Sono state tre le parole chiave del saluto rivolto ieri sera da Benedetto XVI al mondo della cultura, dell’arte, dell’economia al Polo della Salute, a Venezia. Tre parole ha spiegato – legate a Venezia e, in particolare, al luogo in cui ci troviamo: la prima parola è acqua; la seconda è Salute, la terza è Serenissima. Venezia è detta la Città d’acqua e questo fa pensare ad un celebre sociologo contemporaneo, che ha definito liquida’ la nostra società. Di qui la proposta del Papa: Venezia non come città liquida, ma come città della vita e della bellezza. Per quanto riguarda la seconda parola, la salute è una realtà onnicomprensiva, integrale: va dallo stare bene che ci permette di vivere serenamente una giornata di studio e di lavoro, o di vacanza, fino alla salus animae, da cui dipende il nostro destino eterno. Dio si prende cura di tutto ciò, senza escludere nulla. Si prende cura della nostra salute in senso pieno. Infine, Serenissima, il nome della Repubblica Veneta, un nome che ci parla di una civiltà della pace, fondata sul mutuo rispetto, sulla reciproca conoscenza, sulle relazioni di amicizia. Venezia ha una lunga storia e un ricco patrimonio umano, spirituale e artistico per essere capace anche oggi di offrire un prezioso contributo nell’aiutare gli uomini a credere in un futuro migliore e ad impegnarsi a costruirlo.Sir