Toscana

Valencia, Antonelli: Famiglia priorità pastorale

di Riccardo BigiUn evento imponente, una grande festa dove il valore della famiglia si percepiva non solo dalle parole del Papa ma anche dal numero e dall’entusiasmo dei partecipanti. Così l’arcivescovo di Firenze, il cardinale Ennio Antonelli, racconta le Giornate Mondiali di Valencia. Un evento che, sui media italiani, è stato in parte «oscurato» dalla vittoria ai mondiali di calcio ma che certamente ha lasciato un segno profondo nella memoria di chi c’era.

Eminenza, quali impressioni riporta da Valencia?

«Ho avuto la percezione di una grandissima partecipazione: c’erano spazi enormi, e sono stati riempiti interamente. Credo che le cifre di cui hanno parlato, un milione e mezzo di persone, non siano esagerate. C’erano adulti, giovani, bambini, si percepiva un clima di grande festa come ormai siamo abituati per le giornate mondiali. È un modello che evidentemente risponde alla psicologia del nostro tempo: il bisogno di trovarsi, di radunare le grandi folle».

Su un tema di questo genere, forse la grande partecipazione ha anche il senso di una testimonianza agli occhi del mondo?

«Sicuramente, è un segno che la Chiesa ha voluto dare. E poi mi ha colpito la profondità degli interventi del Papa, che oltre alla grande precisione dottrinale che gli conosciamo, ormai ha preso anche il senso della folla, la capacità di comunicare a un pubblico così vasto».

I giornali riportano sempre le parole del Papa in termini di «divieto», «anatema», «scomunica». Stavolta Benedetto XVI è riuscito a ribadire, in positivo, l’importanza della famiglia come «bene necessario».

«Nei suoi interventi il Santo Padre ha proposto, in positivo, l’importanza della famiglia sia per la Chiesa, come luogo della trasmissione della fede alle nuove generazioni, sia per la società: la famiglia come scuola di valori, scuola di vita. Il Papa non ha voluto contrapporsi a nessuno ma ha voluto proporre all’attenzione di tutti l’importanza insostituibile della famiglia. Dove la famiglia viene meno crescono le solitudini, crescono i problemi sociali e le forme di disagio. Questa è un’esperienza che possiamo verificare continuamente: per questo tutti dobbiamo avere a cuore, sommamente, la salute delle famiglie».

A proposito della trasmissione della fede, anche lei ha ripetuto più volte che il catechismo da solo non basta, se i bambini arrivano in parrocchia senza aver ricevuto in famiglia le basi della formazione cristiana.

«Il rapporto tra le parrocchie e le famiglie deve diventare sempre più intenso, trovando forme di collaborazione organica e non occasionale soltanto. Bisogna preparare degli strumenti che consentano alla famiglia di svolgere bene questo compito di scuola di vita, ma anche di partecipare alla trasmissione della dottrina cristiana».

Quale consiglio darebbe ai genitori?

«Credere fortemente alla grandezza della loro missione, alla grandezza della vocazione che hanno ricevuto ad essere sposi e ad essere genitori. Oggi c’è una certa cultura che ostacola la presa di coscienza della missione affidata agli sposi e ai genitori: la riscoperta di tutto questo è indispensabile per le famiglie stesse, ma anche per la società».

L’incontro di Valencia ha avuto una cornice molto bella di famiglie giunte da ogni parte del mondo, a sottolineare l’universalità di questo valore. C’è qualche immagine che le è rimasta nel cuore?

«Mi ha colpito nel passare tra la folla, dopo le celebrazioni o visitando la città, le tante persone che mi fermavano per chiedere di pregare per la loro famiglia, e per le famiglie in generale. Un segno che erano molto colpiti dell’esperienza che stavano facendo, e allo stesso tempo consapevoli dei tanti problemi che oggi la famiglia incontra».

C’è stata anche un bella accoglienza da parte della popolazione spagnola: una risposta al «laicista» Zapatero…

«La gente della Spagna è ancora profondamente cattolica: sarebbe difficile fare percentuali, ma certo l’impressione che ho avuto in questi giorni è di una presenza cattolica con radici molto forti e animata dal desiderio di portare avanti il proprio compito di testimonianza cristiana».

In Toscana qual è invece lo stato di salute della famiglia?

«Non mi pare particolarmente buono, i numeri parlano di molte separazioni, molti divorzi e soprattutto, la cosa più preoccupante, molte convivenze di fatto, una percentuale molto alta rispetto alle coppie che decidono di sposarsi. Questo deve essere motivo di grande attenzione da parte di tutti, non solo della Chiesa. Certamente ci sono anche tante famiglie ottime e tante persone che lavorano per la famiglia. Ho incontrato, nella mia visita pastorale, dei gruppi di famiglie giovani che si radunano regolarmente e che sentono l’esigenza di mantenere un rapporto stretto fra di loro, quasi di mettersi in rete, per potersi sostenere reciprocamente e per poter lavorare per le altre famiglie e questa è una cosa molto bella che lascia ben sperare. Dove aumentano le difficoltà e i problemi, aumentano anche le forze positive e le persone che si impegnano».

Aumenta anche l’impegno della Chiesa: ormai in molte diocesi ci sono iniziative per le coppie in difficoltà o per i separati che vogliono fare un cammino di fede.

«Certo, la Chiesa – e quando dico Chiesa penso non solo al Vescovo e ai sacerdoti ma anche ai laici cristiani – sente sempre di più l’esigenza di farsi carico di questi problemi».

Fra l’altro la Diocesi di Firenze, che tutti gli anni organizza una Festa della Famiglia, quest’anno lo farà in modo particolarmente solenne. Perché questa scelta?

«Siamo in linea con Valencia, con l’idea di dedicare alla famiglia un evento importante. E d’altra parte questo è il desiderio del Papa, che la famiglia venga messa anche nelle diocesi tra le priorità pastorali, direi forse come la priorità principale. La festa che faremo quest’anno vuole essere anche un anticipo del biennio prossimo che la Chiesa fiorentina dedicherà in modo particolare proprio alla famiglia».

A settembre una grande festa a FirenzeUna piccola «Valencia» anche in Toscana: la Diocesi di Firenze ha deciso di organizzare la tradizionale Festa della Famiglia, quest’anno, con un rilievo tutto particolare. L’appuntamento si svolgerà in due giorni, il 23 e 24 settembre, alla Fortezza da Basso, lo spazio che accoglie le manifestazioni fiorentine più prestigiose. Il programma inizia la mattina di sabato 23, con alcune testimonianze sul tema del perdono per gli studenti delle scuole superiori. Nel pomeriggio ancora scambi di esperienze e testimonianze tra famiglie, sullo stesso tema. La sera un grande spettacolo con nomi di rilievo: ci sarà il vincitore di Sanremo Povia, e con lui tanti altri personaggi del mondo della musica, dello sport e della tv. Domenica mattina, la relazione del vescovo di Aosta Giuseppe Anfossi, Presidente della Commissione Episcopale per la Famiglia della Cei, e la Messa presieduta dal Cardinale Antonelli. Nel pomeriggio ancora animazione e musica, con la «voce» di Radio Toscana Network Alessandro Masti, con le canzoni per bambini del muscista fiorentino Beppe Dati e del Piccolo Coro Melograno e con giochi per tutti.

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