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Uragano Dorian, 70mila persone coinvolte. La testimonianza dell’arcivescovo di Nassau

«Abbiamo un compito enorme davanti a noi e avremo bisogno di molto aiuto». Lo afferma, contattato ieri dal Sir, mons. Patrick Christopher Pinder, arcivescovo di Nassau, l'unica diocesi delle Isole Bahamas, dove i cattolici sono circa il 14% della popolazione, mentre ancora nell'arcipelago non sono cessati gli effetti dell'uragano Dorian.

La terribile tempesta, spiega mons. Pinder, «è arrivata nel nord-ovest delle Bahamas domenica scorsa e ci sta ancora colpendo con vento e pioggia. È stato un uragano molto potente e distruttivo, di categoria 5+. Il suo impatto è stato particolarmente diretto e grave sulle isole di Abaco e Grand Bahama. I venti forti, superiori a 185 miglia orarie, e le mareggiate fino a 20 piedi hanno causato ingenti danni alle infrastrutture e distrutto molte case. Più di 70.000 persone sono state colpite. Purtroppo, la notizia peggiore è che ci sono 7 vittime confermate».

Mentre la tempesta ancora infuria, è necessario pensare al modo migliore e più rapido per soccorrere la popolazione colpita. «Allo stato attuale – afferma l’arcivescovo – le condizioni meteorologiche non hanno consentito valutazioni dettagliate riguardo all’impatto dell’uragano Dorian. Sicuramente il lavoro di recupero richiederà molto tempo».

Nel frattempo, «devono essere soddisfatte le esigenze immediate delle persone colpite. L’arcidiocesi di Nassau si è già impegnata a reperire aiuti umanitari da spedire alle isole colpite. Questa risposta iniziale è di per sé un compito enorme e richiederà molte risorse. Acqua, cibo, kit per l’igiene, prodotti per l’infanzia: queste sono solo alcune delle cose necessarie e più urgenti. Quindi, bisognerà ricostruire le strutture danneggiate».