Dossier

Verso un welfare dell’innovazione

In questi ultimi mesi la Giunta Regionale ha definito risorse, tempi e modalità per introdurre nel sistema toscano dei servizi alla persona nuovi modelli di organizzazione (le Società della Salute) e interventi innovativi per metodologie adottate e ambiti di intervento (i Programmi di iniziativa regionale): le sperimentazioni introdotte, di cui si offre una breve presentazione, pur interessando ambiti ancora circoscritti della comunità regionale, sono finalizzate alla individuazione di modelli gestionali, procedurali e organizzativi da estendere all’intero sistema dei servizi sociali, sociosanitari e sanitari.

Società della salute

Il Piano Sanitario Regionale 2002-2004, approvato con deliberazione del Consiglio Regionale 9 aprile 2002 n.60, prevede l’avvio di sperimentazioni di forme innovative di governo dei servizi sociali e sanitari extraospedalieri a livello di zona-distretto, caratterizzate dalla riunione in capo ad un unico soggetto della responsabilità di tutti i servizi socioassistenziali, sociosanitari, sanitari facenti capo alla zona- distretto (v. Oglnews n. 6 “i primi passi verso le società della salute”).

Gli obiettivi individuati dalla Regione, che debbono essere perseguiti dagli enti pubblici promotori di tali sperimentazioni, riguardano quindi:– Il coinvolgimento delle comunità locali – La garanzia di qualità e appropriatezza degli interventi– Il controllo e la certezza dei costi del sistema– L’universalismo e l’equità – La valorizzazione dell’imprenditorialità non profit attiva e presente sul territorio

Il consiglio regionale ha approvato con deliberazione 24 settembre 2003 n.155 “l’Atto di indirizzo regionale per l’avvio della sperimentazione delle Società della salute”, relativo alla specificazione delle condizioni necessarie alla sperimentazione e indicando tempi e condizioni per la presentazione delle candidature. In sintesi, il sistema delineato, cui debbono attenersi i soggetti interessati nella stesura dei progetti di sperimentazione, prevede alcuni requisiti necessari

• La natura giuridica di soggetto pubblico della società della salute, costituita in consorzio pubblico: i comuni della zona e l’ASL competente debbono stipulare un accordo, denominato convenzione, in cui sono specificate le competenze affidate alla Società della salute, le modalità di nomina degli organi di governo, gli impegni finanziari reciproci, sulla base del quale è redatto lo statuto della Società della salute, in cui è disciplinata l’organizzazione e il funzionamento dell’ente, la composizione degli organi, le procedure decisionali nonché gli elementi qualificati dalla Regione come necessari e obbligatori per la sperimentazione.

• La presenza negli organi di governo della Società della salute di rappresentanti degli enti costitutivi (Comuni e ASL): gli organi della società della salute sono la Giunta, o organo di governo, composto dai sindaci o assessori delegati dei comuni della zona e dal direttore generale dell’Azienda sanitaria locale competente; il Presidente, nominato dalla giunta tra i rappresentanti dei comuni; il Direttore, nominato dalla giunta tra i soggetti in possesso di requisiti professionali determinati (laurea, esperienza quinquennale in funzioni dirigenziali presso enti pubblici e privati, esperienza biennale in incarichi di responsabile di zona o di distretto); il Collegio dei revisori.

• Attribuzione delle funzioni gestionali ad un direttore coadiuvato da uno staff: le funzioni direzionali attribuite al direttore riguardano il coordinamento, l’elaborazione di piani, programmi e indirizzi operativi, controllo, negoziazione e autorizzazione dei budget, responsabilità dell’attuazione dei provvedimenti assunti dalla giunta. All’interno dello staff deve essere assicurato il coordinamento con l’area vasta

