Mostre, pubblicazioni, eventi culturali: perché «non si può capire Firenze – ha spiegato il cardinale Giuseppe Betori – se non nel segno di una visione che mette insieme e non distingue la dimensione caritativa e quella culturale: una fede cristiana che si fa immagine di bellezza e vita di carità. L’unità di questi due elementi è il contesto in cui vogliamo accogliere il Convegno ecclesiale nazionale di novembre».Le iniziative programmate dalla Diocesi di Firenze comprendono due mostre: la prima, dal titolo «Bellezza divina tra Van Gogh, Chagall e Fontana», si svolgerà a Palazzo Strozzi, a cura di Lucia Mannini, Anna Mazzanti, Ludovica Sebregondi e Carlo Sisi, e propone un percorso sul rapporto tra arte e sacro tra metà Ottocento e metà Novecento. Gli spazi sotterranei della Basilica di San Lorenzo ospiteranno invece la mostra «Si fece carne. L’arte contemporanea e il sacro» curata da Federica Chezzi e mons. Timothy Verdon.Alle iniziative culturali in vista del Convegno ecclesiale nazionale si aggiunge anche la pubblicazione di un volume, che sarà offerto a tutti i convegnisti, dal titolo «Icone dell’uomo. Arte e fede a Firenze nel Rinascimento» (edizioni Mandragora) in cui quattro esperti di arte sacra (Cristina Acidini, Antonio Natali, Antonio Paolucci e Timothy Verdon) rileggono venti opere d’arte del Rinascimento fiorentino. Non potrà mancare poi una iniziativa dedicata a Dante, nel 750° anniversario della nascita: un percorso a cura dell’associazione Culter, nel complesso di Santa Croce, che farà rivivere gli ambienti e i personaggi della Divina Commedia attraverso suoni, profumi e colori, secondo lo stile della «lettura popolare».La presentazione degli eventi culturali ha offerto anche al cardinale Betori l’occasione per rinnovato anche le parole pronunciate durante la festa di San Giovanni, patrono della città, quando aveva chiesto di restituire a Firenze «dignità e sicurezza»: il suo, ha aggiunto, voleva essere un invito alla collaborazione che coinvolge prima di tutto la Chiesa, nella consapevolezza che la prima pietra da porre sulla strada della lotta al degrado è quella educativa.