Vita Chiesa

VERONA 2006: IL MESSAGGIO ALLE CHIESE PARTICOLARI

“Oggi, come loro (gli apostoli), possiamo dire: Abbiamo visto il Signore!”. Sono queste parole a dare la chiave di lettura del messaggio del Convegno di Verona alle Chiese particolari. Nel testo si esprime “la gioia profonda per avere vissuto insieme” cinque giorni nel “desiderio di ravvivare, per noi e per tutti, le ragioni della speranza”. “Nell’incontro con il Signore – si legge nel messaggio – abbiamo rivissuto lo stupore, la trepidazione e la gioia dei primi discepoli”. Ed è proprio l’incontro con il Signore a segnare la prima parte del documento finale di Verona: “Lo abbiamo visto nel nostro essere insieme e nella comunione che ha unito tutti… Lo abbiamo incontrato nella persona di Papa Benedetto e ascoltato nelle sue parole. Lo abbiamo toccato con mano nella testimonianza dei cristiani che, nelle nostre terre, hanno vissuto il Vangelo… Lo abbiamo conosciuto dentro e oltre le parole di quanti hanno raccontato la fatica di vivere nel nostro tempo e insieme hanno mostrato il coraggio di guardare a fondo la realtà, alla ricerca dei segni dello Spirito… Lo abbiamo sperimentato nei dialoghi di queste giornate intense e indimenticabili, espressione di corresponsabile amore per la Chiesa e della volontà di comunicare la perla preziosa della fede che ci è stata donata”.

Ricordato che su Cristo Risorto “si fonda l’attesa di quel mondo nuovo ed eterno, nel quale saranno vinti il dolore, la violenza e la morte”, nel messaggio alle diocesi si ribadisce che i cristiani desiderano “vivere già oggi secondo questa promessa e mostrare il disegno di un’umanità rinnovata, in cui tutto appaia trasformato”. Nel testo si rileggono “in questa luce” i cinque ambiti sui quali si sono confrontati i delegati: “Gli affetti e la famiglia… il lavoro e la festa… la solidarietà che si china sul povero e sull’ammalato… il rapporto tra le generazioni… la cittadinanza come esercizio di responsabilità…”. E in questa prospettiva si guarda “alle grandi sfide di oggi: la promozione della vita, della dignità di ogni persona e del valore della famiglia fondata sul matrimonio; l’attenzione al disagio e al senso di smarrimento che avvertiamo attorno e dentro di noi; il dialogo tra le religioni e le culture; la ricerca umile e coraggiosa della santità come misura alta della vita cristiana ordinaria; la comunione e la corresponsabilità nella comunità cristiana; la necessità per le nostre Chiese di dirigersi decisamente verso modelli e stili essenziali ed evangelicamente trasparenti”.

Il messaggio conclusivo