Lucca

Veneri: la chiesa parrocchiale torna all’antico splendore

La Chiesa parrocchiale di Veneri, dedicata ai santi Quirico e Giulitta, madre e figlio martiri durante la persecuzione dell’imperatore Diocleziano (244-311), è un edificio a croce latina che conserva pregevoli opere di valore storico-artistico; si possono ammirare quattro altari, provenienti dalla Chiesa del Crocifisso dei Bianchi in Lucca, ciascuno con colonne di marmo nero tortili che sorreggono una ricca trabeazione; nel transetto destro una Madonna del XIII sec., tempera su tavola, di notevole valore artistico, opera di Angelo Puccinelli; nel transetto sinistro si conserva un Crocifisso dell’Ottocento di rilevante valore espressivo, alle pareti vi sono due tele del pittore Michele Marcucci (Massarosa 1845-Lucca 1926).

L’uno rappresenta la visione di Costantino, prima della battaglia a ponte Milvio contro il rivale Massenzio, e l’altro raffigura il ritrovamento della croce di Cristo da parte dell’imperatrice s. Elena; a riguardo di queste due notevoli opere del Marcucci, un giornale dell’epoca scriveva: “Peccato che questa pregevole opera d’arte sia relegata nella piccola chiesa di Veneri presso Pescia, da pochissimi intelligenti visitata e a molti, perciò, poco nota e che l’arte vera venga relegata a disconoscenza della maggioranza del pubblico, mentre il frivolo, il banale sia ben volentieri ricercato»”. (Vedi: L’umiltà e l’orgoglio. Michele Marcucci pittore. Ediz. Fondazione Ragghianti, Lucca 2011).

Nella volta della stessa cappella del Crocifisso, il Marcucci dipinse al centro la Trinità con ai lati due coppie di angeli recanti i simboli della passione. Infine nel presbiterio si possono ammirare due tele del XVII sec., l’una di ignoto lucchese, ss.ma Trinità e Santi, e l’altra, di Paolo Bianucci, santi in adorazione della Vergine. “L’attuale chiesa di Veneri, inaugurata nel 1813 dopo l’intervento di ampliamento sull’antica chiesa preesistente, oramai versava in condizioni tali da richiedere con urgenza radicali lavori di restauro”, precisa don Giovanni Checchi, “in particolare il tetto necessitava di un rifacimento totale, affinché le opere d’arte in essa conservate, quali testimonianze di fede dei Padri, potessero continuare ad essere ammirate e suscitare nella mente dei presenti e dei posteri stimolo a conservare i valori manifestati per ulteriore sviluppo di una società e cultura cristiana che ha fatto grande l’Italia e l’Europa e la cui dimenticanza è causa di immani sciagure che riempiono la cronaca dei nostri giorni”.

Tutto questo impegno è stato possibile anzitutto per il contributo della Cei con i fondi dell’8×1000 e grazie anche alla generosità della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e della Lucchesia, “sempre attenta e sensibile alla conservazione del patrimonio artistico ed architettonico del territorio”, conclude il parroco, “e che anche in questa circostanza, come altre volte nel passato, non ha fatto mancare la sua concreta e generosa solidarietà, perché questo progetto fosse realizzato”.