• L’obbligatoria adozione del piano integrato di salute come strumento di programmazione delle politiche, in sostituzione dei Piani di zona e dei Piani Attuativi Locali per i servizi sanitari: la giunta della società della salute deve adottare il piano integrato di salute come atto obbligatorio prioritario, in cui sono previsti gli obiettivi, gli standard di qualità e gli strumenti per il loro raggiungimento, in raccordo con la programmazione regionale e comunale, da attuare nel sistema integrato dei servizi sociali, sociosanitari e sanitari territoriali. Gli altri atti obbligatori previsti sono il contratto di servizio, che regolamenta i rapporti tra Società della salute e enti costitutivi; la relazione annuale sullo stato di salute, relativa alla situazione della zona rispetto agli obiettivi programmati; il bilancio preventivo annuale e pluriennale e il bilancio di esercizio; il budget preventivo e consuntivo, attraverso cui definire l’allocazione delle risorse

• La previsione di modalità di partecipazione alla progettazione programmazione dei servizi e al controllo dei risultati dei soggetti non profit, dei medici convenzionati, dei soggetti rappresentativi dell’utenza e dell’associazionismo di tutela: le modalità di funzionamento del tavolo di concertazione locale e degli organismi di consultazione e partecipazione sono disciplinate da regolamenti interni adottati dalla giunta della Società della salute. L’atto di indirizzo prevede la partecipazione delle organizzazioni di volontariato e del terzo settore che operano sul territorio in ambito sociale e sanitario in una consulta del terzo settore, coinvolta nella definizione del piano di salute, fornendo pareri e proposte prima della sua approvazione, sempre nell’ambito delle direttive della giunta. I rappresentanti della comunità locale, di associazioni degli utenti e dell’associazionismo di advocacy non erogatori di prestazioni sono invece nominati dalla giunta e costituiscono il comitato di partecipazione, con funzioni consultive e di proposta.

• I vincoli di gestione finanziaria e di rapporto con i bilanci degli enti costitutivi: il bilancio delle società della salute è costituito dalle risorse ad essa conferite dagli enti consorziati, oltre ad una quota di finanziamento regionale, assicurata in fase iniziale di funzionamento. La gestione delle risorse avverrà sulla base della definizione di budget di zona e attraverso i metodo del controllo di gestione. In caso di deficit di bilancio, l società della salute è obbligata al riassorbimento del disavanzo nell’esercizio immediatamente successivo. Dato l’alto numero dei progetti presentati dai soggetti proponenti entro il mese di novembre alla regione, ben 20 sul totale di 34 zone, la Giunta ha disposto che entro il mese di dicembre venga effettuata la loro valutazione da parte di un gruppo tecnico di valutazione appositamente istituito . Sulla base di tale valutazione, e acquisito il parere della commissione consiliare della sanità, la giunta autorizzerà formalmente l’avvio delle sperimentazioni e il conseguente cofinanziamento regionale. Le sperimentazioni avranno una durata biennale e saranno costantemente seguite da una consulta regionale, presieduta dall’assessore regionale alla sanità, incaricata di riferire periodicamente al consiglio circa l’andamento delle sperimentazioni, e dal gruppo tecnico di valutazione. I programmi di iniziativa regionaleIl piano integrato sociale regionale 2002-2004 prevede in conformità alla legge regionale n.72 del 1997 la attuazione di alcuni programmi a carattere innovativo e sperimentale di iniziativa regionale. Con deliberazione 6 ottobre 2003 n.977 la giunta regionale ha aggiornato i programmi previsti dal PIRS articolandoli in 5 ambiti, suddivisi in specifiche azioni: Disabilità• Vita indipendente: la crescente richiesta di interveti sociosanitari volti a favorire il mantenimento e la promozione di soluzioni di vita autonome dei disabili, presso il loro domicilio, determina la creazione di un gruppo di studio incaricato di fornire elementi orientativi sugli aspetti tecnici, operativi, economici e valutativi utilizzabili per definire l’accesso e la procedura di definizione dell’intervento con la persona disabile

• La promozione di percorsi di autonomia e di inserimento sociale si attua anche attraverso la scolarizzazione: continua il progetto sperimentale relativo a forme di sostegno per l’inserimento di minori portatori di handicap nelle scuole materne private

• Disabilità e innovazione: l’accesso alle strutture del tempo libero e del turismo, la accessibilità dello sport, la implementazione di risposte risolutive al problema della assistenza ai disabili rimasti privi di supporti familiari costituiscono gli obiettivi di fondo di questa azione

