Toscana

“Uniti nel sostegno agli ultimi”: l’impegno delle Caritas della Toscana durante la pandemia

L’emergenza Covid- 19, che ha colpito l’Italia dal febbraio 2020, ha messo le Caritas della Toscana, da sempre accanto a chi si trova nel bisogno, di fronte ad una nuova sfida. Le difficoltà non mancano ma emergono, con grande forza, la ricchezza e la solidarietà messi in gioco nel lavoro e nel servizio quotidiano per cercare di far fronte alle necessità drammatiche e stringenti che si sono venute a creare.

Guardate ai veri eroi, che in questi giorni vengono alla luce: non sono quelli che hanno fama, soldi e successo, ma quelli che danno se stessi per servire gli altri. Sentitevi chiamati a mettere in gioco la vita. Non abbiate paura di spenderlaper Dio eper gli altri, ci guadagnerete! Perché la vita è un dono che si ricevedonandosi. […] Il dramma che stiamo attraversando in questo tempo ci spinge a prendere sul serio quel che è serio, a non perderciin cose di poco contocontattare chi soffre, chi è solo e bisognoso. Non pensiamo solo a quello che ci manca, pensiamo al bene che possiamo fare. (Papa Francesco, 5 Aprile 2020, Liturgia delle Palme).

I veri eroi sono coloro che “danno se stessi per servire gli altri”. È proprio questo che decine di operatori e volontari Caritas cercano di fare nei servizi del territorio, donandosi incondizionatamente al prossimo, amando senza limiti tutti coloro che chiedono un sostegno, senza mai dimenticare il precipuo ruolo pedagogico che devono ricoprire nei confronti delle comunità e dei singoli. È il tempo di rispondere ai bisogni, ma anche di restare in ascolto ed in osservazione perché solo con uno sguardo attento si eviterà di essere fagocitati dalle necessità.

Rimangono accanto a chi ha bisogno, senza lasciare indietro nessuno e, guidati dalle parole di Papa Francesco, “non sprecano questi giorni difficili” facendo tesoro del capitale umano incontrato accompagnandolo con la concretezza di gesti e relazioni.

Cogliendo tutti quegli stimoli e quelle sollecitazioni che consentono di non lasciare indietro le richieste dei più fragili, garantiscono l’apertura dei servizi, adoperandosi costantemente per rimodularli in ottemperanza agli adempimenti richiesti dai decreti governativi.

Ma cosa è successo sui territori della Toscana in queste settimane? Quali sono le principali problematiche emerse? Quali sono gli strumenti che le Caritas hanno messo in campo per provare a rispondere al meglio?

Ad oggi, le necessità emerse sono state molteplici.

La prima è quella legata alle richieste alimentari: in tutti i territori della Toscana si è registrato un incremento esponenziale delle domande di aiuto alimentare. I pasti preparati, confezionati e distribuiti dalle mense sono duplicati se non triplicati nel giro di poche settimane; il numero di tessere degli empori è cresciuto; il numero dei pacchi viveri richiesti è in costante e repentino aumento. I servizi sono stati rimodulati in ottemperanza alle misure governative e rispondono attivamente ai bisogni emersi.

Un altro aspetto importante è stato rilevato dai servizi di Ascolto, che stanno garantendo il supporto continuo e l’apertura costante. Operatori e volontari raccontano che in queste settimane, accanto al continuo incremento di richieste per contributi economici legati ai canoni di affitto ed alle utenze per tutti coloro che hanno perso il lavoro o hanno visto una diminuzione dello stesso, stanno aumentando in maniera significativa le richieste legate a problemi relazionali, di conflittualità familiare, di solitudine e problematiche psicologiche (alcune delle quali dovute alla chiusura dei servizi diurni di psichiatria, altri alla “paura” legata all’emergenza sanitaria, altri alla solitudine). Per tamponare questa emergenza in molti territori stati promossi nuovi servizi di supporto telefonico ad hoc.

Un’ulteriore richiesta arrivata alle nostre Caritas è stata quella relativa all’apertura straordinaria delle accoglienze invernali 24 ore su 24 ed al reperimento di ulteriori strutture per i senza fissa dimora per consentire a tutti coloro che non dispongono di un’abitazione di poter ottemperare alla richiesta #iorestoacasa.

Le Caritas della Toscana ci raccontano che in queste settimane si è registrato un incremento rilevante dei “nuovi poveri”: persone che non si erano mai rivolte ai servizi tra le quali, mondo della prostituzione, lavoratori a nero, famiglie che hanno perso improvvisamente il lavoro, giostrai, ambulanti, parrucchieri, tutti coloro che sono legati al mondo della ristorazione.

