Italia
Vaccini, mons. Crociata: “Unione Europea non smarrisca la sua coscienza mondiale”
Trasparenza nella acquisizione e distribuzione dei vaccini in tutti i Paesi dell’Unione. Attenzione agli interessi di tutti, “senza classismi ed esclusioni”, considerazione verso le fasce più deboli e i Paesi più poveri del mondo, in particolare dell’Africa. “C’è una responsabilità internazionale da cui non si può sfuggire”. È quanto chiedono in una Dichiarazione congiunta i vescovi dell’Ue e la Caritas Europa all’Unione Europea in questa delicata fase di vaccinazione e a spiegarlo al Sir, è mons. mons. Mariano Crociata, vescovo di Latina e vicepresidente della Commissione delle conferenze episcopali della Comunità europea (Comece). “La fase che stiamo attraversando – dice il vescovo – ha nei vaccini contro il Coronavirus un motivo di drammatica attualità in vista del superamento della pandemia. Questa consapevolezza richiede prese di posizione aperte e collaborazione tra quanti possiedono intelligenza e idealità da mettere in campo”. Comece e Caritas Europa chiedono all’Unione Europea di promuovere una vaccinazione su vasta scala non solo per la sicurezza e la protezione dell’Europa, ma anche per la salute pubblica globale come bene pubblico, a vantaggio anche e soprattutto delle persone che vivono nelle nazioni più povere del mondo. “Garantire l’accesso ai vaccini per tutti”, si legge nel testo, “è un’urgenza morale globale”. “La Comece – spiega il vescovo Crociata – avverte da tempo, nello sforzo di svolgere appieno il suo compito istituzionale, l’esigenza di allargare l’orizzonte delle iniziative di collaborazione.Caritas Europa ha nella sua mission un’attenzione specifica alle fasce più deboli delle popolazioni europee, alla ricerca di una società più equa e giusta, che ci sta profondamente a cuore”.
Il 2021 è l’anno del vaccino ma molti sono i dubbi. Ci sono vari tipi di vaccini. Aumentano le varianti. Non si sa quanto potranno essere adatti gli attuali vaccini. A parte le risposte della scienza, quale l’atteggiamento che occorre avere di fronte alle incognite e alle sfide?
Ci vuole una base di fiducia vigile verso le istituzioni comunitarie e la comunità scientifica. Vigile, perché le insidie sono di vario genere e possono sempre insorgere. Ma la fiducia non deve venir meno, e con essa un giudizio pacato e un atteggiamento sereno e costruttivo. Tutto va bene, tranne che provocare o alimentare il panico. Piuttosto, per essere all’altezza del suo ruolo storico e geopolitico, l’Unione Europea non deve smarrire la coscienza della sua responsabilità mondiale. Sia attraverso l’intervento diretto con la distribuzione del vaccino, sia mediante un ruolo di moderazione e di azione diplomatica, l’Unione Europea si deve fare carico, insieme a quello in primo luogo dei propri popoli, del destino dei popoli più deboli e minacciati dalla pandemia. I Paesi più ricchi e sviluppati hanno la possibilità di sostenere una battaglia contro il virus vincente in tutto il globo.Del resto, in un mondo globalizzato, se non viene sconfitto dappertutto, tutti si rimane in qualche modo minacciati. È in gioco una coscienza europea all’altezza della sua responsabilità storica.