Toscana
Verso le elezioni: Arezzo
Una corsa lunghissima a cui la città guarda con disincanto, che fa il pari con l’ambito premio che c’è in ballo: un’altra legislatura targata Casa delle Libertà oppure la riconquista del Comune da parte del centrosinistra. Perché di fatto la maratona aretina verso le urne è già una gara a due, anche se di mezzo ci si è messo per ora un terzo pretendere e fra qualche giorno ne potrebbero comparire altri. Il duello su cui ha posato gli occhi anche Roma è quello fra l’ingegnere e la senatrice, fra il libero professionista e l’ex sottosegretario alla sanità, fra Luigi Lucherini e Monica Bettoni. Lui è il sindaco uscente di Forza Italia intorno a cui si è ritrovato di nuovo il centrodestra; lei è la portabandiera di un’alleanza che raccoglie i partiti dell’Ulivo, Rifondazione comunista, il Forum Sociale e le associazioni che ad esso aderiscono.
Due aspiranti a sindaco con storie politiche ed esperienze personali totalmente diverse, ma accomunati da un cammino verso la candidatura che è stato per entrambi tutto in salita. Luigi Lucherini ha avuto bisogno di una crisi della giunta e di un rimpasto del governo locale per rinvigorire la sua leadership e avere in tasca l’assicurazione del secondo mandato. La crisi risale dell’inizio del 2003 quando Alleanza Nazionale che da tempo rivendicava un ruolo più incisivo nell’esecutivo fece vacillare la maggioranza in consiglio comunale. Lucherini presentò le dimissioni che vennero ritirate dopo l’accordo che gli ha permesso di condurre in porto la legislatura. Il patto di un anno fa, però, non ha cancellato tutte le frizioni all’interno del centrodestra. E nei giorni scorsi gli attriti sono tornati ad affiorare, come dimostra il «caso Udc» che si è opposto in aula alla lottizzazione di Rigutino, una frazione di Arezzo, e ha aperto le porte del partito al commissariamento.
Anche Monica Bettoni ha avuto le sue forche caudine. Per arrivare ad indicare il suo nome, i Ds si sono fronteggiati dalla primavera all’autunno. Ai nastri di partenza erano in tre: oltre alla senatrice, l’ex parlamentare Vasco Giannotti e l’assessore regionale all’agricoltura Tito Barbini. Il primo si è ritirato, il secondo è uscito di scena dopo le consultazioni di novembre in seno all’Unione comunale. Per i Democratici di Sinistra si è trattato di una votazione per certi versi drammatica che è stata decisa da una manciata di preferenze e che ha costretto la Bettoni a muoversi con i piedi di piombo per evitare di spaccare un partito lacerato da rivalse e veti incrociati. E poi c’è stato il capitolo Rifondazione, costellato da alti e bassi che hanno fatto vacillare fino all’ultimo momento la possibilità di un’intesa.
Ora che le carte sono state calate, si alza il sipario sugli ultimi settanta giorni di sfida elettorale che sono stati aperti dalle visite in città del ministro delle comunicazioni Maurizio Gasparri e del presidente dei Ds Massimo D’Alema. A Luigi Lucherini le prossime settimane serviranno per garantirsi i 22.800 voti che al ballottaggio di cinque anni fa lo fecero entrare a Palazzo Cavallo. L’eredità che il sindaco potrà mettere sulla bilancia elettorale è quella di una città in espansione e tornata sulla ribalta internazionale a cui si accompagna, però, l’accusa sostenuta dall’opposizione di un «conflitto d’interessi fra Lucherini amministratore e Lucherini ingegnere». Per Monica Bettoni i mesi di aprile e maggio saranno utili per scrollarsi di dosso la «sindrome di Bologna» che dal 1999, vale a dire da quando Arezzo come la roccaforte rossa dell’Emilia venne espugnata dal Polo, continua ad aleggiare sopra il centrosinistra. Intanto, fra i due si è inserito l’ex assessore all’ambiente della giunta Lucherini, Giulio Arrigucci, che guida una lista civica chiamata «Viva libertà».
Anche l’intera provincia di Arezzo sarà chiamata alle urne per eleggere il suo presidente e rinnovare il consiglio provinciale. Il centrosinistra scommette per la seconda volta sul presidente Vincenzo Ceccarelli, mentre la Casa delle Libertà non ha ancora sciolto le riserve. L’indicazione del candidato dovrebbe spettare ad Alleanza Nazionale e si fanno i nomi di Maurizio Bianconi, presidente del gruppo regionale, di Oreste Civitelli, presidente provinciale del partito, di Paolo Ammirati, attuale vice sindaco, e di Francesco Macrì, presidente dell’Azienda farmaceutica di Arezzo.
Il primo appuntamento fissato per sabato 3 aprile alle 17.30 nel seminario di Arezzo avrà come filo conduttore «Vedere, giudicare e agire da credenti». Il secondo incontro in programma il 4 giugno ruoterà intorno alla dottrina sociale della Chiesa. Per monsignor Bassetti, occorre che i politici credenti diano «un segnale più evidente che l’appartenenza a Cristo innerva ogni azione, aspirazione e progetto politico per una società sempre più aperta alla civiltà dell’amore e al servizio dei più svantaggiati».