<Le chiese sono perciò anzitutto chiamate ad accettare la severa sfida di comunicazione che le raggiunge e le condanna là dove in esse le diversità che dovevano essere doni per l’unità sono invece diventate divisioni per le fratture>.Queste parole di monsignor Alberto Ablondi ci introducono alla celebrazione della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani; in un momento storico in cui il dialogo sembra essere sempre più difficile, le chiese cristiane di Livorno, come ogni anno si ritrovano per pregare insieme ma anche per conoscersi e comprendersi nella diversità.Per questo siamo andati ad intervistare il padre della chiesa ortodossa romena, Ciprian Catalin Calfa, per scoprire chi è “l’altro”.Come è nata la chiesa ortodossa romena a Livorno?<L’arcivescovo metropolita della Metropolia ortodossa romena dell’Europa occidentale e meridionale Iosif Espresse, viste e le necessità religiose pastorali e missionarie dei fedeli ortodossi romeni di Livorno e Provincia, sempre più crescenti, decise nel Gennaio del 2007 di fondare l’attuale parrocchia ortodossa romena “San Paisio di Neamt”.Il compito di dar vita a questa nuova realtà fu dato al reverendo padre Ioan Sarpe, e in seguito, dall’agosto 2008 è stato chiesto a me di portare avanti questo bellissimo progetto>.Come descriverebbe la sua comunità?< È una comunità giovane ed energica, che comprende tutte le categorie d’età.Dico energica perché tutti hanno una grande voglia di mantenere e di non dimenticare le proprie radici. È una bellissima sfida quella di riuscire ad integrarsi pur rimanendo fedeli alle origini. Sta alla nostra natura umana dare risalto ad una cosa nel momento in cui questa si perde (a causa della lontananza del proprio paese nel nostro caso); mi riferisco alle tradizioni, alla lingua, al bisogno di partecipare ogni domenica alla liturgia, di vedere i nostri bambini partecipare al catechismo.I bambini della nostra comunità, ringraziando Dio sono molti, sono loro nostro futuro; l’importanza della loro crescita ed educazione è fondamentale per la società futura, una società che si delinea sempre più cosmopolita, più varia. Per questo dico sempre che siamo tutti responsabili della loro educazione, sia in ambito familiare, religioso e sociale>.Quali sono, se ci sono, le difficoltà che riscontra la sua comunità?<Essendo una comunità sempre più in crescita, le sue necessità sono sempre più numerose e soprattutto diverse; la speranza è quella, un domani, di avere una chiesa per la nostra comunità organizzata secondo la tradizione e con un orario di apertura quotidiano, per essere così sempre al servizio di chi ne ha bisogno>.Questa è la Settimana di preghiera per l’Unità dei cristiani. Che significato ha per la chiesa ortodossa romena questo momento?<L’ecumenicità della nostra preghiera consiste nel fatto che ognuno di noi porta a Dio e agli uomini come dono, la più bella forma specifica della propria tradizione e di testimonianza della devozione verso lo stesso Dio, mettendo in luce gli aspetti che ci uniscono e non quelli che ci dividono.Dentro di sé un cristiano non può non essere ecumenico, aperto agli altri pur essendo nati in un’altra fede, altrimenti la vita non potrebbe stare sotto il segno dell’amore.Noi cristiani dobbiamo pensare all’unità della chiesa perché colui che è il sostenitore dell’universo, e nello stesso tempo, il capo della Chiesa, è Gesù Cristo.L’unità nell’intero universo è sempre più evidente, quanto più la chiamata del redentore Gesù Cristo per l’unità della sua chiesa, deve diventare per noi una chiamata di salvezza.Per questo devo rendere grazie alla chiesa cattolica, per il suo atteggiamento ecumenico nel sostenere la comunità ortodossa di Livorno che ha bisogno di aiuto per organizzare e rispondere alle esigenze della pastorale dei fedeli ortodossi, cercando di mantenere la loro identità religiosa e allo stesso tempo di integrarsi nella vita della società italiana.Nella cooperazione ecumenica “pratica” non perdiamo la nostra identità, ma la arricchiamo, poiché questa si afferma non isolandosi dagli altri cristiani ma cercando con loro il dialogo.La conoscenza reciproca e la reciproca assistenza sul piano spirituale e sociale sono già fasi di un lavoro per l’unità dei cristiani>.Com’è il dialogo con le altre chiese cristiane e con le altre religioni presenti a Livorno?< Abbiamo un buon rapporto con le altre chiese cristiane e le altre religioni, ed è un grande dono per me incontrarmi con loro ed essere presenti agli appuntamenti ecumenici che insieme organizziamo.È sempre un’occasione per approfondire e conoscere l’altro da un anno all’altro>.Che cosa si augura per il futuro?<Mi auguro che la nostra comunità possa ritrovarsi nell’immensa gioia che dà la fede, l’amore cristiano ed infine tanta serenità e salute.Mi auguro inoltre che i rapporti costruiti fino ad ora con le altre chiese e le autorità della città possano essere sempre così fruttuosi>.