La questione educativa è al centro delle attenzioni della comunità cristiana: da essa dobbiamo ripartire con urgenza per portare un contributo importante, come laici cristiani impegnati nel mondo scolastico, al dibattito in corso sul presente e il futuro della scuola nel nostro paese. Su questo tema, il 29 aprile alla Borsa Merci di Arezzo, si sono misurati gli insegnanti di religione e numerosi docenti cattolici durante il convegno «Educare la persona tra saperi tecnici e valori», promosso dall’Ufficio Scuola diocesano in collaborazione con le più rappresentative sigle dell’associazionismo scolastico cattolico: Aimc, Uciim, Fism, Diesse e Msac.Il convegno, aperto dall’arcivescovo Riccardo Fontana, è stato l’occasione per riflettere sulle sfide che la contemporaneità, con i suoi scenari nuovi rispetto a quelli proposti delle epoche passate, lancia agli educatori, sfide da raccogliere con coraggio e professionalità. Monsignor Vincenzo Zani (nella foto grande), sottosegretario della Congregazione per l’educazione cattolica, nella sua relazione ha sviluppato la riflessione su tre punti. Il primo ha avuto al centro gli elementi caratterizzanti l’attuale emergenza educativa che inducono a ripensare globalmente e profondamente il senso dell’educare, non in astratto ma dall’interno delle esigenze concrete imposte dai mutamenti storico-sociali avvenuti in questi anni. Nel secondo punto il sottosegretario ha richiamato alla necessità di agire sulla base di una precisa idea di persona. Di fronte alla fiducia esagerata che spesso le istituzioni educative mostrano di avere nei confronti delle tecniche, dei metodi e delle procedure è necessario fermarsi e riflettere sul «cosa» e sul «come», ma soprattutto sul «perché»; e tutto ciò per non correre il rischio di un’eclissi della coscienza educativa nella quale si può cadere se si dimentica l’obiettivo fondamentale delle istituzioni educative: promuovere la persona. Tale obiettivo non può essere conseguito solo perfezionando i mezzi, ma ritrovando i fini, ai quali tutti i mezzi vanno ordinati. Infine monsignor Zani ha evidenziato l’importanza di avere un nuovo approccio al tema dei saperi. La complessità contemporanea mette in evidenza la necessità di un sapere che sia in grado di organizzare le connessioni in modo strategico e in funzione degli obiettivi più importanti; come realizzare questa connessione è il problema fondamentale della riforma del pensiero che oggi domanda di superare tutte le limitazioni disciplinari. L’individuo ha bisogno non solo di mappe cognitive ampie e flessibili, ma anche di strumenti per fare evolvere queste stesse mappe, per allargarle, per ristrutturarle o per incrementare il loro potere di discriminazione.Il secondo relatore intervenuto al Convegno, Anselmo Grotti (nella foto in basso), dirigente scolastico dell’Itc «Buonarroti» di Arezzo, ha esordito citando alcuni testi antichi nei quali si ritrova il disagio degli adulti nei confronti dei giovani. Come dire che ogni generazione ha visto in quella successiva una decadenza. Eppure, se è bene non drammatizzare il contrasto, occorre prendere atto che la situazione attuale presenta novità tali da renderla peculiare. La contemporaneità, infatti, è segnata da nuovi paradigmi di percezione del mondo che mettono in crisi l’organizzazione del pensiero per come lo abbiamo conosciuto nella tradizione occidentale. E la novità dell’uso diffuso delle tecnologie è all’origine di nuovi modelli di apprendimento e approcci al sapere, più immersivi che sequenziali (l’idea stessa di «navigazione» in rete esclude che ci siano strade obbligate da seguire). In tale panorama la scuola è chiamata ad assolvere un ruolo di sostegno a colui che ha da organizzare, esplicitare e quindi formalizzare i suoi apprendimenti nel momento stesso nel quale li sta elaborando. Una sottolineatura particolare, il preside aretino, ha riservato anche alla necessità di coniugare la libertà con la responsabilità: solo tenendo unite le due realtà si è veramente capaci di educare e di favorire la crescita delle persone. Se la costa atlantica degli Usa è caratterizzata dalla presenza della statua della libertà, ricordava Grotti, su quella pacifica dovrebbe essere posta la statua della responsabilità. Chiudendo il convegno, il direttore dell’Ufficio scuola diocesano, Marco Bonci, ha sottolineato l’urgenza di ritrovare unità di intenti tra le diverse associazioni scolastiche cattoliche, per operare nella scuola in vista del bene comune.