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UNIVERSITÀ: MONS. ANTONELLI, NO AD ATENEI FUNZIONALI AL POTERE POLITICO, ECONOMICO O TECNOLOGICO

L’università “si ammala” quando “diventa funzionale alla potere politico o a quello economico e si degrada ad agenzia ideologica o tecnologico-produttiva”. Lo ha detto ieri mons. Ennio Antonelli, arcivescovo di Firenze, nella Messa di apertura dell’anno accademico 2002-2003 dell’Ateneo fiorentino. In un mondo in cui “la scienza tende a ridursi a tecnologia”, e dove “è vero solo ciò che si può verificare sperimentalmente e manipolare”, l’università deve riscoprire la “passione per la verità”, ha proseguito Antonelli, citando una frase “ancora molto attuale” di Romano Guardini: “L’università si ammala appena la verità cessa di essere il punto di riferimento del sapere universitario”. “Neppure l’obiettivo della preparazione professionale, pur serio e importante, è adeguato all’università”, ha osservato l’arcivescovo, secondo il quale “l’accresciuta capacità tecnologica rende più urgente e necessaria che mai la conoscenza dei valori più alti, da cui prendere ispirazione e orientamento. Nel nostro tempo la ricerca si specializza e si concentra su problematiche settoriali, frammentarie e talvolta puramente formali. Si perde di vista ciò che è più decisivo: il senso della vita nella sua totalità, il vero bene della persona e della società”. Anche se “viviamo in un clima diffuso di relativismo e di sfiducia nella capacità della ragione”, per Antonelli “l’uomo, nel profondo di se stesso, oggi come nel passato, ha bisogno di verità e non di opinioni”. Per questo “occorre ritrovare l’audacia delle grandi domande e la fiducia nelle grandi risposte”, partendo dalla consapevolezza che “il cristianesimo non si lascia ridurre a un sentimento , a un’esperienza fideistica, a una forma culturale. Non può che presentarsi come religione della verità e perciò proponibile, e di fatto proposta, a tutti gli uomini”. Sir