Vita Chiesa

VERONA 2006; CARD. RUINI: PROBLEMATICO IL DECLINO DEMOGRAFICO DEL PAESE

Rivolgendo uno sguardo all’Italia, che “attraversa una stagione non facile”, il card. Camillo Ruini, nel suo intervento a conclusione del IV Convegno ecclesiale nazionale di Verona, ha evidenziato le novità rispetto a 10 anni fa, quando si celebrò il Convegno di Palermo: la novità politicamente forse più rilevante è stata l’affermarsi del “bipolarismo”, sul piano economico “il passaggio dalla lira all’euro”, e il grande incremento della presenza di immigrati. Problematico il “declino demografico” e irrisolta “la questione meridionale”. Proseguendo il cammino intrapreso a Palermo, la Chiesa proseguirà nel non coinvolgimento “in scelte di partito o di schieramento politico”, “operando invece perché i fondamentali principi richiamati dalla dottrina sociale della Chiesa e conformi all’autentica realtà dell’uomo innervino e sostengano la vita della nostra società”. Un ulteriore impegno della Chiesa in questi ultimi 10 anni, è stato concentrato su tematiche antropologiche ed etiche, in particolare “sulla tutela della vita umana in tutte le sue fasi” e “sulla difesa e promozione della famiglia fondata sul matrimonio”, incoraggiando anche “la parità effettiva delle scuole libere”. “Riteniamo importante e urgente, non per qualche interesse cattolico ma per il futuro del nostro popolo, far crescere a tutti i livelli una rinnovata consapevolezza della realtà intrinsecamente relazionale del nostro essere e quindi del valore decisivo dei rapporti che ci uniscono gli uni gli altri”. Il cardinale Ruini ribadisce così l’attenzione della Chiesa a “un interrogativo di fondo della nostra società che riguarda la tendenza a porre in maniera unilaterale l’accento sui diritti individuali e sulle libertà del singolo, piuttosto che sul valore dei rapporti che uniscono le persone tra loro e che hanno un ruolo essenziale non solo per il bene della società ma anche per la formazione e la piena realizzazione delle persone stesse”. È una tendenza “fortemente presente nella cultura pubblica”, e attualmente “protesa a cambiare la legislazione esistente”. “Il senso del nostro impegno di cattolici italiani va dunque, prima che a fermare quei cambiamenti che appaiono negativi per il Paese, a mantenere viva e possibilmente a potenziare quella riserva di energie morali di cui l’Italia ha bisogno se vuole crescere socialmente, culturalmente e anche economicamente”. La parola “discernimento”, ha ricordato il card. Ruini, “ci richiama ad un obiettivo che ci eravamo dati nel Convegno di Palermo”, specialmente in rapporto al discernimento comunitario che “consenta ai fratelli nella fede, collocati in formazioni politiche diverse, di dialogare e di aiutarsi reciprocamente ad operare in maniera coerente con i comuni valori a cui aderiscono”. È diffusa l’impressione, ha evidenziato il porporato, che “questo obiettivo sia stato mancato in larga misura nel decennio scorso”, anche se una valutazione più attenta suggerisce che esso ha avuto delle realizzazioni come in occasione della legge sulla procreazione assistita e del successivo referendum. Per fare meglio in futuro “può essere utile tener accuratamente presente la differenza tra il discernimento rivolto direttamente all’azione politica o invece all’elaborazione culturale e alla formazione delle coscienze”: di quest’ultimo “la comunità cristiana come tale può essere la sede propria e più conveniente”, mentre partecipando da protagonisti a un tale discernimento culturale e formativo “i cristiani impegnati in politica potranno aiutare le nostre comunità a diventare più consapevoli della realtà concreta in cui vivono e al contempo ricevere da essa quel nutrimento di cui hanno bisogno e diritto”.Sir