L’estate è ormai alle porte. L’arrivo della bella stagione significa semaforo verde al traffico di vacanzieri, con grande fermento per il settore turistico. E in Valtiberina? In riva al Tevere si è registrato un calo nell’afflusso di turisti sia italiani che stranieri. Su questo problema, la Comunità Montana Valtiberina Toscana ha commissionato ad una società privata uno studio allo scopo di una «valorizzazione territoriale e turistica della propria area di competenza» tramite la «definizione di una identità forte e precisa della Valtiberina». Da questo studio emerge che, nonostante le bellezze naturali e i tesori artistici e culturali, l’immagine che la Valtiberina propone al settore turistico è inadeguata. Infatti, le offerte sono dissociate e i comuni non appaiono in sinergia. Emerge, quindi, davanti agli occhi del turista un ritratto frammentato e disomogeneo del nostro territorio.La conclusione cui arriva lo studio condotto è che «allo stato attuale non esiste un’offerta turistica territoriale e, tanto meno, una politica commerciale volta a promuovere il territorio». Secondo lo studio comunitario, è necessaria la creazione di una «marca» che rappresenti le peculiarità del nostro paesaggio, depositario di una grande tradizione culturale. In un’intervista rilasciata ad un mensile di informazione locale, don Andrea Czortek dichiara: «Il vero problema è che i nostri amministratori, umbri e toscani, non credono che il turismo possa diventare una risorsa importante per l’intera valtiberina».Ciò nonostante i tanti beni naturali e artistici della Valle del Tevere: solo a Sansepolcro possiamo ricordare il celebre Piero della Francesca, ma anche Luca Pacioli, Raffaellino del Colle, Francesco del Borgo e molti altri. Come dice don Andrea, per incentivare il turismo occorre promuovere forme di collaborazione territoriale e iniziative comuni, promosse da adeguate campagne di informazione. Eleonora Corgiolu