• Promozione sociale: è prevista la stipula di intese con associazioni di promozione sociale operanti in toscana per la tutela dei soggetti svantaggiati per minorazioni fisiche, psichiche e sensoriali, volte allo sviluppo di pari opportunità e all’esercizio dei diritti di cittadinanza Qualità• L’obiettivo generale perseguito nelle varie azioni afferenti a questo progetto è quello di promuovere e sviluppare la qualità del sistema regionale, predisponendo regole e norme in grado di fornire garanzie di qualità a tutto il sistema dei servizi alla persona

• Le azioni di sperimentazione dei Patti territoriali per il welfare locale e della carta di cittadinanza e Comunicazione sociale mirano, attraverso accordi coinvolgenti la comunità locale e le formazioni sociali, a migliorare la qualità dei servizi attraverso forme di partecipazione diffusa della cittadinanza

• La definizione dei livelli essenziali di assistenza e la sperimentazione di procedimenti di erogazione dei servizi costituiscono lo sforzo maggiore della regione nell’individuare un sistema di welfare in cui siano soddisfatti i bisogni dei cittadini con un uso razionale delle risorse, in attuazione della riforma costituzionale del 2001, che ha attribuito alla regione la competenza esclusiva in materia di servizi sociali. I servizi qualificati dalla legge quadro dei servizi sociali (legge statale 3282000) come livelli essenziali di assistenza, da garantire su tutto il territorio nazionale sono il segretariato sociale (informazione, orientamento e consulenza), il servizio sociale professionale, l’assistenza domiciliare, il pronto intervento sociale per situazioni di emergenza personale e familiare, le strutture di accoglienza diurna e residenziale a carattere comunitario, le strutture residenziali semiresidenziali per soggetti fragili. l’assenza della definizione puntuale dei livelli essenziali,da parte dello stato, prescritta dall’art.117 della Costituzione e la complessità della loro definizione a livello regionale hanno determinato l’attivazione d un percorso di studio-sperimentazione che coinvolge Comuni, Aziende sanitarie locali e istituti di ricerca.

• La rielaborazione e lo studio di fattibilità nel contesto toscano del Reddito Minimo di Inserimento e di interventi protezione e inclusione sociale è oggetto di una specifica azione che coinvolge di ricerca, istituzioni pubbliche e private. Ad essa si affianca la messa in rete e l’implementazione dell’attività degli osservatori provinciali e regionale, incaricati di raccogliere ed elaborare dati inerenti la situazione sociale. toscana, il sistema dell’offerta dei servizi, i fenomeni di disagio sociale, la articolazione della spesa sociale

Retis• Continua la partecipazione della regione toscana alla rete transregionale europea per la lotta all’esclusione sociale e alle povertà, volta ad elaborare e diffondere strumenti e buone prassi e a promuovere il dialogo e la partecipazione dei cittadini. In tale ambito la Regione Toscana promuove per i giorni 30 e 31 gennaio 2003 la Conferenza Regionale sull’esclusione sociale, che si terrà a Prato: in tale occasione sarà presentato un primo rapporto relativo al progetto MIROD, Messa in Rete degli Osservatori Diocesani Caritas, (su cui v. Oglnews n.2). Giovani• Le azioni inserite nel progetto riguardano la promozione e la partecipazione dei giovani ala vita pubblica, la promozione e diffusione di forme di partecipazione e informazione innovative Integrazione sociosanitaria:• Il progetto Alzheimer prevede lo sviluppo dei servizi di assistenza domiciliare integrata , il consolidamento della rete di assistenza territoriale integrata, l’apertura di centri diurni a forte componente riabilitativa e assistenziale per inserimenti terapeutici temporanei

• Il sostegno alle iniziative dirette al potenziamento e alla qualificazione dei percorsi socioriabilitativi delle persone con disturbi psichici, con il coinvolgimento dei familiari

• Il potenziamento e l’integrazione dei servizi pubblici e del privato sociale nel settore della prevenzione e recupero dalle tossicodipendenze