Vita Chiesa

VATICANO: DOCUMENTO DELLA CONGREGAZIONE PER L’EDUCAZIONE CATTOLICA

“Condividere alcune riflessioni, offrire orientamenti e suscitare ulteriori approfondimenti sulla missione educativa e la presenza delle persone consacrate nella scuola, non solo cattolica” è l’obiettivo del documento della Congregazione per l’educazione cattolica presentato stamani in Vaticano alla presenza del prefetto del relativo dicastero, il card. Zenon Grocholewski. “Le persone consacrate e la loro missione nella scuola. Riflessioni e orientamenti” è il titolo del testo, indirizzato ai membri degli Istituti di vita consacrata e delle Società di vita apostolica e a quanti impegnati nella missione educativa della Chiesa.

“La necessità della mediazione culturale della fede – si legge nel documento – è un invito per le persone consacrate a considerare il significato della loro presenza nella scuola” in un tempo “nel quale occorre elaborare risposte alle domande” dei giovani e “presentare una chiara proposta culturale che espliciti il tipo di persona e di società cui si vuole educare, ed il riferimento alla visione antropologica ispirata ai valori del Vangelo”. “Le persone consacrate nella scuola – prosegue la Congregazione richiamando il Concilio Vaticano II, il magistero della Chiesa e i più recenti sviluppi della pastorale della cultura – svolgono una missione ecclesiale di importanza vitale in quanto educando collaborano ad evangelizzare” dando “ragione della speranza che le anima”. “Un modo di essere nella storia che richiede una profonda capacità di discernimento” per “diventare coscienza critica” degli avvenimenti”, ma, soprattutto, esige un atteggiamento di “radicalità evangelica”, testimonianza essenziale per orientare “i giovani verso un pieno sviluppo della loro capacità di amare ed una maturazione integrale della loro responsabilità”. La “passione educativa” infatti, precisa il documento, consiste innanzitutto nell’insegnare “a vivere, scoprendo il senso della vita e della trascendenza, a pensare in modo libero e critico, a progettare il futuro, in una parola ad ‘essere'”. “La missione educativa – si legge nel testo – si attua nella collaborazione tra più soggetti – alunni, genitori, insegnanti, personale non docente – che costituiscono una comunità” nella quale le persone consacrate possono agevolare “la promozione di autentiche relazioni educative” radicate “nella verità e nella carità”. Un ruolo specifico assume l’insegnamento della religione che oggi “richiede itinerari formativi differenziati secondo le diverse realtà e appartenenze religiose”. Compito degli educatori, afferma in proposito la citata Congregazione, “stimolare innanzitutto negli alunni l’approfondimento dei grandi interrogativi sul senso della vita” attraverso il “confronto costruttivo tra i valori della religione cattolica e la cultura contemporanea”. All’interno “dei percorsi educativi”, prosegue il documento, occorre inoltre “scoprire e coltivare in ogni giovane i suoi talenti” e valorizzare il ruolo della donna, “essenziale per una cultura che ponga realmente al centro le persone, la sussidiarietà e la solidarietà”.

Il “passaggio dalla tolleranza della realtà multiculturale all’accoglienza e al dialogo interculturale” è un’ulteriore priorità indicata, insieme alla “riflessione sugli orientamenti etici fondamentali” e all’ “opzione preferenziale per i più poveri” che deve “portare anche i più svantaggiati ad accedere all’istruzione”. Ineludibili, inoltre, “la difesa dei diritti dei bambini” e “l’educazione alla pace” nella “consapevolezza delle proprie radici culturali e nel rispetto di quelle altrui” ma anche nella piena coscienza “dell’eredità di valori comune a tutto il genere umano”. Infine, l’impegno ad “educare ad una cittadinanza attiva e responsabile” che presuppone la conoscenza “dei fenomeni che minacciano la convivenza dei popoli”. Questi, i compiti indicati alle persone consacrate presenti nella scuola dalla Congregazione per l’educazione cattolica, che ha auspicato una “rinnovata dedizione” nella “missione educativa”.

La presenza delle persone consacrate nel mondo della scuola deve fare i conti oggi con il forte calo delle vocazioni. A sottolinearlo è stato mons. Giuseppe Pittau, segretario della Congregazione per l’educazione cattolica. Mons. Pittau ha infatti ricordato il “forte calo del numero degli insegnanti religiosi e religiose” che ha subito il mondo della scuola dal Concilio Vaticano II in poi ed ha citato, come esempio, il caso degli Stati Uniti dove nel 1970 più della metà dei 200 mila insegnanti nelle scuole cattoliche erano persone consacrate o sacerdoti (51%). Nel 2000 si è scesi al 7,5% con poco più di 12 mila insegnanti.

“Nel breve periodo di trent’anni – ha commentato mons. Pittau – la presenza delle persone consacrate è calata drammaticamente, cambiando radicalmente la fisionomia della scuola cattolica”. L’esempio americano – ha aggiunto – è in realtà “una descrizione tipica della situazione della gran parte dei paesi del mondo occidentale e anche di altri paesi”. Il segretario della Congregazione ha però invitato a guardare il problema con ottimismo. “Innanzitutto – ha detto – abbiamo chiuso molte scuole ma se ne sono aperte nel mondo molte altre”. E poi – ha ricordato – “ogni crisi apre nuove opportunità. In giapponese la parola crisi si esprime utilizzando due ideogrammi: il primo rappresenta il pericolo. Il secondo l’opportunità”.

Dello stesso avviso anche suor Maria Antonia Colombo, superiora generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice secondo la quale la crisi è “una provocazione a lasciarsi purificare dalla situazione attuale, a porre nuovi stimoli, a non omologarsi”. E il card. Zenon Grocholewski, prefetto della Congregazione per l’educazione cattolica, ha aggiunto: “non si può negare che esiste una crisi nelle vocazioni religiose e che ci sono sempre meno religiosi disponibili all’insegnamento. Ma questo non significa che si deve limitare il numero delle scuole. Occorre piuttosto impegnare dei laici e formarli perché sostengano e rafforzino l’identità cattolica nelle scuole”. Sir