«All’inizio del XXI secolo viviamo in un mondo nuovo, strettamente correlato come mai nel passato, dove minacce e sfide nuove e senza precedenti esigono risposte sempre più unite». Inizia così la Dichiarazione di Roma firmata martedì scorso dai 19 leader dell’Alleanza Atlantica e dal premier russo Vladimir Putin nel vertice di Pratica di Mare.«Noi, stati membri della Nato e della Federazione russa si legge nel documento apriamo oggi un nuovo capitolo nelle nostre relazioni, con l’obiettivo di operare insieme nei settori di interesse comune e di lottare congiuntamente contro le minacce e i rischi che pesano sulla nostra sicurezza».Nella dichiarazione i 20 leader mondiali riaffermano la loro «determinazione a costruire una pace durevole e aperta a tutta l’area euroatlantica sulla base del principio di una sicurezza comune ed indivisibile». In questo contesto, Nato e Russia sottolineano la comune volontà di osservare gli obblighi derivanti dalla Carta delle Nazioni Unite, dall’Atto finale di Helsinki e dalla Carta per la sicurezza europea adottata sotto l’egida dell’Osce.Il Consiglio a 20 Nato-Russia prosegue la Dichiarazione «applicherà il principio del consenso» nei settori di comune interesse: esso funzionerà «sulla base di un dialogo politico costante fra i suoi membri sulle questioni della sicurezza per identificare i problemi quando si manifestano, per determinare gli approcci comuni ottimali e per portare avanti azioni congiunte».Sempre secondo il documento (il cui testo in lingua inglese è disponibile nel sito del governo www.palazzochigi.it) il primo settore di «comune interesse» in cui Nato e Russia collaboreranno insieme è la lotta al terrorismo attraverso «una valutazione congiunta della minaccia terroristica sulla regione euro-atlantica». La prima tappa sarà la valutazione della minaccia alla quale sono esposte le forze per il mantenimento della pace, dispiegate dalla Nato e dalla Russia nell’area dei Balcani.Una seconda area di cooperazione riguarda la gestione delle crisi, con scambi regolari di opinioni e di informazioni sulle operazioni di mantenimento della pace, «compresa l’area dei Balcani».