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Verso il Conclave, il cardinale Giuseppe Betori alla chiesa di San Marcello al Corso
“All’amore divino, che è capace di trasformare, di far nuove tutte le cose, affidiamo anche le sorti del Conclave che si aprirà fra due giorni perché in esso i padri cardinali ricerchino sempre la verità e il bene della Chiesa e del mondo, nello spirito di comunione che viene appunto dall’amore del Padre”. Sono queste le parole con cui il cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, ha concluso la sua omelia durante la Messa celebrata domenica 10 marzo nella chiesa di San Marcello al Corso, la parrocchia romana di cui è titolare. Commentando il Vangelo del giorno, che proponeva la parabola del “figliol prodigo”, Betori ha affermato che “Al centro della parabola sta il mistero della riconciliazione: essere riconciliati, amati, per grazia, e del lasciarci riconciliare nella nostra libertà. È questo — ha proseguito – che noi cogliamo anche come il senso più profondo della missione della Chiesa. Oggi, come al tempo di Paolo, il nostro non è altro che il ministero della riconciliazione, l’annuncio all’umanità che Dio ci ama, che Dio non può escluderci dal suo amore e il suo amore è accogliente per tutti”. “Una riconciliazione — ha aggiunto Betori – che non significa tendere un velo pietoso sulle nostre mancanze: non è questo il modo in cui Dio ci riconcilia a sé. Il modo con cui Dio ci riconcilia è che il suo amore prende possesso della nostra vita e la trasforma. Non è quindi un non pensare al male, ma un assumere questo male e far di noi da servi figli, da estranei fratelli, da uomini creature nuove. Su questo fondamento della carità divina può nascere una nuova umanità, un mondo nuovo più giusto , più fraterno: ce lo ha insegnato nella sua ultima enciclica, Caritas in Veritate, Benedetto XVI”. (Audio di Radio Toscana)