Lucca

Verso la giornata mondiale della pace, 1° gennaio 2015

A Lucca potremmo dire che tutto inizia già la sera del 31 dicembre, quando alle 17 in Cattedrale mons. Castellani presiederà il Te Deum di ringraziamento per l’anno che si chiude. Ma l’evento per la pace sarà il primo giorno dell’anno, con la tradizionale marcia <<Insieme per la pace>> che muoverà dalla chiesa di S. Andrea, sede della Comunità di S. Egidio, il pomeriggio del 1° gennaio alle ore 16, per poi sfilare per le vie principali della città, fino ad arrivare alla Cattedrale di S. Martino, dove sarà celebrata la messa. A questa marcia, dicono le Aggregazioni laicali della diocesi organizzatrici dell’iniziativa: <<sfileranno in silenzio insieme all’arcivescovo Italo Castellani, religiosi e religiose anche di altre confessioni, le autorità cittadine, i gruppi, movimenti e associazioni della Consulta delle aggregazioni laicali, i giovani, i rappresentanti delle associazioni di volontariato e tutti gli uomini di buona volontà che credono all’annuncio e alla testimonianza della pace>>. La messa in Cattedrale sarà ovviamente presieduta da mons. Castellani. La marcia, e l’intera giornata che si conclude con la messa in Cattedrale, è una tradizione confermata per Lucca, come lo è in molte altre città d’Italia e del mondo dove cristiani e credenti di tutte le religioni, ma anche uomini e donne di buona volontà senza alcun credo religioso, vogliono iniziare l’anno con un <<passo di pace>>, convinti che la guerra, la violenza, la divisione tra gli uomini non sono inevitabili. Per la celebrazione della Giornata Mondiale della Pace, è il papa a dare il titolo e il tema per le varie manifestazioni. Quest’anno Francesco ha scelto questo tema: “Non più schiavi, ma fratelli”.

A Viareggio la messa per la Giornata mondiale della pace sarà celebrata alle ore 19 nella chiesa di San Paolino. Per questa occasione mons. Castellani ha indirizzato a tutte le parrocchie cittadine una lettera per invitare i fedeli a partecipare a questa messa con l’intenzione particolare <<di pregare insieme per la pace di Viareggio, per chi la abita e per le comunità che hanno il compito di ripensarla ponendovi segni di speranza, solidarietà, comunione>>. La situazione drammatica in cui versa la città viareggina è nota, con il dissesto del Comune e il suo conseguente commissariamento, ma anche con i segni di disagio sociale che si manifestano in particolare, ma non solo, nei giovani della città. Tragico l’evento della morte di Emanuele Iacconi, il giovane trentenne aggredito brutalmente da un gruppetto di giovani (tra cui alcuni minorenni) la sera del 31 ottobre scorso e morto dopo un mese di agonia. In questo contesto la Chiesa a Viareggio, con la presenza e la continua sollecitudine di mons. Castellani, ha più volte preso parola sui fatti dell’attualità, attraverso veglie di preghiera, partecipando alla fiaccolata per la legalità e la coesione sociale, organizzando incontri e confronti sia pubblici che dedicati al solo clero, per un approfondimento reale della situazione.

 

L’idea di un parroco:Da segnalare, all’interno di questa particolare situazione viareggina, che nel giorno di Natale, il parroco del Varignano, quartiere sud della città, don Marcello Brunini, ha diffuso una lettera aperta a tutti i cittadini di Viareggio in cui chiede <<perché non ritrovarci insieme per cercare soluzioni condivise, anche se piccole, su quattro temi: giovani – casa e lavoro – cultura, sport e turismo – bellezza e sicurezza>>?. Un invito che sarà concretizzato, solo se ci saranno adesioni, dopo le festività nella chiesa del Varignano o in altro luogo della città. Brunini ha scritto questa lettera perché avverte <<la necessità di riscoprire il “gusto di essere popolo”, per dirla con papa Francesco. Prima di essere dei “ruoli” (amministratori, politici, giornalisti, commissari, operai, imprenditori, commercianti, professori, studenti) siamo cittadini, siamo popolo, siamo “persone”>>. E aggiunge Brunini <<trovarci insieme come popolo di cittadini può apparire un sogno decisamente “romantico” e alquanto “sognante”. Ma se non si sogna, soprattutto di questi tempi, saremo sopraffatti dal “dissesto”. Viareggio è dei cittadini e i cittadini hanno diritto al silenzio, alla parola, al sogno; hanno responsabilità personale sul loro silenzio, sulla loro parola, sul loro sogno>>.