Lucca

Veronica, da assistente di volo a pilota

«Ho sempre avuto l’idea fin da giovane di andare all’estero e un po’ per caso mi sono trovata sul sito della Ryanair: cercavano assistenti di volo. Ho iniziato il mio percorso come assistente e sono stata per quasi quattro anni in Inghilterra. Poi mi sono trasferita in Spagna a Maiorca». 

Il volo ti è sempre piaciuto… «Mi è sempre piaciuto anche il viaggio, il volo. Sono partita come assistente di volo e quando sono arrivata in Spagna sono riuscita a frequentare scuole di volo e ho preso tutti i brevetti in Spagna, a Maiorca, continuando però a lavorare come assistente di volo. Non è stato facile, però questo lavoro mi ha dato l’opportunità economica e l’esperienza per affrontare poi il percorso da pilota. Attualmente ho tutte le licenze, però sto ancora aspettando un colloquio proprio in Ryanair che dovrei avere ad anno nuovo, per entrare come pilota».  Com’è stata la tua esperienza da pilota? «Il volo è bello, è impegnativo: lavorare e studiare è molto impegnativo. Ci sono stati tanti periodi no, però tanti anche belli. Sono andata anche in California a fare dei voli. Bellissimo. Volo a Maiorca e poi ho avuto questa esperienza di un mesetto in California dove ho fatto il team building – le ore di volo».  Com’è stato il tuo primo decollo? «Una bella sensazione. Lì per lì non devi avere paura, devi andare, lasciarti trasportare dall’aereo».  Dove sei andata per il V primo volo? «È stato a Maiorca. Poi quando raggiungi le dieci ore di volo ti fanno fare il primo volo da solo. Ecco lì è stato veramente… Non ci devi pensare, devi pensare che l’istruttore è lì con te e vai».  Quando hai visto tutto dall’alto ed eri sola… «È stata una emozione grande. Lì per lì capisci che ce l’hai fatta e riesci comunque a portare un aereo».  Com’è vivere a Maiorca? «Ormai è diventata la seconda casa. Maiorca è una bella isola, molto turistica. Rispetto all’Inghilterra mi sono sempre trovata un po’ come a casa, perché la cultura è molto simile a quella italiana. Gli spagnoli invece sono un po’ più aperti e se la godono un po’ di più la vita».  Come donna hai le stesse chances dei colleghi uomini? «La compagnia dà a tutti le stesse opportunità. Io ho fatto la mia carriera da assistente di volo, sono diventata capo cabina: nella compagnia non c’è questa disparità. Per quanto riguarda il pilota ancora un pochino di più si potrebbe fare, perché ancora poche donne sono pilota. Vediamo che stanno arrivando tante donne pilota, però il divario è ancora un po’ ampio».  È un problema culturale femminile o siamo noi maschi a mettere il filtro? «I miei colleghi, anche piloti maschi, non hanno questi pregiudizi verso le donne. Ho visto passeggeri, ecco sì, che hanno un po’ di pregiudizio sulle donne. Ho sentito dei commenti dei passeggeri, sai quei commenti “ah, speriamo che vada tutto bene”. Il training è lo stesso, non c’è nessuna differenza, non è una questione di forza, però culturalmente c’è ancora questo scalino da superare. Il mio sogno è di tornare a Pisa da pilota. Avrò un altro step, se passo il colloquio dovrò ritornare comunque il Inghilterra a fare il corso, mi possono dare qualsiasi base in Europa: quindi ho ancora un bel po’ da faticare, però questa è la vita»