Lettere in redazione
Valorizzare la famiglia meriterebbe a tutti
Gentile direttore, sono un abbonato di «Toscana Oggi», felicemente sposato e padre di due figli. Ho letto il bell’articolo di Andrea Bernardini «False separazioni: se più del cuore conta il portafoglio» che ha suscitato in me un senso di amarezza ma non di stupore. Infatti, anche chi i conti non li fa e non li vuole fare, queste cose le conosce bene. Mi chiedo solo come si sia potuti arrivare a questo punto, chi o che cosa abbia portato la politica a «punire» in questo modo la famiglia italiana. Avranno pesato di più le questioni di bilancio (statale) o il contrasto ideologico a questa istituzione evidentemente (per alcuni) non più al passo con i tempi? All’eutanasia applicata alle persone spero non si arrivi mai, ma certo l’eutanasia di una società vecchia e senza futuro è già stata votata da una larghissima maggioranza (ahimé, anche ben rappresentata, forse inconsciamente, dai cattolici). Facciamoci forza e manteniamo comunque viva la discussione, in modo alto e dignitoso. Da parte mia la penso come Bernardini perché, come lui, ripongo i miei tesori in ben altri forzieri.
L’amico lettore si riferisce alla nostra inchiesta, pubblicata in «primo piano» sul numero del 30 gennaio scorso (Famiglia e fisco, il fenomeno delle false separazioni), nella quale si dimostrava come il nostro sistema fiscale penalizza le famiglie, soprattutto quelle numerose, mentre favorisce, di fatto, le coppie non sposate e perfino i divorziati. Quell’inchiesta, a firma di Andrea Bernardini, ha suscitato vasto interesse. È stata anche ripresa e diffusa in siti internet di associazioni e diocesi. E anche al giornale, oltre a questa, sono arrivate altre lettere di apprezzamento. Per cui la prima buona notizia è far sapere a Mauro Leoncini e a tutti i lettori che l’inchiesta va avanti e in uno dei prossimi numeri parleremo dei casi in cui ai coniugi anziani, se entrambi pensionati, «meriterebbe» separarsi per avere un aumento della pensione. Ma come si è fatto ad arrivare a tanto, si domanda il nostro lettore. Fatto sta che ci siamo arrivati. La famiglia è stata nel tempo tenacemente svalutata, sia sul piano culturale che su quello legislativo. Eppure, nonostante le tante difficoltà, la famiglia come si legge in un documento dei vescovi toscani è ancora «la fondamentale esperienza di comunione e di responsabilità umana e sociale, il luogo naturale della trasmissione e della continuità della vita e cioè della generazione e dell’educazione dei figli e perciò la prima cellula e risorsa della società e della solidarietà». Senza parlare della funzione di ammortizzatore sociale che ha acquisito in questi ultimi anni con i figli che per difficoltà di lavoro tardano a farsi una famiglia propria. Oppure nei casi di perdita del lavoro da parte di uno dei coniugi o comunque di un componente il nucleo familiare. O ancora nei casi di malattia o di infermità…. Per questo la famiglia deve essere valorizzata e non svalutata. Il pretenderlo non ha niente di confessionale e non è una battaglia di retroguardia, anzi: è saggio e razionale guardando al presente, ma anche al futuro.