialismo, migrazioni, proliferazione delle sette e sfruttamenti abusivi del suolo e del sottosuolo. Sono queste «le sfide del mondo» che i vescovi d’Africa e d’Europa vogliono affrontare per servire meglio gli uomini e le donne che vivono nei nostri continenti. Sono elencate nel messaggio che i vescovi africani ed europei rivolgono ai fedeli cristiani e agli uomini di buona volontà all’indomani del simposio che i presuli dei due continenti hanno avuto a Roma dal 13 al 17 febbraio sul tema della nuova evangelizzazione. Stiamo vivendo l’esperienza senza precedenti, particolarmente nell’emisfero Nord scrivono i vescovi -, di un rifiuto di Dio o di un’indifferenza crescente. Sappiamo però che, al di là di tutte le culture, l’uomo e la donna hanno un’esperienza comune nel loro cuore, in Africa così come in Europa: sono abitati dal desiderio di amare, di essere amati e di dare la vita. I vescovi si dicono poi disponibili ad essere attenti alle sfide del mondo. La prima sfida indicata nel messaggio è quella dell’urbanizzazione che a detta dei presuli moltiplica le delusioni, le solitudini e le miserie: Dobbiamo imparare il linguaggio dell’uomo della città per promuovere una vera vita comunitaria che favorisca l’accoglienza delle domande dell’uomo sradicato. C’è poi la sfide del materialismo.L’esca del denaro scrivono i vescovi – genera nuove forme di egoismo che allontanano dalla solidarietà e dalla ricerca del bene comune. Nel messaggio di parla anche delle migrazioni: costituiscono anch’esse una sfida e pongono molti interrogativi alle nostre società. Possono provocare squilibri sociali e paure. A questo proposito i presuli indicano una prospettiva: Una vera pastorale dei migranti impegna le nostre Chiese ad essere segno della fraternità in Cristo: Ero forestiero e mi avete accolto’. I vescovi si dicono inoltre preoccupati per la proliferazione delle sette: Dobbiamo interrogarci sul nostro linguaggio talvolta complesso e troppo astratto. Dobbiamo osare di più nell’annuncio di Gesù Cristo, chiamando ad un’adesione di fede personale e comunitaria. Infine un allarme ed un appello contro gli sfruttamenti abusivi del suolo e del sottosuolo che vengono perpetrati anche a prezzo di numerose corruzioni, con le violenze, o addirittura le guerre. E’ importante impostare le cose in modo da agire insieme, presso i governanti, per avere una parola comune in vista di una maggiore giustizia. Il messaggio si conclude con la garanzia di un impegno preso e condiviso: Vogliamo essere presenti all’appuntamento con le sfide del nostro mondo, in primo luogo con le nostre conversioni personali e con la messa in atto delle trasformazioni necessarie per servire meglio gli uomini e le donne che vivono nei nostri continenti. (Sir)