Un accordo debole e moralmente riprovevole rispetto ad un disastro provocato dai cambiamenti climatici che coinvolge milioni di persone più povere del mondo. Così Caritas internationalis e Cidse, le più grandi reti mondiali di agenzie umanitarie cattoliche, definiscono la conclusione del vertice Onu di Copenaghen, al quale erano presenti con una nutrita delegazione di persone, compresi cinque vescovi. “E’ inconcepibile afferma Nilles Bernd, segretario generale della Cidse – che più di 100 leader mondiali riuniti in una stanza per cercare di risolvere un problema globale, non siano riusciti ad assumere obblighi adeguati e vincolanti. I leader del mondo, continua Nilles, non sono riusciti a proporre una soluzione concreta ed efficace, sprecando questa opportunità storica. “Le popolazioni dei Paesi in via di sviluppo sono già vittime degli effetti dei cambiamenti climatici aggiunge Niamh Garvey, di Caritas Irlanda -. Abbiamo un periodo di tempo brevissimo per prevenire il peggio. L’accordo di Copenhagen ha fallito perché non ha assunto gli impegni richiesti dagli scienziati. Milioni di persone stanno lottando per mantenere la testa fuori dall’acqua, mentre i leader politici sono ancora in una situazione di stallo. Lesley Anne Knight, segretario generale di Caritas internationalis mette in evidenza il ritardo dei leader a confronto del livello di impegno dimostrato da persone provenienti da tutto il mondo a Copenaghen, che hanno manifestato, in maniera inequivocabile, la richiesta di un accordo forte contro i cambiamenti climatici. Ora i leader devono stabilire al più presto un termine per giungere ad accordo globale e vincolante nei prossimi mesi. Noi li controlleremo ad ogni passo del cammino”. Cidse e Caritas sono convinte che il mondo deve pretendere un accordo equo, ambizioso e giuridicamente vincolante che impegni i Paesi sviluppati a riduzioni delle emissioni di gas serra di oltre il 40% entro il 2020, sulla base dei livelli del 1990. Caritas e Cidse vogliono anche che le nazioni ricche si impegnino a fornire 195 miliardi di dollari entro il 2020 per aiutare i Paesi in via di sviluppo a sfruttare le tecnologie verdi e proteggersi dai peggiori effetti dei cambiamenti climatici.Sir