Molti sono anche i minori presi in carico. Ci si occupa di loro dal punto di vista alimentare, ma anche da quello educativo attraverso piattaforme di didattica a distanza e mediante la fornitura di materiali didattici (pc, fotocopie, libri, consegna tablet e pc) in modo che possano proseguire gli studi. La prevenzione della povertà educativa risulta fondamentale ora più che mai.

Caritas si è data da fare e lo ha fatto tenendo sempre al centro la mission pedagogica che è chiamata a portare avanti. Per questo è importante il coinvolgimento delle persone che vengono alle Caritas o nelle parrocchie a portare una piccola spesa o un contributo in denaro per le persone che hanno necessità: gruppi di amici o vicini di casa si organizzano per portare qualcosa. È bello pensare che tutto questo rimarrà anche dopo, che tanta sensibilità non si esaurirà con la fine della pandemia. Molti consistenti aiuti sono poiarrivati e stanno continuando ad arrivare dalle grandi distribuzioni. Loro mettono i prodotti, Caritas mette i volti e le mani e lo fa prestando massima attenzione alle persone incontrate. Essere capaci di sostenere i “nuovi bisogni ed i nuovi poveri” senza dimenticare coloro che vivevano una situazione di marginalità già prima di questa crisi. “Non dobbiamo lasciarci fagocitare dall’emergenza, non dobbiamo appiattirci sui servizi né guardare i numeri. Al centro devono restare sempre le persone. È importante continuare a tessere relazioni e costruire progetti individualizzati che aiutino i singoli ad affrontare nel migliore dei modi questo momento tanto complesso”.

Un altro elemento che Caritas vuole sottolineare è il prezioso contributo che è stato dato dai ragazzi del Servizio Civile e dal volontariato. Se da un lato alcuni volontari anziani si sono fermati per non mettere a repentaglio la loro salute, dall’altro altrettanti giovani si sono fatti avanti. “La rete solidaristica che si è mossa intorno a Caritas ci ha fatto capire che siamo percepiti come soggetto credibile dai nostri territori. Il volontariato è stato una risorsa immensa in questi giorni di emergenza! Grazie di cuore a tutti coloro che non si sono tirati indietro!

Caritas guarda al presente, ma si interroga anche sugli scenari che la attendono in futuro.

Finita l’emergenza sanitaria, di cosa avranno bisogno i nostri territori? Senza dubbio ci saranno problemi economici e problemi legati al reinserimento nel mondo del lavoro, per i quali sarà necessario mettere in campo percorsi specifici di sostegno al reddito e all’occupazione, ma accanto a questo un altro aspetto centrale sarà la ricostruzione della rete relazionale e sociale, che si sta sgretolando. Attraverso la “pedagogia della carità” le Caritas avranno un ruolo molto importante e delicato e saranno chiamate a ritessere tessuto e coesione sociale.

Mons. R. Filippini, vescovo incaricato CET, afferma: “Siamo chiamati ad essere di esempio ed a mettere al centro il nostro ruolo pedagogico. Quando tutto sarà passato, nulla potrà riprendere come prima e come se nulla fosse accaduto. Questa situazione apocalittica, ci ha rivelato tante cose negative per le quali nutrivamo una certa “insensibilità”. Una riflessione generale dovrà essere fatta sia dalla Caritas Nazionale, che da tutte le nostre Caritas locali. Non dobbiamo riprendere i vizi del passato. Possiamo migliorarci. La realtà odierna, accanto alle tante difficoltà, ci sta mostrando anche un bellissimo movimento di solidarietà del quale dobbiamo fare tesoro. Le sfide che ci attendono sono molteplici e dobbiamo affidarci al Signore affinché ci guidi, ci preservi e ci dia la forza necessaria”.

I direttori Caritas hanno ribadito più volte che nel prezioso servizio di operatori e volontari fanno la differenza la “cura” nel modo di agire, la presa in carico costante e l’aspetto educativo e di animazione della comunità, che non vengono mai a mancare.

I servizi pubblici, le amministrazioni comunali e regionali, le grandi catene di distribuzione alimentare, le grandi aziende e molti altri stanno dimostrando vicinanza supporto: grazie alle relazioni costruite in questi anni, ci ritengono soggetti credibili e di fondamentale importanza per l’aiuto concreto e capillare ai territori.

Per affrontare al meglio le sfide future sarà necessario un costante dialogo con Caritas Italiana, con le istituzioni comunali e con la Regione Toscana. Si dovrà ideare un nuovo sistema di welfare inclusivo, che non lasci indietro nessuno e favorisca la messa in campo di strumenti necessari alla ripartenza di tutti coloro che sono rimasti coinvolti da questa emergenza.

Andranno previste azioni specifiche per sostenere un gran numero di potenziali beneficiari al fine di evitare tensioni ed esclusioni.